Caschi blu etiopi nella regione contesa di Abyei, al confine tra il Sud Sudan e il Sudan, il 14 dicembre 2016. (Albert Gonzalez Farran, Afp)

Almeno 52 civili e due caschi blu sono rimasti uccisi negli attacchi a sfondo etnico condotti lo scorso fine settimana nella regione contesa di Abyei, al confine tra il Sud Sudan e il Sudan, hanno affermato il 29 gennaio le Nazioni Unite.

Gli scontri sono piuttosto frequenti nella regione ricca di petrolio, il cui status non è stato definito quando il Sud Sudan ha ottenuto l’indipendenza dal Sudan nel 2011. Da allora la regione è sotto la protezione dell’Onu.

“Secondo le autorità locali, 52 civili sono morti e 64 sono rimasti feriti”, ha affermato in un comunicato la Forza di sicurezza provvisoria delle Nazioni Unite per Abyei (Unisfa).

L’Unisfa ha poi confermato la morte di due caschi blu, un ghaneano e un pachistano.

“Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres condanna le violenze e gli attacchi contro l’Unisfa, e invita i governi del Sud Sudan e del Sudan a condurre un’inchiesta in tempi rapidi per individuare i responsabili e assicurarli alla giustizia”, ha dichiarato Stéphane Dujarric, il portavoce di Guterres.

“Gli attacchi alle forze di pace delle Nazioni Unite costituiscono crimini di guerra in base al diritto internazionale”, ha aggiunto Dujarric.

Secondo l’Autorità amministrativa di Abyei (Aaa), membri della tribù dei Twic – appartenente all’etnia dinka – provenienti dal vicino stato sudsudanese di Warrap hanno condotto, insieme a una milizia ribelle, una serie di attacchi il 27 gennaio, in particolare contro il mercato di Nyinkuac ad Abyei, la città principale della regione, e nelle aree di Majbong e Khadian.

3.250 soldati e 640 poliziotti

Almeno uno di questi attacchi ha preso di mira i membri della tribù dei Ngok, un altro ramo dell’etnia dinka, ha aggiunto l’Aaa.

Il casco blu ghaneano è rimasto ucciso il 27 gennaio nel corso di un attacco a una base dell’Unisfa ad Agok, circa quaranta chilometri a sud di Abyei. Quello pachistano, invece, è morto il 28 gennaio in un attacco contro un convoglio che trasportava dei civili feriti verso un ospedale.

Attualmente l’Unisfa può contare su 3.250 soldati e 640 poliziotti.