◆ Quest’immagine, scattata da un astronauta a bordo della Stazione spaziale internazionale, mostra la zona umida della baia di Adair, che segna il passaggio tra il Gran deserto di Altar e il golfo della California, nello stato di Sonora, nel nordovest del Messico. Una ferrovia e un’autostrada tagliano le saline asciutte e la sabbia del deserto nella parte settentrionale della regione. Si vedono anche alcuni corsi d’acqua ricchi di sedimenti, che favoriscono la miscela di acqua dolce e salata, vitale per l’ecosistema.

Le aree di colore verde scuro sono coperte da vegetazione alofita, cioè capace di adattarsi a terreni salini, soprattutto mangrovie e arbusti. Le piane di sale e fango, riconoscibili dalle sfumature bianche e grigie, separano la zona umida dal deserto adiacente. Le piane sono costellate di pozos (pozzi), un tipo di sorgente naturale d’acqua dolce molto comune nelle zone umide del golfo della California, difficile però da vedere dallo spazio.

Le saline costiere come quelle della baia di Adair sono alimentate dalle maree. Quando la marea è bassa, l’acqua evapora facendo emergere le piane di sale; quando è alta, i nutrienti favoriscono la crescita delle piante alofite e il ciclo vitale degli animali acquatici. La zona umida, che è protetta dalla convenzione di Ramsar, ospita uccelli migratori e pesci minacciati, tra cui il totoaba.–Nasa

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Questo articolo è uscito sul numero 1490 di Internazionale, a pagina 113. Compra questo numero | Abbonati