21 giugno 2018 12:53

Gentile bibliopatologo,
ho una manifesta dipendenza dai libri. Ultimamente però leggo libri che parlano di libri, di accumulatori di libri eccetera. Questo tipo di lettura mi soddisfa molto ma, allo stesso tempo, mi spossa perché mi rendo conto di non riuscire a leggere abbastanza. Come uscire da questo tunnel che arredo da anni con ampi scaffali?

–Alessia

Cara Alessia,

Noi bibliopatologi non abbiamo un nostro giuramento di Ippocrate, e se ne volessimo uno lo intitoleremmo semmai a Luciano di Samosata o al patriarca Fozio. Ma anche in assenza di obblighi formali, la deontologia medica mi impone di dirti la verità senza infingimenti: la tua bibliomania è giunta ormai a uno stadio incurabile e inoperabile. Se oltre a collezionare libri hai cominciato a procurarti libri sui libri e libri sui bibliomani, non c’è quasi più nulla da fare: sei in piena fase meta-bibliomane, e ben presto, attraversando i successivi stadi degenerativi del morbo, ti ritroverai a comprare guide bibliografiche che raccolgono titoli di libri rari sulla bibliomania, e poi guide alle migliori edizioni delle guide alla letteratura per bibliomani, e così via. Da questo momento in poi, per la tua biblioteca esistono solo cure palliative. Ti avverto però che sono tutte piuttosto costose.

In una delle tue prossime razzìe di libri, abbi cura di procurarti un bel volumetto di Ambrogio Borsani intitolato L’arte di governare la carta. Troverai elencati alcuni espedienti ingegnosi – nulla di risolutivo, ahimè – per tamponare la proliferazione di libri. Puoi decidere di fare per esempio come il sinologo Kien, il protagonista del romanzo Auto da fé di Elias Canetti, e ristrutturare radicalmente la tua casa-biblioteca: lui tappezzò le pareti di libri fino al soffitto e fece murare anche le finestre, accontentandosi della luce che filtrava dai lucernari sul soffitto. Ma non andò a finire molto bene, come puoi intuire dal titolo e da qualche semplice considerazione sull’infiammabilità della carta.

Il secondo stratagemma è perfino più costoso. Quando la carta stampata ha invaso ormai tutta la casa, scrive Borsani, vuol dire che “il libro si è trasformato in una passione divorante, è diventato come un’amante. E come un’amante va trattato. Si affitta allora una garçonnière e si cominciano a sistemare i libri che non trovano più posto in casa nel nuovo appartamento. Poi li si va a trovare sparendo dalla famiglia per un pomeriggio o per una serata. I libri non sono in esilio, anzi sono in una reggia e hanno il privilegio di visite frequenti del principe”. Ma sono pochi i bibliomani che possono permettersi il lusso di un appartamento tutto dedicato a questi amori clandestini. Perché? Che domande, perché se avessero i soldi li sperpererebbero in libri, al limite in una storia illustrata della garçonnière in sedici volumi.

Borsani riporta anche il metodo di Monsieur Falconet, un personaggio citato da D’Alembert alla voce “bibliomane” dell’Encyclopédie: “Quando acquistava un’opera, fosse pure in dodici volumi, se egli trovava che solo sei pagine erano buone, conservava le sei pagine e gettava il resto nel fuoco”. Piromania selettiva e mossa da un robusto istinto di autoconservazione, preferibile forse alla scelta di autoimmolazione dell’eroe di Canetti: non tutti i bibliomani sono disposti a gettarsi vivi nel rogo della propria adorata biblioteca, come le vedove indù di un’epoca lontana.

Ma questo terzo espediente – l’editing fatto con il fuoco – è troppo crudelmente saggio perché tu possa, allo stadio a cui sei giunta, anche solo prenderlo in ipotesi. Resta un’ultima possibilità: l’installazione d’arte contemporanea, alla maniera della spagnola Alicia Martin, con le sue cascate di migliaia di libri che straripano dalle finestre e si riversano sulla strada. Sospetto che la cosa potrebbe avere un buon effetto terapeutico, perché allude simbolicamente alla volontà di espellere da te, diciamo pure di espettorare, la causa del tuo male; ma non avendo fatto nessun giuramento di Luciano o di Fozio, il tuo bibliopatologo ti avverte fin d’ora che non risponde degli inconvenienti che potresti avere con i vigili urbani, con i pompieri, con l’amministratore del condominio e con l’inquilino del piano di sotto.

Il bibliopatologo risponde è una rubrica di posta sulle perversioni culturali. Se volete sottoporre i vostri casi, scrivete a g.vitiello@internazionale.it

Dal 5 al 7 ottobre Guido Vitiello terrà un workshop sull’arte della recensione al festival di Internazionale a Ferrara.

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