Il porto di Shëngjin, nel nord dell’Albania, che ospiterà uno dei due centri per i migranti. (Adnan Beci, Afp)

Il 22 febbraio il parlamento albanese ha approvato un controverso accordo sui migranti con l’Italia, aprendo la strada alla costruzione in Albania di due centri per la gestione dei migranti soccorsi in acque italiane.

Firmato a novembre, l’accordo prevede l’apertura di un centro per la registrazione dei richiedenti asilo nel porto di Shëngjin, nel nord dell’Albania, e di un altro una ventina di chilometri più a nord, dove i migranti attenderanno la risposta alla loro richiesta di asilo.

I due centri, la cui apertura è prevista nella primavera del 2024, saranno gestiti dal governo italiano e potranno ospitare fino a tremila migranti.

“L’Albania è al fianco dell’Italia nella condivisione di un problema che dovrebbe essere di tutta l’Europa”, ha affermato il primo ministro albanese Edi Rama sul social network X.

“La costruzione di due centri per i migranti in Albania costituisce un naufragio per i diritti umani”, ha invece dichiarato l’ong italiana Sea watch.

Il parlamento albanese ha approvato l’accordo con 77 voti a favore su un totale di 140 seggi. Hanno votato a favore il Partito socialista al potere e il Partito per la giustizia, l’integrazione e l’unità (Pdiu), una piccola formazione d’opposizione.

L’opposizione di destra non ha invece partecipato al voto, denunciando un accordo che “mina l’integrità territoriale e la sicurezza nazionale dell’Albania”.

La camera dei deputati e il senato italiani avevano già approvato l’accordo, negoziato dalla premier di destra Giorgia Meloni, rispettivamente alla fine di gennaio e alla metà di febbraio.

Le spese per la costruzione dei centri e delle infrastrutture necessarie al loro funzionamento saranno interamente a carico del governo italiano, con un costo stimato tra i 650 e i 750 milioni di euro in cinque anni.

Il governo italiano sarà anche responsabile del mantenimento dell’ordine all’interno dei centri, mentre la polizia albanese si occuperà del trasferimento dei migranti da un centro all’altro.

“Detenzione automatica”

L’accordo è contestato dalle organizzazioni per i diritti umani.

“I migranti trasferiti nei centri, compresi profughi e richiedenti asilo, saranno automaticamente detenuti per un periodo che potrebbe arrivare a diciotto mesi”, ha affermato l’ong Amnesty international.

“In base al diritto internazionale, la detenzione automatica è per sua natura arbitraria e quindi illegale”, ha aggiunto, lanciando un appello all’Unione europea.

A novembre anche il Consiglio d’Europa aveva espresso le sue perplessità “sulle ambiguità giuridiche di questo sistema di asilo extraterritoriale”.

Secondo il ministero dell’interno italiano, quasi 158mila migranti sono arrivati in Italia nel 2023.

L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha affermato che nello stesso anno 3.041 persone sono morte nel Mediterraneo mentre cercavano di raggiungere l’Europa.