In seguito all’attentato del 22 marzo scorso alla sala da concerto Crocus city hall di Mosca, il ministero del lavoro del Tagikistan ha rilevato che molti suoi concittadini stanno lasciando la Russia. La viceministra del lavoro Shakhnoza Nodiri ha sottolineato che al momento sono ancora poche le denunce di abusi o molestie. Tra i tagichi della diaspora prevalgono l’ansia e la preoccupazione. Ciò non toglie che in Tagikistan il flusso migratorio si sia invertito: più ingressi e meno uscite. L’associazione per i diritti umani Pervyj otdel (Primo dipartimento) ha comunicato che il 29 marzo a San Pietroburgo le forze di sicurezza hanno condotto un’operazione denominata “Antimigrant” per identificare ed espellere gli stranieri senza permesso di soggiorno. Intanto, a Mosca e in altre città russe la polizia ferma gli uomini di fisionomia asiatica sempre più spesso e le persone rifiutano le corse in taxi se il conducente è tagico. A Ekaterinburg l’amministrazione di un centro commerciale ha chiesto ai suoi locatari informazioni sui dipendenti kazachi, uzbechi, tagichi, turkmeni e kirghizi. I leader della diaspora tagica hanno raccomandato ai propri concittadini di non uscire la sera e di evitare raduni per strada. Il ministero degli esteri del Kirghizistan ha consigliato ai suoi cittadini di evitare i viaggi in Russia. Un deputato della duma russa, Konstantin Zatulin, ha detto che chi istiga alla persecuzione degli immigrati dovrà risponderne davanti alla legge, perché si tratta di azioni destabilizzanti per il paese. Secondo le sue previsioni, l’ostilità verso i migranti è comunque destinata a inasprirsi. ◆ ab

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Questo articolo è uscito sul numero 1560 di Internazionale, a pagina 48. Compra questo numero | Abbonati