Il principe Harry. (Adrian Dennis, Afp)

Il 15 dicembre il principe Harry ha vinto una causa intentata contro l’editore del tabloid britannico Daily Mirror, che dovrà pagare un risarcimento di 140.600 sterline (circa 160mila euro) per la pubblicazione di articoli basati su intercettazioni telefoniche e altri metodi illeciti.

Il giudice ha stabilito che quindici dei trentatré articoli contestati erano basati su violazioni del telefono del principe e altri metodi illeciti. Per gli altri diciotto articoli non sono invece emerse prove di attività illegali.

Il giudice ha affermato che il telefono del principe Harry è stato violato “in misura modesta”, ma ha riconosciuto il “disagio subìto a causa di attività illegali compiute a suo danno e a danno di persone a lui vicine”.

Harry aveva fatto causa all’editore del Daily Mirror accusandolo di aver violato il suo telefono e di aver raccolto informazioni con metodi illeciti, anche usando investigatori privati.

Il gruppo ha respinto la maggior parte delle accuse, smentendo in particolare di aver violato i messaggi vocali di Harry. Ha però ammesso di aver usato metodi illeciti per cinque dei trentatré articoli, pubblicati tra il 1996 e il 2009, ricorrendo per esempio a un investigatore privato per una serata in un locale notturno nel 2004.

“La battaglia continua”

Attraverso il suo avvocato David Sherborne, il figlio minore di re Carlo III ha espresso soddisfazione per la sentenza. “La battaglia continua”, ha aggiunto.

Harry, 39 anni, che vive negli Stati Uniti dal 2020 a causa di una serie di divergenze con la famiglia reale, aveva testimoniato per otto ore nel corso di due giorni di udienze a giugno, diventando il secondo membro della famiglia reale britannica a testimoniare in tribunale dopo il futuro Edoardo VII nel 1891.

Il principe sta portando avanti una serie di battaglie legali contro la stampa scandalistica britannica, che accusa di aver violato la privacy di sua moglie Meghan Markle. Considera anche i tabloid responsabili della morte di sua madre Diana, avvenuta nel 1997 in un incidente stradale a Parigi, mentre l’automobile su cui viaggiava era inseguita dai paparazzi.