All’inizio c’è un brano inquietante che anticipa il resto del libro come il fruscìo delle foglie prima di un uragano: “Fece scattare la leva della serratura e premette le mani contro il vetro, lasciando impronte che presto non avrebbero più avuto un corrispettivo vivente”. Per Pamela Schumacher, l’uragano è un serial killer che fa irruzione nella casa della sua confraternita studentesca a Tallahassee, in Florida, nel 1978. Quattro sorelle vengono aggredite. Due sopravvivono, due muoiono. Pamela è l’unica che vede in faccia l’assassino e, quarant’anni dopo, è ancora tormentata da lui e in lutto per le amiche a cui è stata strappata la vita. Il romanzo è pieno di momenti in cui si percepisce quanto il mondo trami contro qualsiasi donna, giovane o meno, che osi essere “brillante” (bright, appunto). C’è sempre qualcosa nell’ombra che maledice ciò che brilla. Jessica Knoll non rende facile il percorso di Pamela (né tantomeno il nostro), ma lo conclude con un urlo catartico, rimasto troppo a lungo soffocato.
Patton Oswalt, The New York Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1635 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati