Le impronte digitali dipendono da una serie di meccanismi molecolari e da una particolare disposizione spaziale delle cellule. Alcuni ricercatori hanno studiato a fondo la formazione delle creste cutanee sui polpastrelli, che producono le impronte digitali e sono diverse da individuo a individuo. Le creste, che cominciano a formarsi già nel feto, sono prodotte da cellule che si organizzano in modo simile ai follicoli dei capelli, ma più in superficie. Le cellule si trovano in tre aree dei polpastrelli: vicino all’unghia e all’articolazione, e al centro. Rispondono a due molecole, wnt e bmp, che in modo alternato inducono e bloccano la proliferazione cellulare. I due segnali contrastanti producono ondate di cellule, formando le creste. Questo meccanismo di attivazione e blocco, già descritto dal matematico Alan Turing nel 1952, spiega lo sviluppo di varie strutture naturali, tra cui la disposizione delle foglie su una pianta. Le creste cutanee s’incontrano poi sulla superficie del polpastrello, formando quell’intricato disegno, composto da archi, cappi e vortici, che chiamiamo impronta digitale. ◆

Questo articolo è uscito sul numero 1499 di Internazionale, a pagina 97. Compra questo numero | Abbonati