25 novembre 2019 16:00

Gentile bibliopatologo,
ho un problema. Nell’autunno del 2018 avevo comprato decine di libri che da tempo avrei voluto leggere, in previsione delle uggiose giornate invernali, quando sono meno impegnato con il mio lavoro. Poi verso lo scorso dicembre ho perso la testa per una ragazza e soltanto a primavera inoltrata di quest’anno ho capito che non provava nulla per me. Di quei libri, come di tutti gli altri che già possedevo, non ho letto una sola pagina. Ormai è passato quasi un anno e ancora l’amore per i libri non è tornato. Cosa posso fare?

– BC

Caro BC,
la sigla con cui ti firmi corrisponde a un nome e a un cognome, che qui naturalmente non riporto, ma permettimi di scioglierla a beneficio dei lettori come Bovarista Cocciuto. C’è chi insegue tra le pagine dei romanzi l’eco dei palpiti di un amore infelice, sognando di sperimentarli presto o tardi nella propria vita; tu no, tu ti imbatti in un amore infelice con tutti i crismi, e cosa fai? Lo rimproveri di averti distolto dagli struggimenti immaginari che ti eri messo pazientemente da parte, da brava formichina del bovarismo, in previsione di un lungo inverno sentimentale. Ti eri preparato a corteggiare per procura donne di carta, inarrivabili e fatali, ti sei trovato costretto a dedicare un’intera stagione a una donna in carne e ossa: che misero succedaneo, che allettamento volgare!

Kevin Ramolla, EyeEm/Getty Images

Quando Karl Kraus definì il coito come un “surrogato insoddisfacente della masturbazione” – un colpo di genio che gli valse l’ammirazione dello stesso Freud – stava riconoscendo implicitamente che la masturbazione è un’attività di squisita natura letteraria e intellettuale, una forma di sublimazione artistica, il gesto bovaristico originario, diciamo pure un’invocazione rituale di fantasmi che nessuna realtà empirica potrebbe mai eguagliare. Con meno rapidità aforistica di Kraus, ma con precisione metaforica altrettanto ammirevole, qualcosa di simile scrisse Michel Tournier nel romanzo Le meteore:

Il cervello fornisce al sesso un oggetto immaginario. Questo oggetto, spetta alla mano incarnarlo… Il suo capolavoro è la masturbazione.

E i capolavori, lo sappiamo bene, sono per definizione incompiuti, sfiorati o mancati.

Certo, possono essere più o meno mancati. Se hai impiegato un’intera stagione – un tempo lunghissimo! – a capire che la ragazza per cui avevi perso la testa non provava assolutamente nulla per te, caro Bovarista Cocciuto, è perché ti eri ostinato a farne un personaggio letterario, con un immane sforzo di trasfigurazione. E a quanto pare, la tua creazione mentale era ben lungi dalla grandiosità del capolavoro.

Come artista, lasciatelo dire, ti sei sembrato deludente. Così ti sei sorpreso a rimpiangere quegli amori di carta messi in pila sul comodino – eppure, agli amori di carta non sai più tornare. Ora ti ritrovi nel deserto, a metà strada tra due miraggi, tra una fata morgana e l’altra. Sarà forse il luogo propizio per qualche furtivo incontro con la grande dama sconosciuta, la realtà?

Il bibliopatologo risponde è una rubrica di posta sulle perversioni culturali. Se volete sottoporre i vostri casi, scrivete a g.vitiello@internazionale.it.

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