Il premio di consolazione più inaspettato nella lunga e difficile battaglia degli Stati Uniti contro il covid-19 è forse la consapevolezza che la stagione dell’influenza, come l’abbiamo conosciuta finora, non è inevitabile.

Tendiamo a considerare l’influenza un fastidio più che una calamità, anche se ogni anno colpisce in media trenta milioni di statunitensi e ne uccide 30mila (i numeri variano però molto da un anno all’altro). Le vittime sono in maggioranza anziani, poveri e appartenenti alle minoranze etniche. Inoltre, secondo alcune stime, il costo economico annuale dell’influenza negli Stati Uniti è di quasi 90 miliardi di dollari.

chiara dattola

L’ultima stagione influenzale, quella del 2020-2021, è andata diversamente: gli Stati Uniti hanno registrato appena duemila casi, contro i 35 milioni della stagione precedente (ed è morto solo un bambino, anziché 199). Per assurdo, dobbiamo ringraziare la pandemia. È possibile che il sars-cov-2 abbia contribuito direttamente, producendo una risposta immunitaria in grado di proteggere anche dall’influenza. Ma secondo la maggior parte degli epidemiologi hanno avuto un peso più grande le restrizioni introdotte per frenare il contagio: l’uso della mascherina, il distanziamento sociale, la didattica a distanza e lo smart working. Anche se negli Stati Uniti queste misure sono state applicate in modo poco coerente, hanno contribuito a contenere il covid-19 e a debellare l’influenza, un nemico meno contagioso contro il quale la popolazione ha una discreta immunità preesistente.

Sistema a interruttore

Essendo ormai evidente che salvare quasi tutti quelli che muoiono d’influenza è possibile, non fare niente sarebbe da irresponsabili. Ma cosa possiamo fare? Una cosa sicuramente da evitare è ricorrere a lockdown annuali. Tuttavia, alcune delle restrizioni impiegate durante la pandemia potrebbero funzionare. Linsey Marr, docente d’ingegneria ambientale all’università Virginia tech, propone un sistema “a interruttore”: far funzionare scuole e uffici da remoto per una o due settimane prima del picco, così da rallentare i contagi.

In teoria, la soluzione più semplice sarebbe continuare a usare le mascherine. Secondo Anice Lowen, immunologa dell’università Emory, in Georgia, questa soluzione ha il vantaggio di non turbare la nostra quotidianità. In un mondo ideale la mascherina andrebbe indossata durante la stagione influenzale negli ambienti chiusi e affollati. Ma il nostro non è un mondo ideale ed è improbabile, almeno negli Stati Uniti, che l’uso della mascherina possa diventare la regola. A pretendere troppo, avverte Angela Rasmussen, virologa della Vaccine and infectious disease organization dell’università del Saskatchewan, in Canada, si rischia di ottenere il contrario. Anche se le autorità sanitarie chiedessero di usare le mascherine per periodi limitati, teme che molti direbbero: “Era prevedibile. Prima c’imponete la mascherina per il covid e ora per l’influenza. E la nostra libertà?”.

David Wentworth, del dipartimento dei Cdc che si occupa dell’influenza, consiglia di vaccinarsi. Anche se i vaccini antinfluenzali degli ultimi anni hanno avuto un’efficacia inferiore rispetto ai migliori vaccini anticovid, i progressi tecnologici nel campo dell’immunizzazione dovrebbero colmare presto il divario.

I metodi per contrastare l’influenza non dovrebbero limitarsi a quelli usati contro la pandemia. Da anni gli esperti raccomandano alcune misure, come il congedo retribuito per malattia, garantito in tutti i paesi ricchi tranne gli Stati Uniti. Quasi un quarto della forza lavoro statunitense si presenta al lavoro anche in caso di malattia. Nelle scuole i premi assegnati a chi non si assenta mai incoraggiano dinamiche simili. E non bisogna ignorare l’aria: sarebbe importante introdurre sistemi di ventilazione più efficaci nei luoghi chiusi. Anche la più piccola delle precauzioni potrebbe ridurre la mortalità del 25, del 50 o addirittura del 75 per cento.

L’attuale stagione dell’influenza è cominciata bene, ma alcuni esperti temono che la situazione possa aggravarsi. Qualunque cosa succeda, ora abbiamo i mezzi per intervenire e non possiamo più fare finta di niente. ◆ sdf

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1432 di Internazionale, a pagina 103. Compra questo numero | Abbonati