Guardando gli scaffali di negozi frequentati dai giovani si potrebbe pensare che gli Stati Uniti siano in preda a una febbre da panna montata. Quasi tutti i sexy shop e i rivenditori di sigarette elettroniche mettono in bella mostra bombolette di protossido d’azoto, un prodotto che teoricamente dovrebbe essere usato dai pasticcieri per creare schiume e dai baristi per fare cocktail. Nel minimarket a pochi passi dal palazzo in cui vivo le scatole che contengono fino a cento piccole bombolette sono impilate in modo da catturare l’attenzione dei passanti, accanto alle pipette a forma di baby Yoda.

Il problema è che chi usa il protossido di azoto in cucina di solito non si rifornisce in negozi con nomi come Puff N Stuff o Condom Sense. In realtà la maggior parte di chi compra quelle bombolette le usa per sballarsi. Sostanza pericolosa e tecnicamente illegale, il protossido d’azoto (conosciuto anche come gas esilarante) è facilmente reperibile: l’importante è fingere di volerlo usare per cucinare. Oggi il giro d’affari costruito sapientemente intorno a questa scappatoia legale è sempre più consistente. I grandi produttori di protossido d’azoto pubblicizzano e aromatizzano il gas per attirare i consumatori più giovani, vendendolo in negozi che di solito soddisfano altri vizi e in quantità che sono del tutto incompatibili con l’uso culinario, ma ideali per l’inalazione. Il gas può essere facilmente ordinato online. Senza una regolamentazione adeguata, stordirsi con questo gas continuerà a costare quanto un pacchetto di patatine.

Il protossido d’azoto è inalato per scopri ricreativi fin dall’ottocento. Il gas provoca un breve stato di euforia, con un formicolio alle dita spesso seguito da una risata frastornata. Di recente la sua versione moderna, conosciuta come “whippet” o “whip-it”, è diventata sempre più popolare tra i giovani (questi prodotti contengono solo il gas, quindi sono diversi dalle bombolette vendute nei supermercati che contengono sia il protossido d’azoto sia la panna). Anche se i protocolli introdotti durante la pandemia hanno ostacolato le catene di distribuzione delle sostanze illegali, la disponibilità di protossido d’azoto è rimasta inalterata. Nel 2018 circa 12,5 milioni di statunitensi sopra i dodici anni hanno ammesso di averne fatto uso almeno una volta. Nel 2022 erano saliti a 14 milioni. I social network sono pieni di video in cui i ragazzi inalano il gas prima di cadere rovinosamente a terra (di recente TikTok ha deciso di bloccare le ricerche relative al protossido d’azoto). I consumatori più assidui hanno ispirato personaggi per il videogioco Roblox, mentre nel video della canzone Whippet di Rudekays si vedono il rapper e il suo entourage inalare tra un verso e l’altro il protossido d’azoto da una bomboletta infilata nei pantaloni. Di recente un ex studente della Columbia mi ha detto che a una festa di compleanno c’era una grande insalatiera piena di bombolette usate di protossido d’azoto.

Come si può immaginare, privare il cervello di ossigeno per inalare un gas esilarante non è un’idea particolarmente saggia. I consumatori più accaniti di protossido d’azoto possono sviluppare gravi disturbi e in alcuni casi rischiare la vita. Varun Vohra, professore di medicina d’urgenza della Wayne state university di Detroit, in Michigan, mi ha spiegato che l’uso prolungato provoca sintomi come difficoltà di deambulazione, debolezza e forti dolori agli arti (in Michigan i ricoveri d’urgenza per disturbi legati al protossido d’azoto sono più che raddoppiati tra il 2022 e il 2023). L’inalazione del gas neutralizza la vitamina B12, danneggiando i nervi del cervello e il midollo spinale. Nei consumatori abituali questo processo può portare alla paralisi. Tante persone hanno riferito di sintomi come depressione, ansia, sbalzi d’umore e perfino allucinazioni. Uno studente all’ultimo anno della Tulane university che ha chiesto di restare anonimo ha raccontato di aver smesso di inalare il protossido d’azoto dopo una notte in cui ha perso conoscenza e si è risvegliato steso a terra, senza riuscire a ricordare cosa fosse successo. Gli amici hanno detto che aveva avuto una crisi epilettica.

Ragazzi inalano protossido di azoto dai palloncini al festival di Glastonbury, in Inghilterra, nel 2014 (Gideon Mendel, Corbis/Getty)

Come aggirare la legge

Forse il pericolo maggiore è legato a ciò che le persone fanno mentre inalano il gas. Ed Scott, consigliere comunale di Rialto, in California, ha perso un figlio in un incidente automobilistico perché l’amico che guidava aveva fatto uso di protossido di azoto ed era svenuto. La tragedia ha spinto Scott a indagare sul consumo di questa sostanza in California, scoprendo che le bombolette erano state ritrovate sul luogo di molti altri incidenti. Spesso gli agenti di polizia, convinti che si trattasse di bombolette di elio, non avevano capito che gli incidenti erano stati causati dallo stato di alterazione del guidatore.

Considerati i rischi per la salute e la sicurezza, la vendita e il consumo di protossido d’azoto a scopo ricreativo sono tecnicamente illegali. Il problema sta nella parola “tecnicamente”: per legge le attività commerciali possono continuare a vendere il protossido d’azoto sostenendo che sia destinato all’uso culinario e fingendo di non sapere quale sia il reale motivo che spinge i consumatori a comprare le bombolette (alcuni stati proibiscono la vendita di protossido d’azoto ai minori di 21 o 18 anni). A volte i negozianti non si preoccupano nemmeno di fingere. Lo studente della Tulane mi ha raccontato che i commessi di un negozio di articoli per fumatori lo salutavano gridandogli “vai con la botta, ragazzo!”, ogni volta che entrava per fare rifornimento.

In questo vuoto normativo è cresciuto un commercio sempre più grande. Nel 2020 la famiglia di Marissa Politte ha denunciato la United Brands, azienda della Silicon valley che distribuisce il marchio Whip-It!, dopo che la donna era stata investita e uccisa da un suv guidato da un uomo svenuto a causa dell’inalazione di protossido d’azoto. I documenti processuali indicano che le aziende coinvolte nel commercio del gas sfruttano deliberatamente questa lacuna giuridica. Un ex magazziniere mi ha raccontato che tre quarti dei clienti della United Brands erano negozi per fumatori, non pasticcerie o bar. La lista comprende negozi con nomi come Mary Jane’z Novelties, Herban Legend Smoke Shop, Smoke 420 e Precious Slut 1. I documenti rivelano che in sette anni l’azienda ha venduto circa 52mila “ricariche” (capsule di protossido d’azoto) alla caffetteria Kaldi’s Coffee, mentre ne ha vendute più di un milione al negozio per fumatori It’s A Dream.

A livello sia federale sia statale le autorità stanno prendendo provvedimenti per cercare di regolare la vendita delle bombolette

Alcune email scambiate tra la United Brands e i rivenditori mostrano un evidente cinismo su come aggirare la legge. In un caso un dipendente della United Brand ha mandato un messaggio a un rivenditore chiedendo che le ricariche Whip­-It! fossero “usate in modo appropriato e legale”. Il rivenditore ha risposto: “Certo, amico, sappiamo come funziona. Mettiamo un avviso sul prodotto. Dobbiamo tutti pararci il culo. Meglio essere prudenti” (la United Brands non ha risposto alle tante richieste di un commento per questo articolo).

Tante aziende vendono il protossido con strategie che sembrano poco adatte ai pasticcieri. Diverse bombolette sono commercializzate con nomi che evocano la marijuana più che la panna montata – Monster Gas (slogan: “Ti fa rilassare, ti rende felice!”), Hippie Whippy, Baking Bad, Cosmic Gas – con gusti come “frullato di mango” e “punch tropicale”. Nelle etichette colorate sono disegnati frutti, unicorni, donne in costume da bagno e auto da corsa. Hervé Malivert, direttore del settore culinario dell’Institute of culinary education, mi ha spiegato che tutti i pasticceri professionisti comprano solo le ricariche del marchio iSi, ordinandole sul sito dell’azienda. Secondo lui nessuno si rifornisce nei negozi per fumatori e nessuno ha mai sentito parlare di chef che usano gas aromatizzato.

Cinismo aziendale

Una delle più grandi aziende del settore è la Galaxy Gas, fondata nel 2021 da tre fratelli che gestivano Cloud 9, una catena di negozi per fumatori di Atlanta. Un dirigente della Cloud 9 ha raccontato al New York magazine che la Galaxy Gas è arrivata a coprire il 30 per cento di tutte le vendite di protossido d’azoto su scala nazionale. Quando l’emittente Cbs gli ha chiesto di spiegare perché qualcuno dovrebbe comprare un serbatoio con una quantità di protossido d’azoto sufficiente per produrre migliaia di porzioni di panna montata, un portavoce della Galaxy Gas ha risposto sostenendo che il prodotto è destinato a consumatori alla ricerca di un “lubrificante erotico culinario”. La crescita dell’azienda nel mercato delle bombolette ha attirato l’attenzione delle autorità. Secondo la rivista il marchio registrato è stato venduto di recente per un dollaro a una nuova società, che ha sospeso le vendite dirette. Galaxy Gas non ha risposto alla richiesta di un commento.

Negli Stati Uniti il governo federale e alcuni di quelli statali hanno preso provvedimenti per regolare la vendita delle bombolette. Il caso più importante è quello della Louisiana, dove in passato il gas era illegale solo se venduto per essere inalato. Nel maggio 2024 una nuova legge ha reso la vendita illegale per tutti gli usi, fatta eccezione per quello industriale e quello culinario. Jeanette Brick, presidente della iSi North America, spiega che la sua azienda non è contraria alla legge della Louisiana. “Queste norme hanno lo scopo di prevenire l’uso improprio e non hanno avuto un impatto negativo sulla nostra capacità di rifornire i ristoratori dello stato”.

Dal Regno Unito

◆ Negli ultimi anni l’uso del protossido di azoto tra i giovani ha destato preoccupazione anche in altri paesi. A novembre del 2023 il governo britannico guidato dai conservatori lo ha messo fuori legge, includendolo nella lista delle droghe di classe C, che comprende le sostanze meno dannose il cui possesso può comunque portare a pene detentive. A febbraio del 2024 c’è stato il primo caso di una persona finita in carcere per il possesso di una grande quantità di bombolette. The Economist, The Independent


Ma al di fuori della Louisiana gli sforzi normativi non hanno portato un cambiamento reale. Nel 2017 il senatore della California Jim Nielsen ha proposto una legge per vietare la vendita di protossido d’azoto nei negozi per fumatori, ma i lobbisti del settore si sono opposti e alla fine la legge non è passata.

In assenza di norme chiare, i processi sono lo strumento migliore per accertare le responsabilità. Nel 2023 una giuria del Missouri ha ritenuto la United Brands colpevole di aver cospirato per vendere il protossido d’azoto come stupefacente. L’azienda è stata condannata a pagare un risarcimento di 720 milioni di dollari alla famiglia di Marissa Politte. La novità della sentenza e l’enorme cifra indicata potrebbero rappresentare un precedente importante. “Esistono aziende il cui unico scopo è far circolare quella roba nelle strade”, mi ha spiegato Johnny Simon, avvocato della famiglia Politte. “Sono loro le persone che dobbiamo prendere di mira”.

Tuttavia, i processi hanno un effetto limitato rispetto alle forze che regolano il mercato. La soluzione migliore sarebbe introdurre leggi per tutelare la salute della comunità. Se la proposta presentata da Nielsen nel 2020 fosse diventata una legge nazionale, forse Politte sarebbe ancora viva. L’automobilista che l’ha investita e uccisa aveva comprato il protossido d’azoto in un negozio per fumatori. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1605 di Internazionale, a pagina 60. Compra questo numero | Abbonati