I film su Hollywood spesso vincono premi: l’industria ama guardarsi sullo schermo. Stessa cosa si può dire dei libri sulla scrittura. Ma un romanzo su Hollywood è un’altra cosa. Di solito li scrivono autori di spessore, affascinati da un certo esotismo, che guardano l’industria dall’esterno. In Television, romanzo di esordio di Lauren Rothery, Hollywood ha meno segreti. Rothery non ha al suo attivo grandi film, ma è una sceneggiatrice e una regista. E il suo romanzo nasce dall’osservazione più che dalla curiosità. Television ruota intorno alla vicenda di Verity, un attore ricco e famoso che beve troppo e decide di organizzare una specie di lotteria per distribuire al pubblico i guadagni del suo ultimo film. La storia è raccontata da tre prospettive: quella di Verity, quella della sua amica e amante Helen e quella di Phoebe, giovane sceneggiatrice che sta scrivendo un film sull’amicizia. Ci sono i presupposti per un attacco al potere del denaro e al privilegio. Ma alla fine Television si configura tanto come un’ode quanto come una critica a Hollywood.
Chicago Review of Books
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Questo articolo è uscito sul numero 1644 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati