Yuri Cortez, Afp

A poco più di due settimane dall’inizio della conferenza delle Nazioni Unite sul clima Cop28, l’umanità è “fuori strada”. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato il 14 novembre, se gli impegni attuali dei governi saranno messi in pratica nel 2030 le emissioni di gas serra saranno calate del 2 per cento rispetto al 2019, un dato molto lontano dal 43 per cento che sarebbe necessario per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi rispetto all’era preindustriale.

“Alla Cop28 i governi dovranno passare dalla politica dei piccoli passi a quella dei passi da gigante”, ha affermato in un videomessaggio Simon Stiell, segretario esecutivo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Unfccc). “Il mondo è fuori strada e ogni frazione di grado conta”.

“I piccoli interventi non basteranno a salvarci”, ha affermato in un comunicato il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. “È arrivato il momento di rafforzare le ambizioni climatiche in tutti i paesi, in tutte le città e in tutti i settori”.

Il nuovo rapporto analizza gli impegni di riduzione delle emissioni, noti come Contributi determinati a livello nazionale (Ndc), presi dai 195 paesi firmatari dell’accordo di Parigi del 2015. Tiene contro di venti Ndc presentati nell’ultimo anno, ma non di altri presentati tra ottobre e novembre.

L’accordo di Parigi fissa l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura media globale nettamente al di sotto dei due gradi rispetto all’era preindustriale, e possibilmente non oltre gli 1,5 gradi.

Ma per avere un 50 per cento di probabilità di contenere il riscaldamento globale entro gli 1,5 gradi, le emissioni dovranno essere ridotte del 43 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019, secondo l’ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc).

Le emissioni dovranno raggiungere il picco entro il 2025, non solo se l’obiettivo è di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi, ma anche se fosse di due o 2,5 gradi, secondo l’Ipcc.

Cinquecento gigatonnellate

Secondo le stime dell’Ipcc, per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi si possono emettere ancora un massimo di cinquecento gigatonnellate di anidride carbonica equivalente, pari a circa dodici anni di emissioni attuali.

Ma in base a una recente rivalutazione, le gigatonnellate che è possibile emettere sarebbero in realtà la metà (250, pari a circa sei anni).

Gli esperti delle Nazioni Unite sottolineano la necessità di abbandonare i combustibili fossili, accelerare lo sviluppo delle fonti rinnovabili e sbloccare i meccanismi finanziari per la transizione energetica.

Alla Cop26 di Glasgow, nel 2021, i partecipanti si sono impegnati ad aggiornare gli Ndc ogni anno, invece che ogni cinque anni, ma solo una minoranza di paesi lo sta facendo.