Mendelssohn suonato da un’orchestra da camera con il direttore alla tastiera è sempre una proposta allettante. L’Orchestre de chambre di Parigi e Lars Vogt mantengono le promesse. Il primo concerto ha dall’inizio un’eleganza beethoveniana, ma i musicisti fanno centro anche nei momenti più lirici. Il pianista tedesco, come ci si aspetta da un musicista da camera di prima classe, pone attenzione ai passaggi nei quali accompagna i suoi colleghi quanto a quelli dove è al centro della scena. L’orchestra risponde allo stesso modo, seguendo l’articolazione e la dinamica del solista con cura eccezionale. C’è anche sempre molta fantasia. Il disco è completato dal Capriccio brillant op. 22, e quello che in mani meno creative può diventare un momento frivolo, con Vogt e compagni è ricco di personalità, e nel velocissimo finale il pianoforte è scintillante quanto sobrio. La registrazione è splendida, e vi porta tutti i musicisti in casa.

Harriet Smith, Gramophone

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Questo articolo è uscito sul numero 1457 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati