Dopo anni trascorsi a suonare vari strumenti nella scena alternativa islandese, Ólöf Arnalds nel 2007 ha pubblicato il suo delicato debutto Við og Við. Nei sette anni successivi ha realizzato altri tre album sempre più ricchi, fino al pop acustico ed elettronico di Palme (2014). Dopo una pausa di un decennio – durante la quale ha lavorato come copywriter, cresciuto i figli, fondato lo spazio artistico Mengi a Reykjavík e sposato il collaboratore Skúli Sverrisson – è tornata in studio e ha scelto una formazione ridotta per registrare Spíra, che significa germoglio. Spíra è un disco personale, che guarda alla sua vita con gratitudine. Cantato in islandese, si apre con la ballata Heimurinn núna, seguita da brani che evocano melodie da trovatrice medievale. Il brano che dà il titolo al disco racconta la custodia condivisa del figlio, mentre Tár í morgunsárið riflette sulla spiritualità. Il disco si chiude con il più energico Afl þitt og hús e con Lifandi. Con arrangiamenti minuti e una voce intensa, Spíra rivela un’artista da riscoprire.
Marcy Donelson, All Music

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Questo articolo è uscito sul numero 1644 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati