La variante omicron del virus sars-cov-2 tende a sfuggire ai test nasali rapidi nelle prime fasi dell’infezione. È emerso da un piccolo studio statunitense pubblicato su medRxiv, ma non ancora sottoposto a revisione paritaria (peer review). I ricercatori hanno monitorato ventinove persone con lavori ad alto rischio di contagio prima che risultassero positive alla variante omicron a dicembre. I volontari sono stati sottoposti tutti i giorni a test rapidi nasali e a test molecolari (Pcr) salivari per misurare la loro diversa efficacia nel rilevare il virus. I test salivari hanno rilevato l’infezione fino a tre giorni prima di quelli nasali, forse perché omicron tende a raggiungere la gola prima del naso. Il rischio è che persone che risultano negative al test nasale possano continuare a circolare contagiando gli altri. Se i risultati dello studio fossero confermati, bisognerebbe riconsiderare l’uso dei tamponi rapidi nasali nei luoghi di lavoro.

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Questo articolo è uscito sul numero 1443 di Internazionale, a pagina 97. Compra questo numero | Abbonati