22 settembre 2019 14:12

Le leggi e le misure antiterrorismo adottate negli ultimi quindici anni da governi e organizzazioni internazionali hanno avuto conseguenze negative sull’azione umanitaria. In molte situazioni di crisi, il quadro normativo della lotta al terrorismo ha finito per prevalere sulle leggi del diritto internazionale umanitario. Questo impone obblighi precisi a tutte le parti coinvolte in un conflitto, introducendo dei limiti ai comportamenti che si possono adottare durante le ostilità, e cercando di trovare un giusto equilibrio tra necessità militari e princìpi umanitari.

Tuttavia le norme e i metodi adottati dagli stati dopo gli attacchi alle torri gemelle di New York nel 2001 partono da presupposti totalmente diversi: la “sicurezza a tutti i costi” è diventata un alibi irresistibile per giustificare azioni militari sproporzionate, bombardamenti su strutture sanitarie, uccisioni mirate e altro.

Anche misure meno eclatanti hanno avuto conseguenze gravi. Per impedire alle organizzazioni terroristiche di ricevere finanziamenti e sostegno materiale, si è finito per ostacolare l’invio di aiuti umanitari a popolazioni che vivono in territori controllati da gruppi armati. In molti paesi gli operatori umanitari e sanitari sono stati minacciati, arrestati e anche condannati semplicemente per aver avuto contatti o fornito assistenza e cure mediche a persone di gruppi etichettati come terroristi e nemici dello stato.

Le misure antiterrorismo sono spesso un ostacolo enorme per il lavoro delle organizzazioni umanitarie: impedire i negoziati con i gruppi armati limita la possibilità di raggiungere le popolazioni bisognose e di fare in modo che gli operatori siano accettati dalla popolazione locale, senza rischi per la loro sicurezza. Allo stesso tempo le pressioni per escludere dagli aiuti alcune comunità o territori hanno pregiudicato in modo decisivo l’imparzialità e la neutralità dell’azione umanitaria.
Se ne parlerà al festival di Internazionale (che si svolge al 4 al 6 ottobre)in un incontro organizzato da Medici senza frontiere (Msf) con Hugo Slim, del Comitato internazionale della Croce rossa, Alessandro Politi, della Nato defense college foundation, e Marta Cañas, di Msf. Modera Tiziana Ferrario.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it