L’atollo Funafuti, a Tuvalu. (Torsten Blackwood, Afp)

Il governo australiano ha deciso di offrire agli abitanti di Tuvalu, uno stato insulare dell’oceano Pacifico minacciato dall’aumento del livello del mare, la possibilità di vivere e lavorare in Australia. L’accordo tra i due paesi è stato reso pubblico il 10 novembre.

“Riteniamo che la popolazione di Tuvalu debba avere la possibilità di vivere, studiare e lavorare altrove a causa dell’aggravarsi del cambiamento climatico”, hanno affermato in un comunicato congiunto il primo ministro australiano Anthony Albanese e il suo collega di Tuvalu Kausea Natano.

L’accordo prevede “diritti speciali” per i tuvalesi e impegna l’Australia ad assistere Tuvalu in caso di disastro naturale.

“I tuvalesi potranno accedere ai servizi sociali australiani, in modo da vivere con dignità”, si legge nel comunicato.

L’accordo, che dovrà essere ratificato dai due paesi prima di entrare in vigore, punta anche a permettere ai tuvalesi di “preservare i legami ancestrali con la loro terra e il loro mare”.

Inabitabile entro ottant’anni

Il piccolo arcipelago, che ha solo undicimila abitanti, è tra i paesi del mondo più minacciati dalla crisi climatica e dall’aumento del livello del mare.

Due dei suoi nove atolli sono già stati in parte sommersi. Secondo alcune stime, l’arcipelago diventerà inabitabile entro ottant’anni.

A ottobre Natano aveva dichiarato all’Afp che l’arcipelago “rischia di sparire dalle carte geografiche se non si adottano misure drastiche”.

La produzione di carbone e gas in Australia, responsabile di notevoli emissioni di gas serra, è da tempo motivo di tensione con alcuni stati dell’oceano Pacifico che devono fronteggiare le conseguenze della crisi climatica, dall’aumento del livello del mare alla moltiplicazione dei fenomeni meteorologici estremi.

Oltre a permettere di migliorare i rapporti bilaterali, l’accordo con Tuvalu è anche un modo per Canberra di estendere la propria influenza nell’oceano Pacifico in funzione anticinese.

Negli ultimi anni Kiribati e le Isole Salomone, due stati insulari della regione, hanno rafforzato i legami con Pechino.