In India è tradizione che lo sposo si presenti alla processione nuziale in sella a un cavallo. Ma se lo fa uno sposo dalit, un “oppresso” secondo il sistema delle caste, è un atto rivoluzionario, come quello di Mukesh Parecha nel giorno del suo matrimonio. Mentre Kaabar – la cavalla nuziale bardata con una coperta rossa come sella e una briglia color arcobaleno – arrivava alla casa di Parecha, alle 9.30 del mattino, gli ospiti della cerimonia si mettevano in fila per scattare selfie. Per la prima volta Kaabar avrebbe portato uno sposo dalit.

Parecha, 33 anni, è diventato il primo esponente della sua comunità nel villaggio di Gadalwada, nello stato del Gujarat, a cavalcare durante un matrimonio da quando l’India è diventata indipendente, nel 1947. Ma non è stato facile. Gli abitanti appartenenti alle caste dominanti si sono opposti. Alcuni l’hanno minacciato. Parecha non ha desistito. “L’idea mi è venuta cinque anni fa, quando un gruppo di persone ha lanciato pietre a uno sposo dalit solo perché montava un cavallo durante la sua processione nuziale”, racconta. Più scopriva discriminazioni di questo tipo e più diventava determinato.

Le caste dominanti induiste non permettono ai dalit di seguire alcuni rituali, tra cui la tradizione dello sposo a cavallo. Tuttavia alcuni professionisti dalit, giovani e benestanti, si stanno ribellando, anche se gli hindu di casta superiore li attaccano. “Perché non dovrei esercitare un diritto garantito dalla costituzione? Dobbiamo rompere con queste tradizioni ortodosse vecchie di secoli”, spiega Parecha. Anziché una spada, ha deciso di brandire la costituzione.

Il 6 febbraio 2025 Mukesh Parecha e Lalita Parmar sono diventati marito e moglie. Due giorni prima un ragazzo di una casta superiore aveva fatto irruzione nella casa di Parecha, situata a un incrocio circondato da pianure e risaie. È lì che vivono le famiglie dalit, lontano dalle caste dominanti. “Vuoi andare a cavallo? Fallo. La polizia ti proteggerà, ma dopo ti daremo una lezione”, aveva detto il giovane.

La polizia ha arrestato il ragazzo e ha compilato una lista di abitanti del villaggio che secondo Parecha minacciavano di disturbare la cerimonia. Il giorno successivo Parecha era a letto, quando ha sentito squillare il telefono. Ha risposto, poi ha riattaccato. Il suo sorriso è svanito. Gli abitanti del villaggio appartenenti alla casta dominante erano furiosi perché aveva chiesto la protezione delle forze dell’ordine.

Alla vigilia del matrimonio si percepiva la tensione. La casa di Parecha splendeva sotto luci verdi, rosa e blu. Un’orchestra suonava dal vivo una nota canzone tradizionale. Le donne indossavano abiti scintillanti, gli uomini erano molto eleganti. Gli invitati danzavano insieme ai bambini con magliette colorate. A sorvegliare la scena c’erano circa cento poliziotti. “Non abbiamo paura. Questo è un diritto garantito dalla costituzione indiana. Mukesh è un avvocato. Se lui ha paura, cosa dovrebbero fare gli altri della nostra comunità?”, diceva lo zio dello sposo, Panasant.

Difficile e rischioso

Nel Gujarat rurale e nel Rajasthan feudale, i dalit come Parecha si stanno ribellando alle norme tradizionali: vanno a cavallo, portano i baffi e indossano vestiti di marca. Secondo un attivista, nel distretto di Banaskantha negli ultimi tre anni 52 dalit hanno montato un cavallo durante la processione nuziale.

Trovare il cavallo per la cerimonia è stato difficile e rischioso. Nessuno sapeva dove fosse custodito l’animale, tranne Parecha e suo fratello, Vinod. “Volevamo che arrivasse senza incidenti. Non potevamo fidarci di nessuno”, ha confessato Vinod la mattina della cerimonia.

Il matrimonio è stato semplice. Il menu era impreziosito dal baati churma (palline di farina integrale fritte con una zuppa daal di lenticchie piccanti e un dolce friabile), ma senza ghī (burro chiarificato), un lusso in quest’area dell’India. Il cavallo era l’unica “stravaganza”.

Biografia

1992 Nasce nella comunità dalit del villaggio di Gadalwada, in India.
2020 Assiste a un lancio di pietre contro uno sposo dalit che era arrivato al suo matrimonio a cavallo. Decide di farlo anche lui per constrastare le discriminazioni del sistema delle caste.
Dicembre 2024 Incontra la sua futura moglie, Lalita Parmar.
Febbraio 2025 Si presenta al proprio matrimonio in sella a un cavallo.


I nipoti e le nipoti di Parecha hanno attraversato di corsa il portale fiorito, gridando: “È arrivato il cavallo! È arrivato il cavallo!”.

L’ingresso di Kaabar ha fatto quasi passare in secondo piano l’evento principale. Gli zii, le zie, i nonni e i cugini si sono radunati attorno all’animale mentre attraversava il portale e si avvicinava alla casa. I bambini e gli anziani si sono messi in fila per i selfie. I camerieri portavano i vassoi, mentre i musicisti suonavano le percussioni e i flauti. I vicini e i parenti arrancavano nei campi per raggiungere la casa addobbata.

Il proprietario di Kaabar, Jigar, non è un dalit, ma è felice di contribuire al cambiamento. “Non aveva mai visto uno sposo dalit in sella a un cavallo durante una processione nuziale. È arrivato il momento di abbandonare queste tradizioni ortodosse”, spiega mentre accarezza la testa della cavalla e la abbraccia. La sua unica preoccupazione era la sicurezza dell’animale.

A Gadalwada sono stati inviati 145 poliziotti. Quando è arrivata Kaabar, erano tutti in allerta. Gli ospiti e i familiari si sono scambiati sguardi stupiti. Anche se tutti si divertivano e ridevano, sotto il clima di festa serpeggiava un senso di disagio. “Si sta facendo tardi. La polizia ci chiede di cominciare la processione”, ha annunciato Vinod.

Lo sposo è arrivato in sella al cavallo, con la schiena dritta e la testa alta. Sembrava un re pronto alla battaglia. Sua madre gli ha consegnato una copia della costituzione indiana. Lui l’ha presa e l’ha tenuta vicina al petto. La sua determinazione non era dovuta solo a una sfida personale, ma a una riflessione su quanto i simboli della mascolinità abbiano rafforzato il sistema delle caste.

“Che si tratti di portare i baffi o cavalcare, questi simboli sono legati da tempo allo sciovinismo maschile. Anche il sistema delle caste affonda le radici nel nazionalismo”, spiega Y.S. Alone, professore di arte dell’università Jawaharlal Nehru di New Delhi. “Gli hindu sostenitori delle caste non credono nell’uguaglianza”.

Quando è partita la processione, circa trenta agenti si sono incamminati insieme a un dj, ai parenti che ballavano e a Parecha in sella a Kaabar, mentre altri poliziotti si tenevano a distanza.

Per raggiungere la destinazione finale, la piazza del villaggio, i partecipanti hanno dovuto attraversare le aree popolate dalle caste superiori. Più di cento agenti erano posizionati in tutto il villaggio per mantenere l’ordine. A un certo punto c’è stato del trambusto. Diversi uomini delle caste superiori hanno trascinato le donne in casa chiudendo a chiave le porte. Altri si sono nascosti dietro i muri. Altri ancora, spinti dalla curiosità, si sono radunati sui tetti per guardare.

A chilometri di distanza, nel villaggio di Limboi, la sposa di Mukesh, Lalita Parmar, aspettava. Diversamente da Gadalwada, il suo villaggio è composto per la maggior parte da persone dalit, e andare a cavallo non è mai stato un problema. “I nostri fratelli l’hanno fatto senza problemi”, racconta la ragazza.

Parmar e Parecha si erano incontrati a dicembre. A gennaio, due giorni prima del matrimonio, la futura moglie di Mukesh ha saputo del cavallo: “Lo sostengo, e ora che sto per trasferirmi nel suo villaggio proteggerò l’orgoglio di casta di mio marito”, spiega.

A Gadalwada, quando si è conclusa la cerimonia, i poliziotti avevano l’aria sollevata. Era arrivato il momento di salutare Kaabar. Parecha è sceso dal cavallo e ha raggiunto l’auto che l’avrebbe portato dalla sposa. Si è seduto davanti, con la costituzione indiana ancora in mano. L’auto si è allontanata dalla piazza del villaggio. Mentre si lasciavano alle spalle il cordone creato dalla polizia, una pietra è volata in aria e ha colpito il finestrino . ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1617 di Internazionale, a pagina 76. Compra questo numero | Abbonati