Asia e Pacifico

La maschera dell’estremismo

I militanti del Pas, Terengganu, Malaysia (Facebook/Faizal Rahman)

Il 17 e il 18 febbraio il movimento giovanile del Partito islamista malese (Pas) ha organizzato una manifestazione nello stato del Terengganu, nella costa orientale della penisola, in cui i militanti hanno sfilato vestiti da guerrieri di epoca ottomana. Gli organizzatori hanno definito la parata una “innocua rievocazione storica”, scrive il South China Morning Post, ma a buona parte dell’opinione pubblica non è sfuggita la somiglianza con l’immaginario evocato dal Ku klux klan, negli Stati Uniti. Dopo le elezioni di novembre il Pas è all’opposizione, ma rimane il partito con più deputati in parlamento e molti malesi temono la sua propaganda conservatrice.

È scomparso un altro banchiere

Foto di Jerome Favre, Bloomberg/Getty

Il 17 febbraio la banca d’investimenti China Renaissance ha reso noto di aver perso i contatti con il fondatore e amministratore delegato Bao Fan ( nella foto ). Secondo il Financial Times Bao Fan stava per spostare gli uffici del gruppo dalla Cina continentale e da Hong Kong a Singapore, allontanandosi così dal controllo del governo cinese. La sparizione ha allarmato le borse: in cinque giorni il titolo della banca è sceso di 28 punti. Negli ultimi anni sono scomparsi per periodi più o meno lunghi il fondatore del colosso industriale e assicurativo Fosun, Guo Guangchang, il consulente d’investimenti Xiao Jianhua e Jack Ma, il fondatore della multinazionale tecnologica Alibaba.

L’impegno per l’Ucraina

Il 20 febbraio il primo ministro giapponese Fumio Kishida si è impegnato a stanziare 5,5 miliardi di dollari per la ricostruzione dell’Ucraina, scrive l’Asahi Shimbun. E ha invitato il presidente Volo­dy­myr Zelenskyj a partecipare al vertice del G7 che si terrà on­line il 24 febbraio in occasione dell’anniversario dell’invasione russa.

Silenziare l’opposizione

Afghanistan

“Manifestazioni nelle principali città per le ‘dieci richieste’ del Bnp”, è stato l’ultimo titolo d’apertura del Dainik Dinkal, dopo che il 19 febbraio un tribunale del Bangladesh ha confermato la decisione del governo di chiudere l’unico quotidiano che esprime la linea politica del Bnp, il principale partito d’opposizione nel paese. In cima alle dieci richieste c’erano le dimissioni del governo della prima ministra Sheikh Hasina. Ufficialmente, però, la testata è stata chiusa per aver violato le rigide leggi sulla stampa. Nell’ultimo mese sono stati oscurati 191 siti d’informazione. Nel 2022 il Bangladesh è sceso al 162° posto dell’indice della libertà di stampa stilato da Reporters sans frontières, dietro all’Afghanistan, che è al 156 °. ◆

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1500 - 24 febbraio 2023
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