Trump ha incontrato Obama alla Casa Bianca

Il presidente eletto è arrivato a Washington per incontrare il presidente uscente. L’incontro è durato circa 90 minuti. Nel frattempo in tutto il paese ci sono state diverse proteste contro il nuovo presidente repubblicano. 

NUOVE NOTIZIE
  • 10 Nov 2016 19.32

Secondo l’ufficio stampa della Casa bianca, “L’incontro è stato un po’ meno difficile del previsto”.

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  • 10 Nov 2016 19.23

La trascrizione dei discorsi di Obama e Trump, in inglese:

Barack Obama: I just had the opportunity to have an excellent conversation with President-elect Trump. It was wide-ranging. We talked about some of the organizational issues in setting up the White House. We talked about foreign policy, we talked about domestic policy. And as I said last night, my number one priority in the coming two months is to try to facilitate a transition that ensures our president elect is successful. And I have been very encouraged by the I think interest in president elect Trump’s wanting to work with my team around many of the issues that this great country faces and I believe that it is important for all of us regardless of party and regardless of political preferences to now come together, work together, to deal with the many challenges that we face. And in the meantime Michelle has had a chance to greet the incoming first lady and we had an excellent conversation with her as well. And we want to make sure they feel welcome as they prepare to make this transition. And most of all I want to emphasize to you, Mr President Elect, that we now are gonna want to do everything we can to help you succeed because if you succeed then the country succeeds. Please [indicates Trump should speak].

Donald Trump: Well, thank you very much President Obama. This was a meeting that was going to last for maybe 10 or 15 minutes and we were just going to get to know each other. We had never met each other. I have great respect- the meeting lasted for almost an hour and a half, and it could have, as far as I’m concerned, it could have gone on for a lot longer. We really, we discussed a lot of different situations, some wonderful and some difficulties. I very much look forward to dealing with the president in the future, including counsel. He’s explained some of the difficulties, some of the high flying assets and some of the really great things that have been achieved. So Mr President, it was a great honor being with you and I look forward to being with you many, many more times in the future.

Barack Obama: Thank you everybody – we are not going to be taking any questions. [A Trump:] Always a good rule: don’t answer any questions when they just start yelling.

  • 10 Nov 2016 19.03

Il video dell’incontro tra Obama e Trump alla Casa bianca

Le immagini dell’incontro con la stampa dopo il colloquio di circa 90 minuti, pubblicate dal Guardian.

Obama ha dichiarato: “Adesso vogliamo fare tutto il possibile per la successione”.

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  • 10 Nov 2016 18.56

Obama e Trump nello studio ovale

Barack Obama e Donald Trump nello studio ovale, dove si è tenuto un colloquio di circa 90 minuti per definire il passaggio di consegne alla Casa Bianca. (Jim Watson, Afp/Getty Images)
  • 10 Nov 2016 18.54

È finito l’incontro tra Donald Trump e Barack Obama

Il presidente eletto ha parlato con l’attuale presidente nello studio ovale. L’incontro è durato circa 90 minuti. Obama ha dichiarato di sentirsi “incoraggiato” dal colloquio, che è stata “una conversazione eccellente” e che i due politici hanno parlato sia di politica estera sia di politica interna.

Trump ha detto che “ha rispetto per il presidente” e che hanno parlato di cose meravigliose e di cose complicate. Ha aggiunto che l’incontro avrebbe anche potuto durare di più, anche se all’inizio doveva durare circa dieci minuti.

  • 10 Nov 2016 17.35

I giornalisti non potranno seguire in diretta l’incontro tra Donald Trump e Barack Obama, potranno entrare nello studio ovale per fare delle foto dell’incontro.

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  • 10 Nov 2016 17.11

Bianco, maschio, d’età superiore ai 45 anni, poco scolarizzato e benestante: questo è l’identikit dell’elettore del nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump che emerge dagli exit poll condotti da Edison Research. Questi dati dovranno in un secondo tempo essere confrontati con quelli che verranno pubblicati dal Census Bureau.

Come sottolineato dal Pew Research Center, l’istituto che ha analizzato gli exit poll condotti da Edison Research per il National Election Poll, il divario tra gli elettori democratici e repubblicani, soprattutto in termini di sesso e di istruzione, è abbastanza sostanzioso. Così come sono rilevanti le differenze in base all’origine etnica: il 58 per cento dei bianchi (che rappresentano il 70 degli elettori) ha votato per Trump, contro il 37 per cento che ha votato Clinton. Altri dati mostrano come le donne bianche (che rappresentano il 37 per cento degli elettori) abbia votato in maggioranza per Trump (il 53 per cento), mentre l’80 per cento delle donne nere ha votato per Clinton.

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  • 10 Nov 2016 16.25
Lo staff della Casa Bianca ascolta il discorso di Barack Obama dopo la vittoria di Donald Trump, a Washington, il 9 novembre 2016. (Jim Lo Scalzo, Epa/Ansa)
  • 10 Nov 2016 15.16

Gli avvocati di Trump attesi in tribunale per la denuncia di un gruppo di studenti contro la Trump university. Si tratta di una causa cominciata nel 2010. Alcuni studenti sostengono di essere stati truffati dalla Trump university, una delle iniziative legate al miliardario. Avevano pagato 35mila dollari per imparare i segreti dell’imprenditore, ma poi la Trump university ha chiuso per bancarotta. Il neoeletto presidente respinge ogni accusa.

Oggi gli avvocati di Trump chiederanno a un giudice federale di San Diego che i giurati del processo, il cui inizio è previsto per il 28 novembre, non tengano in considerazione alcune dichiarazioni fatte da Trump in campagna elettorale. Il candidato repubblicano aveva accusato il giudice Gonzalo Curiel, che si occupa del caso della Trump university, di essere prevenuto nei suoi confronti perché di origine messicana. Curiel, in realtà, è nato e cresciuto negli Stati Uniti.

  • 10 Nov 2016 15.05
Una manifestante con un megafono sulla superstrada 101 a Hollywood, Los Angeles. (Mario Anzuoni, Reuters/Contrasto)
La polizia circonda i manifestanti radunati sulla superstrada 101 a Hollywood, Los Angeles. (Patrick Fallon, Reuters/Contrasto)
  • 10 Nov 2016 14.51

È previsto per le 15.45 l’incontro tra il vicepresidente in carica Joe Biden e il vicepresidente eletto Mike Pence. Per le prossime ore è prevista anche la visita di Donald Trump alla Casa Bianca per incontrare il presidente Barack Obama.

  • 10 Nov 2016 14.40

Le cinque priorità di Donald Trump

Immigrazione, infrastrutture, sanità, accordi di libero scambio, corte suprema. In campagna elettorale il neoletto presidente Trump si è concentrato su cinque questioni chiave. Un articolo di Quartz spiega come le affronterà.

  • 10 Nov 2016 14.17

Hillary Clinton ha vinto il voto popolare ma perso le elezioni. Negli Stati Uniti il presidente e il vicepresidente sono scelti dai grandi elettori, che formano il collegio elettorale. Un candidato deve ottenere i voti di almeno 270 grandi elettori su 538 per vincere. Il candidato che ottiene la maggioranza dei voti in uno stato ottiene tutti i grandi elettori in gioco, secondo il principio “chi vince prende tutto”.

I risultati di queste elezioni rivelano che la candidata democratica Hillary Clinton ha perso anche se in termini assoluti aveva ottenuto più voti rispetto al suo avversario. Donald Trump – che prima delle elezioni aveva definito il collegio elettorale disastroso per la democrazia – non sarebbe riuscito a conquistare la Casa Bianca se il sistema fosse stato diverso.

Clinton ha ottenuto il 47,7 per cento dei voti, Trump il 47,5 per cento. Questo significa che Clinton ha conquistato oltre duecentomila voti in più, che però corrispondono a 228 grandi elettori contro i 279 di Trump. In alcuni stati il numero dei voti a favore della candidata democratica è stato di gran lunga superiore a quello delle preferenze espresse per il candidato repubblicano.

Per esempio, in California Clinton ha ottenuto il 61,5 per cento dei voti (5,4 milioni di preferenze) e Trump il 33,3 per cento (2,9 milioni). Nello stato di New York i voti per la candidata democratica sono stati il 58,8 per cento contro il 37,5 per cento dell’avversario. In alcuni stati, invece, Trump ha ottenuto una maggioranza molto risicata. In Florida la differenza tra i due candidati è stata solo del 2,7 per cento; in North Carolina Trump ha vinto con il 3,8 per cento di voti in più.

È la quinta volta che un candidato perde le elezioni presidenziali pur avendo il maggior numero di voti popolari, come Al Gore contro George W. Bush nel 2000. Nel sistema elettorale “chi vince prende tutto”, una piccola percentuale del 2 per cento può fare una grande differenza.

  • 10 Nov 2016 12.53

L’opposizione siriana invia una lettera a Trump. Riad Hijab, coordinatore dell’Alto comitato per i negoziati siriano, ha scritto al neoeletto presidente statunitense per chiedere il suo sostegno per trovare una soluzione al conflitto siriano e fermare il “terrorismo di stato che il regime di Damasco mette in atto contro il suo popolo”.

Al momento gli Stati Uniti dirigono una coalizione internazionale che bombarda le postazioni del gruppo Stato islamico in Siria e in Iraq. Allo stesso tempo Washington sostiene alcune formazioni dell’opposizione armata al governo di Bashar al Assad. Tuttavia i ribelli rimproverano all’amministrazione Obama di non aver autorizzato un intervento militare diretto contro l’esercito di Damasco.

  • 10 Nov 2016 12.42

In Europa i giornalisti hanno accolto con stupore, pessimismo e un po’ di timore l’elezione del candidato repubblicano Donald Trump alla Casa Bianca. Ma puntano sulla tenuta della democrazia americana e sul pragmatismo dell’imprenditore per garantire una transizione morbida. I commenti dei principali quotidiani europei.

  • 10 Nov 2016 11.45

Il punto sulle proteste contro Trump in varie città degli Stati Uniti

  • New York Migliaia di manifestanti hanno marciato nel centro di Manhattan fino alla Trump tower bloccando il traffico su numerose strade. Altri centinaia di persone si sono riunite a Manhattan park. Secondo la polizia, almeno 65 persone sono state arrestate.
  • Washington I manifestanti si sono radunati sotto al Trump International Hotel, imbrattando i muri con la vernice blu e dando fuoco alle bandiere statunitensi. Un gruppo di democratici si è raccolto davanti alla Casa Bianca, accendendo candele e cantando.
  • Chicago Le persone coinvolte nelle proteste sono più di 1.800. La polizia è stata costretta a a chiudere le strade per impedire le manifestazioni. La folla ha bloccato l’entrata alla Trump tower al grido: “Abbasso Trump, abbasso il Kkk, abbasso i fascisti”.
  • Los Angeles Cinquemila studenti hanno paralizzato il traffico, causando code lunghe chilometri. I poliziotti gli hanno ordinato di andarsene, ma la maggior parte non si è spostata. Secondo una fonte della polizia, sono state arrestate 13 persone.
  • Oakland Vicino a San Francisco, più di seimila persone hanno partecipato a un corteo scontrandosi con le forze dell’ordine. I manifestati hanno dato fuoco a bidoni della spazzatura e lanciato sassi contro le vetrine dei negozi. Due poliziotti sono rimasti feriti.
  • Altre proteste si sono svolte in Texas, in Arizona, in Pennsylvania e in Oregon, ma per il momento hanno mantenuto un carattere pacifico.
  • 10 Nov 2016 10.41

La giornalista britannica Laurie Penny in un commento su New Statesman scrive che oggi centinaia di milioni di persone negli Stati Uniti e nel mondo si sono svegliate nella paura: per loro stesse, per i figli e per il futuro del pianeta.

I segnali erano chiari, per chi aveva gli strumenti per interpretarli. Un primo segnale è stato l’incendio di una chiesa frequentata da neri in Mississippi, dove sul muro è stato scritto con una bomboletta spray ‘Vota Trump’. Un altro segnale è stato la notizia di una sparatoria mortale fuori da un seggio in California l’altra notte. Negli Stati Uniti la sensibilità democratica è stata martoriata e stravolta in qualcosa di violento e oscuro. Qualcosa che non è necessariamente antidemocratico, ma che non è corretto, giusto o equo. Donald Trump si è fatto strada con l’imbroglio verso la Casa Bianca dicendo quello che in molti pensavano, ma il fatto che molti pensino una cosa non la rende necessariamente giusta. Il popolo si è espresso. Ma questo non significa che tutti gli altri ora debbano tacere.

  • 10 Nov 2016 10.02

Nel discorso della vittoria, Donald Trump ha usato toni molto diversi da quelli della campagna elettorale. Ha dimenticato le sparate contro gli immigrati e ha annunciato l’avvio di grandi opere pubbliche. Il commento di Bernard Guetta.

Sembrava quasi Bernie Sanders, il socialista che aveva suscitato un grande entusiasmo durante le primarie democratica, o Hillary Clinton, che aveva inserito questo progetto nel suo programma. Trump ha voltato le spalle a tre decenni di demonizzazione della spesa pubblica, ripudiando Alan Smith per tornare a Keynes. Era difficile aspettarsi un discorso di questo tipo da un imprenditore privato, miliardario e per nulla amico dello stato e della redistribuzione delle ricchezze attraverso le imposte. Saranno solo parole?

  • 10 Nov 2016 09.55

Le reazioni della Corea del Nord e di Cuba. Il governo di Pyongyang ha messo in guardia il futuro presidente degli Stati Uniti Donald Trump precisando che dovrà trattare con uno “stato nucleare” e che i tentativi statunitensi di denuclearizzare la Corea del Nord sono “illusioni superate”.

A Cuba il presidente Raúl Castro si è felicitato con Trump per la vittoria alle presidenziali. Allo stesso tempo ha indetto delle esercitazioni militari sull’isola. Come spiega Time, in passato l’organizzazione di operazioni del genere è avvenuta in momenti di tensioni diplomatiche.

  • 10 Nov 2016 09.42
Una manifestazione contro l’elezione di Donald Trump a San Diego, California. (Sandy Huffaker, Reuters/Contrasto)
  • 10 Nov 2016 09.42

We need to talk: la giornalista britannica Laurie Penny si rivolge alle elettrici di Donald Trump. “Avevate la personificazione di un cauto femminismo progressista bianco per cui votare. E invece avete scelto il patriarcato razzista”.

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  • 10 Nov 2016 09.13

Negli Stati Uniti migliaia di persone protestano contro l’elezione di Donald Trump. A Boston, Chicago, Denver, Philadelphia, San Francisco, Washington, New York e altre città i manifestanti sono scesi in piazza con cartelli con la scritta: “Non è il mio presidente”. A Manhattan circa cinquemila persone si sono radunate sotto le Trump Tower scandendo slogan contro la politica anti immigrazione che Trump aveva promesso durante la campagna elettorale.

  • 10 Nov 2016 09.00

Primi impegni istituzionali per Donald Trump. Oggi andrà alla Casa Bianca per incontrare Barack Obama e preparare il passaggio di consegne. Trump ha ricevuto le congratulazioni del primo ministro giapponese Shinzō Abe, che incontrerà la prossima settimana a New York. In campagna elettorale Trump aveva chiesto al Giappone di pagare di più per la presenza delle forze armate nel paese e aveva suggerito a Tokyo di dotarsi dell’arma nucleare. Inoltre Trump è contrario al Trans Pacific partnership (Tpp), l’accordo di libero scambio tra 13 paesi a cui aderiscono sia Stati Uniti sia Giappone.

  • 09 Nov 2016 18.51
Barack Obama durante il discorso alla Casa Bianca, Washington. (Kevin Lamarque, Reuters/Contrasto)

Barack Obama ha parlato ai cittadini statunitensi, poco dopo Hillary Clinton. “Ho parlato con il presidente Trump questa mattina, intorno alle 3.30”, ha detto Obama. “Non è un segreto che io e il presidente eletto abbiamo delle differenze piuttosto sostanziose. Ma ricordo che otto anni fa, anche io e il presidente Bush avevamo delle differenze piuttosto sostanziose. Adesso dobbiamo tutti sperare che abbia successo nel riuscire a unire e condurre questo paese”. Il presidente uscente ha enfatizzato l’importanza di passaggio di potere pacifico, che è uno dei punti forti della democrazia.

Ha poi espresso la sua gratitudine nei confronti di Clinton: “Non potrei essere più orgoglioso di lei. Molti americani la ammirano e la sua candidatura e nomina sono storiche. Tutti sono tristi quando il proprio partito perde alle elezioni. Ma il giorno dopo, dobbiamo ricordare che siamo tutti nella stessa squadra”. Ha aggiunto: “Non siamo democratici o repubblicani, prima di tutto siamo americani”.

Obama ha concluso rivolgendosi ai giovani che cominciano una carriera politica, come ha fatto Clinton: “Non dovete farvi abbattere dai risultati, non diventate cinici. Vale la pena di lottare per ciò che è giusto. Anche io ho perso alle elezioni, è così che funziona la politica. Veniamo sconfitti, ci rialziamo, lecchiamo le ferite e torniamo nell’arena e andiamo avanti. È così che siamo arrivati fino a qui oggi”.

  • 09 Nov 2016 18.50

Con l’elezione di Donald Trump la storia cambia passo a Washington, altri muri si alzano, la guerra fredda è davvero sepolta ma il mondo ricomincia a tremare. Il commento di Ida Dominijanni.

Sessanta milioni di elettori ed elettrici hanno deciso di ‘rifare grande l’America’, make America great again, affidando il compito a Donald Trump, ‘il presidente più impreparato della nostra storia’ come lo definisce stamani un New York Times sconfitto, assieme a tutto il sistema dei media e dei sondaggi e al cosiddetto establishment, quanto e più di Hillary Clinton.

Lo slogan, ora si vede, era ben congegnato. Puntava dritto al tallone d’Achille della presidenza Obama, che lascia un paese in crescita malgrado la crisi più devastante degli ultimi novant’anni, l’occupazione in netta risalita, il salario minimo in crescita, un minimo di copertura sanitaria garantito per la prima volta nella sua storia, il nemico terrorista colpito se non affondato, la considerazione internazionale ripristinata dopo il buio dell’era Bush.

  • 09 Nov 2016 18.47
na!, Francia

La vittoria di Donald Trump vista dai vignettisti di tutto il mondo. Guarda la gallery.

  • 09 Nov 2016 18.23
La candidata democratica Hillary Clinton con suo marito Bill durante una conferenza stampa a New York, dopo la sconfitta alle elezioni. (Carlos Barria, Reuters/Contrasto)

Hillary Clinton ringrazia gli elettori dopo la sconfitta. Intorno alle 11.30 (ora di New York) Hillary Clinton ha tenuto una conferenza stampa davanti al suo staff e ai suoi elettori in un hotel di New York.

“Mi dispiace che non abbiamo vinto queste elezioni per la visione che abbiamo di questo paese ma sono contenta per la campagna che abbiamo fatto”, ha detto Clinton. “Ho telefonato a Donald Trump per riconoscere il risultato e gli ho offerto il mio aiuto”, ha detto mentre ha augurato al nuovo presidente di avere successo.

“Dobbiamo accettare questo risultato, Donald Trump sarà il nostro presidente, gli auguriamo di avere una mente aperta e la possibilità di governare”. Clinton ha definito il risultato “doloroso”, ma ha detto che non si tratta di una persona o di una tornata elettorale, ma di un intero paese. “Questo non è quello per cui abbiamo lavorato, ma mi sento orgogliosa per questa campagna eccezionale, creativa e caotica, dinamica. Voi rappresentate il meglio dell’America. Rappresentarvi è stato l’orgoglio della mia vita. So che siete delusi, e anch’io lo sono. La nazione è più divisa di quanto pensassimo, ma dobbiamo accettare il risultato e guardare al futuro. Dobbiamo dare la possibilità a Trump di guidare il paese”.

“L’economia deve funzionare per tutti, il sogno americano è grande per tutti, per le donne, i disabili, gli omosessuali. La nostra responsabilità come cittadini è di continuare a fare la nostra parte per un’America migliore e so che lo farete. A Barack e Michelle Obama: il nostro paese vi deve tantissimo, grazie per la vostra leadership”.

Clinton ha aggiunto: “Ne è valsa la pena. Abbiamo bisogno che voi continuiate a lottare e a tutte le donne, soprattutto quelle più giovani, vorrei dire che nulla mi ha reso più orgogliosa di essere la vostra candidata. Non possiamo ancora sfondare quel soffitto di cristallo, ma un giorno qualcuno lo farà, spero il prima possibile”.

Leggi il discorso completo di Hillary Clinton (in inglese).

  • 09 Nov 2016 18.13

La diretta della conferenza stampa di Barack Obama

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  • 09 Nov 2016 17.08

La diretta da New York del discorso di Hillary Clinton dopo la sconfitta

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  • 09 Nov 2016 16.41

Due copertine su Donald Trump dall’archivio di Internazionale. Benvenuti nell’era di Donald Trump (2 giugno 2016, illustrazione di Gipi) e Attenti a Donal Trump (11 settembre 2015, foto di Nathaniel Welch).

  • 09 Nov 2016 16.00

Il fatto che uno come Trump sia arrivato fino a questo punto è significativo. Vuol dire che il mondo non è più lo stesso. Com’è questo nuovo mondo? È un posto dove le basi della democrazia liberale – il parlamento, le università, la pubblica amministrazione, i mezzi d’informazione – sono viste con profondo scetticismo. Un tempo si conveniva sul fatto che alcuni mezzi d’informazione dicevano più o meno la verità, ma oggi non è più così.

Leggi Benvenuti nell’era di Donald Trump, di Jonathan Freedland. Era l’articolo di copertina di Internazionale numero 1156, pubblicato il 2 giugno 2016.

  • 09 Nov 2016 15.25
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  • 09 Nov 2016 15.15
Le proteste contro la vittoria di Donald Trump nel quartiere di Capitol Hill a Seattle. (Ted S. Warren, Ap/Ansa)
Cassonetti della spazzatura incendiati durante le proteste contro Trump a Oakland, in California. (Jane Tyska, Bay Area News Group/Ap/Ansa)
  • 09 Nov 2016 15.08

Hillary Clinton parlerà tra circa un’ora

La candidata democratica sconfitta da Donald Trump parlerà ai suoi sostenitori tra circa un’ora in un hotel di New York, lo ha annunciato Jennifer Palmieri, una portavoce della campagna elettorale di Clinton. La candidata ha riconosciuto la sconfitta in mattinata in una telefonata con Trump, ma non ha ancora parlato in pubblico.

  • 09 Nov 2016 14.33
Illustrazione di Gipi

Il 1 giugno ho partecipato a un comizio di Donald Trump a Sacramento, in California. Per cinque ore ho parlato con decine di persone e ho ascoltato i loro discorsi, non da giornalista ma come uno spettatore tra tanti – ero in jeans, scarpe da lavoro e cappellino con la visiera – e ho notato che tutti erano cordiali, educati e, con poche interessanti eccezioni, abbastanza ragionevoli. Il raduno era pacifico e patriottico come un picnic per la festa dell’indipendenza del 4 luglio.

Eppure sono andato via portando con me tutta una serie di nuove domande e timori, per esempio: perché gli organizzatori hanno scelto di aprire e chiudere il comizio con Tiny dancer di Elton John? Quanto è preoccupante sapere che a nessuno dei presenti interessava veramente quello che Trump diceva? Il fatto che i suoi sostenitori non siano tutti matti da legare ma rappresentino in realtà un’ampia e trasversale porzione della popolazione americana, con molte più donne di quanto sia ragionevole aspettarsi, significa che Trump potrebbe davvero vincere le elezioni?

L’America vista da un comizio di Donald Trump: il reportage di Dave Eggers con le illustrazioni di Gipi.

  • 09 Nov 2016 14.17

Il mondo è diventato un posto più pericoloso stamattina. Abbiamo già Vladimir Putin, Xi Jinping, Recep Tayyip Erdoğan, Viktor Orbán e diversi altri leader autoritari e senza scrupoli.

Il “programma” di politica estera di Trump lascia intuire come si comporterà. Costruirà un muro con in Messico e lo farà pagare ai messicani (espellerà molti immigrati irregolari)? Porgerà veramente la mano a Vladimir Putin (che non è necessariamente una cosa negativa) ma soprattutto a che prezzo e con quali conseguenze per noi, in Ucraina e in Siria? Chi sarà, nei fatti, il garante della sicurezza nei paesi della Nato e in Asia?

Non abbiamo ancora finito di calcolare l’impatto di questa vittoria, che molte persone non pensavano possibile fino a ieri, sia in America, sia da noi. In particolare sulla rabbia che lui ha incarnato tra gli esclusi della globalizzazione, quelli che credevamo emarginati e rassegnati, e che hanno visto in lui un potente portavoce. Come i britannici che hanno scelto la via della Brexit e gli europei che continuano a sentirsi rappresentati da una moltitudine di movimenti populisti. Saremo in grado di comprendere la lezione e soprattutto di cambiare strada? Ne dubito. È qualcosa che ho cercato di spiegare in un articolo che ho scritto qualche settima fa in cui parlavo di “trumpizzazione degli spiriti”, in un momento in cui tutti pensavano che Clinton ce l’avrebbe fatta.

La campagna elettorale in Francia sarà terribile e alcuni dei nostri politici cercheranno di fare i Trump francesi, e si lanceranno in promesse demagogiche. Il peggio non è mai sicuro, ma noi siamo messi male. Lo stesso vale per l’Italia con il referendum costituzionale, e la Germania o i Paesi Bassi con le loro elezioni generali. La prima pagina di Time riassume bene tutto: “Farci i conti”. È stata pubblicata nell’agosto del 2015, quando la candidatura di Trump ha cominciato a prendere corpo. È valida ancora al giorno d’oggi.

  • 09 Nov 2016 13.19

La Casa Bianca ha fatto sapere che il presidente uscente Barack Obama si è congratulato con il vincitore delle elezioni Donald Trump e lo ha invitato a Washington giovedì.

  • 09 Nov 2016 13.07

Sono scoppiate proteste contro Trump in tutto il paese

Subito dopo l’annuncio della vittoria di Donald Trump migliaia di persone sono scese in strada contro il nuovo presidente a Los Angeles, Oakland, Portland e New York.

Proteste a Oakland

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Proteste a Portland

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  • 09 Nov 2016 12.59
“Trumpocalisse”, Libération, Francia.

Le prime pagine dei quotidiani da tutto il mondo dopo la vittoria di Donald Trump. Guarda la gallery.

  • 09 Nov 2016 12.55

Donald Trump su Twitter: “Una notte bella e importante! Le donne e gli uomini dimenticati non saranno più dimenticati. Torneremo ancora insieme come mai prima.

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  • 09 Nov 2016 12.35

Come sono andati i referendum sulla cannabis. California, Massachusetts e Nevada hanno legalizzato la cannabis a scopo ricreativo che era già consentito in quattro stati: Alaska, Colorado, Oregon e Washington. Dopo queste elezioni, più del venti per cento degli americani vive in stati dove l’uso di marijuana è legale.

Tuttavia rimane in piedi al livello nazionale il divieto di usare droghe, che rende difficile il commercio di cannabis tra uno stato e l’altro. Un sondaggio Gallup di ottobre ha fatto emergere che la legalizzazione della cannabis è sostenuta dal 60 per cento degli statunitensi.

In Florida, Arkansas e North Dakota è stata approvata la proposta di consentire l’uso della cannabis a scopo terapeutico. In Arizona la proposta di legalizzare la cannabis a scopo ricreativo è stata bocciata, mentre non sono ancora chiari i risultati di un referendum simile nel Maine.

  • 09 Nov 2016 12.08


Il New York Times ha pubblicato il discorso completo pronunciato da Donald Trump, dopo la vittoria, intorno alle 3 di notte, ora di New York, in un hotel davanti ai suoi sostenitori.

TRUMP: Thank you. Thank you very much, everyone.

(APPLAUSE)

Sorry to keep you waiting; complicated business; complicated.

(APPLAUSE)

Thank you very much.

(APPLAUSE)

TRUMP: I’ve just received a call from Secretary Clinton.

(APPLAUSE)

She congratulated us — it’s about us — on our victory, and I congratulated her and her family on a very, very hard-fought campaign. I mean, she — she fought very hard.

(APPLAUSE)

Hillary has worked very long and very hard over a long period of time, and we owe her a major debt of gratitude for her service to our country.

(APPLAUSE)

I mean that very sincerely.

(APPLAUSE)

Now it’s time for America to bind the wounds of division; have to get together. To all Republicans and Democrats and independents across this nation, I say it is time for us to come together as one united people.

(APPLAUSE)

It’s time. I pledge to every citizen of our land that I will be president for all Americans, and this is so important to me.

(APPLAUSE)

For those who have chosen not to support me in the past, of which there were a few people…

(LAUGHTER)

Leggi tutto il discorso.

  • 09 Nov 2016 11.32

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Il fotografo Christopher Morris ha seguito un comizio di Donald Trump sette mesi fa e ne ha fatto un video in slow motion.

  • 09 Nov 2016 11.14

Tutto quello che sappiamo finora sulla vittoria di Donald Trump

Il candidato repubblicano Donald Trump ha ottenuto 279 grandi elettori sui 270 necessari per vincere le elezioni, la sua rivale democratica Hillary Clinton si è fermata a 218. Trump ha vinto in stati tradizionalmente democratici come Pennsylvania e Wisconsin e ha conquistato gli stati che erano in bilico come la Florida, l’Ohio e il North Carolina. I repubblicani hanno ripreso il potere, dopo otto anni di governo democratico alla Casa Bianca e hanno anche riconfermato il controllo della camera e del senato. Tutto quello che c’è da sapere sulla nottata elettorale appena trascorsa.

  • Donald Trump ha già ringraziato i suoi elettori, parlando in un hotel di New York, poco prima delle tre di notte, ora locale. Hillary Clinton ha telefonato al rivale repubblicano per riconoscere la sconfitta. Parlando ai suoi sostenitori Trump ha detto: “Le donne e gli uomini dimenticati di questo paese, non saranno più dimenticati”. Il nuovo presidente degli Stati Uniti ha fatto appello all’unità. “È venuto il momento per l’America di superare tutte le divisioni, di camminare insieme come un’unica persona”, ha detto. Trump ha anche ringraziato Hillary Clinton.
  • Non sono ancora arrivati i risultati definitivi del Michigan, del New Hampshire, del Minnesota e dell’Arizona. Anche se è quasi terminato lo spoglio e Trump è in vantaggio in tutti questi stati, anche se di misura.
  • Hillary Clinton non ha ancora commentato i risultati delle elezioni. Secondo le prime analisi, nella sua disfatta sono stati determinanti i voti degli afroamericani e dei giovani, che invece erano stati molto rilevanti nella vittoria di Barack Obama nel 2008 e nel 2012.
  • 09 Nov 2016 10.48

“Il paese che non conosciamo”, è il titolo del commento di Paul Krugman sul New York Times:

Pensavamo che la gran parte degli americani desse valore alle norme democratiche. Ora scopriamo che ci sbagliavamo. Scopriamo che molte persone – soprattutto bianche e abitanti delle zone rurali – non condividono affatto la nostra idea di America. Per loro si tratta di sangue e terra, patriarcato e gerarchia razziale. Non so dove andremo. L’America è una società e un paese fallito? Sembra davvero così. Dobbiamo trovare un modo per andare avanti, ma questa è stata una notte di terribili rivelazioni, e credo che non sia indulgente verso se stessi provare una forte disperazione.

  • 09 Nov 2016 10.34

Immaginiamo di essere nel luglio del 2017. Donald Trump, che esattamente un anno fa è stato nominato candidato del Partito repubblicano alle elezioni presidenziali statunitensi, ha vinto con uno stretto margine (i sondaggi dicono che un esito del genere è possibile). Trump si è insediato da sei mesi e ha cominciato a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale.

Leggi l’articolo I primi sei mesi di Donald Trump alla guida degli Stati Uniti, di Gwynne Dyer, pubblicato a luglio del 2016.

  • 09 Nov 2016 10.32

San Francisco approva una tassa sulle bevande zuccherate. Gli elettori della città californiana hanno approvato la “soda tax”, una misura per contrastare l’aumento di casi di obesità e di diabete, come raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Anche in altre città della Bay area, come Albany e Oakland, e a Boulder, in Colorado, sono stati adottati provvedimenti simili.

  • 09 Nov 2016 09.52
Il nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump a Manhattan, New York, il 9 novembre 2016. (Mike Segar, Reuters/Contrasto)
  • 09 Nov 2016 09.52
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  • 09 Nov 2016 09.45

Il presidente russo Vladimir Putin si congratula con Donald Trump con un telegramma. “Spero che potremo lavorare insieme”, afferma Putin.

  • 09 Nov 2016 09.30
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“Finita la campagna elettorale adesso comincia il vero lavoro. Amo l’America e lavorerò per voi”. Lo ha detto Donald Trump in un hotel di New York nel suo discorso dopo la vittoria alle elezioni presidenziali.

  • 09 Nov 2016 09.00

Hillary Clinton ha chiamato Donald Trump, riconoscendo la sconfitta. Lo ha detto Donald Trump parlando ai suoi sostenitori nel quartier generale della sua campagna.

  • 09 Nov 2016 08.45

L’Associated press assegna la vittoria a Donald Trump, dopo che si è aggiudicato anche il Wisconsin. Subito dopo tutti i mezzi d’informazione statunitensi assegnano la vittoria al candidato repubblicano.

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