09 dicembre 2017 13:02

Nicolas Jaar, Coin in nine hands
Il cileno statunitense Nicolas Jaar ha appena pubblicato l’edizione deluxe di Sirens, il suo disco uscito a settembre. Sirens non è stato il suo lavoro migliore, ma ha offerto comunque diversi spunti interessanti. Nell’edizione speciale dell’album Jaar ha deciso di inserire tre inediti, tra i quali Coin in nine hands.

Questo pezzo in particolare avrebbe meritato sicuramente di far parte del disco. Lo stesso Jaar ha ammesso su Twitter che il brano è stato scartato all’ultimo momento perché “lo spaventava”, ma che in seguito si è pentito e ha cominciato a suonarlo a ogni concerto.

Ambientata in una città vicino al golfo Persico (“Last night in a city near the persian gulf, the heat soared to 163”), Coin in nine hands è costruita su un inquietante crescendo strumentale alla Nine Inch Nails, accompagnato dalla voce di Jaar. In effetti è un ottimo pezzo. Meglio tardi che mai.

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Neil Young, Already great
In questi giorni si è parlato molto dei Neil Young archives, il sito creato dal cantautore canadese dove si può ascoltare gratis (per il momento) tutto quello che ha registrato durante la sua lunga carriera. Nel frattempo, oltre a dare una rispolverata ai suoi archivi, Neil Young ha anche pubblicato un disco nuovo: The visitor. Non è certo un capolavoro (del resto, per chi scrive, l’unica cosa interessante registrata da Neil Young negli ultimi anni è Psychedelic pill).

La scelta di fare canzoni di protesta un po’ ironiche come Already great, che ribalta lo slogan di Donald Trump “Make America great again” (“I’m Canadian by the way and I love the Usa”), però è simpatica. Per i capolavori di Neil Young, che sono più di uno, conviene rifarsi un giro negli archivi.

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Hiroshi Yoshimura, Dance PM
Hiroshi Yoshimura è stato uno dei più importanti esponenti della musica ambient giapponese. La Empire of Signs, la casa discografica fondata da Spencer Doran (Visible Cloaks) e Maxwell August Croy (Root Strata), qualche mese fa ha pubblicato per la prima volta sul mercato internazionale il disco d’esordio di Yoshimura, intitolato Music for nine postcards. Il musicista giapponese è morto nel 2003.

Registrato in casa con alcune tastiere e un pianoforte elettrico Fender Rhodes, Music for nine postcards è stato inizialmente composto per accompagnare le mostre del museo di arte contemporanea Hara, a Tokyo, una specie di risposta asiatica alla musica per aeroporti di Brian Eno.

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Jonathan Wilson, Over the midnight
Jonathan Wilson è un chitarrista e produttore statunitense, che qualche anno fa ha cominciato a pubblicare dei dischi solisti di sorprendente bellezza: Gentle spirit, uscito nel 2011, e soprattutto Fanfare, un ispirato omaggio alla psichedelia di Laurel Canyon.

Il nuovo lavoro di Wilson s’intitola Rare birds e sarà pubblicato il 2 marzo dalla Bella Union. Nell’album ci sono ospiti come Lana Del Rey, Father John Misty e Lucius. Il primo estratto, Over the midnight, è molto più anni ottanta che sessanta e sembra saltato fuori da un disco degli War On Drugs. Verso la fine viene fuori la psichedelia, trainata dalla chitarra con il wah wah di Wilson, uno dei suoi marchi inconfondibili.

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Stella Maris, Tutti i tuoi cenni
Gli Stella Maris sono un supergruppo, come si dice in gergo. Sono formati da Umberto Maria Giardini, un tempo conosciuto come Moltheni, Ugo Cappadonia (solista e già al lavoro con Sick Tamburo e Il Pan Del Diavolo), Gianluca Bartolo (Il Pan del diavolo), Emanuele Alosi (La banda del pozzo) e Paolo Narduzzo (Universal Sex Arena).

Le influenze del quintetto italiano s’indovinano al primo colpo: soprattutto gli Smiths, ma anche i The La’s e certe cose degli Oasis. Insomma il rock britannico degli anni ottanta e della prima parte degli anni novanta.

L’esordio della band è un disco compatto, con canzoni scritte in modo sincero e diretto. Con ottimi brani come Eleonora no e L’umanità indotta. Uno dei pezzi migliori è Tutti i tuoi cenni, una malinconica canzone d’amore ricca di poesia quotidiana (”Dimentichiamoci di noi, di ciò che abbiamo fatto di ciò che abbiamo detto quando era meglio fare i piatti o rifare il letto”).

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P.S. La prossima settimana le canzoni del weekend usciranno in versione riepilogo, con il meglio del 2017. Sto anche preparando una playlist su Spotify con i miei pezzi preferiti dell’anno.

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