24 luglio 2020 17:29

All’ultimo piano della casa dei nonni di Carlotta di Lenardo c’era una stanza con una libreria. All’interno della stanza c’era una porta, nascosta tra gli scaffali, che conduceva a una soffitta usata per ospitare un treno enorme, un plastico a cui suo nonno si è dedicato per anni.

Il treno del nonno era un luogo di meraviglie per Carlotta e suo fratello. Alberto di Lenardo aveva però un’altra grande passione: la fotografia. Quando la nipote aveva 16 anni le mostrò per la prima volta il suo archivio, enorme come quel treno. Erano più di ottomila fotografie, scattate a colori in ogni momento della sua vita.

Queste foto sono rimaste sconosciute finché Carlotta non ha deciso di fare ordine e scegliere quelle che sarebbero finite nel libro An attic full of trains, pubblicato ora da Mack. Una selezione più ampia si trova sull’account Instagram grandpa_journey.

Senza saperlo, Alberto di Lenardo (1930-2018) ci ha lasciato un lungo racconto sulla vita borghese italiana del ventesimo secolo tra viaggi, incontri con amici e amanti. L’ha fatto come un osservatore appassionato che preferiva la spontaneità e i punti di vista insoliti.

“Ripensandoci a posteriori” scrive Carlotta, “il suo amore per la modellistica era assolutamente in sintonia con il suo amore per la fotografia. I diorami di un plastico ferroviario non sono che il tentativo di fermare un momento, cristallizzarlo e fissarlo perennemente in un immutabile ricordo, proprio come una bellissima fotografia”.

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