Americhe

Come ricostruire un paese

L’ultimo numero dell’Atlantic è dedicato alla ricostruzione, il periodo che va dal 1865, l’anno in cui finì la guerra civile statunitense, al 1877. Gli storici interpretano quella fase come un’occasione persa, perché non si riuscirono a realizzare le riforme che avrebbero dovuto modernizzare il sud e consentire una reale integrazione dei neri. Scrive il direttore Jeffrey Goldberg: “Abbiamo voluto esaminare le conseguenze del tragico crollo della ricostruzione in un momento in cui ci sono molte spinte nella società che credono alla giustizia razziale”. Ma nel numero sono raccontate anche vicende che hanno cambiato in meglio il paese. Vann R. Newkirk II racconta la storia dei Fisk Jubilee Singers, un coro di studenti afroamericani che nel 1871 ebbe successo cantando negli stati del nord. Peniel E. Joseph scrive che quando il governo federale rinunciò a riformare il sud, donne e uomini neri presero il testimone: “Crearono istituzioni civiche, religiose, politiche, educative ed economiche. Costruirono città, chiese e scuole, contribuirono a reimmaginare lo scopo e la promessa della democrazia americana”. ◆

Politica estera impopolare

Win McNamee, Getty

“Nella sinistra statunitense cresce il timore che le difficoltà in politica estera riducano il consenso verso il presidente Joe Biden ( nella foto ) in vista delle elezioni presidenziali che si terranno tra un anno”, scrive Axios.

Un campanello d’allarme è suonato in settimana vedendo i risultati di un sondaggio della Nbc News, secondo cui più del 60 per cento degli elettori disapprova la politica estera della Casa Bianca, soprattutto sulla guerra in corso in Medio Oriente. “Il dato più preoccupante riguarda i giovani: il 70 per cento degli elettori tra i 18 e i 34 anni critica il ruolo della Casa Bianca nel conflitto tra Israele e Hamas, soprattutto perché pensa che non faccia abbastanza per convincere Tel Aviv a fermare i bo mbardamenti”. Senza il sostegno dei giovani e delle minoranze, la coalizione che tre anni fa portò Biden alla Casa Bianca sarebbe molto indebolita. Questi dati riflettono la spaccatura che si è creata n e lle ultime settimane tra l’ala più moderata del Partito democratico, vicina alle posizioni di Israele, e quella più radicale, convinta che Tel Aviv stia commettendo un genocidio nella Striscia di Gaza. Resta da capire se gli sforzi del l ’amministrazione Biden per la liberazione degli ostaggi nella mani di Hamas e per raggiungere una tregua temporanea faranno cambiare idea a una parte dell’opinione pubblica nei prossimi mesi.

Il ritiro di Managua

Inti Ocon, Afp/Getty

Il 20 novembre, tramite un lungo comunicato, il governo autoritario del leader sandinista Daniel Ortega e della moglie Rosario Murillo ( nella foto) ha reso definitivo il ritiro del Nicaragua dall’Organizzazione degli stati americani (Oea), perché la considera “uno strumento d’intervento del governo unipolare ed egemone degli Stati Uniti”. Il sito indipendente Divergentes sottolinea che dalla primavera del 2018, quando scoppiò la crisi sociale e politica nel paese centroamericano, l’Oea ha approvato diciotto documenti di condanna della deriva autoritaria del governo Ortega. Eppure nessuno di questi testi è riuscito a spingere Managua a rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali. Il Nicaragua aveva annunciato la volontà di ritirarsi dall’Oea nel novembre 2021, dopo che l’organismo aveva definito illegittime le elezioni presidenziali vinte da Daniel Ortega, che governa ininterrottamente dal 2006.

Ostacoli per Arévalo

“Le Nazioni Unite, l’Unione europea, l’Organizzazione degli stati americani e gli Stati Uniti hanno contestato il 16 novembre la decisione della procura generale del Guatemala di revocare l’immunità del presidente eletto Bernardo Arévalo, di centrosinistra, una mossa che potrebbe ostacolare il suo insediamento a gennaio”, scrive l’Afp. Il procuratore Saúl Sánchez ha dichiarato che avvierà un procedimento per revocare l’immunità di Arévalo e della vicepresidente eletta Karin Herrera in modo da poterli incriminare per “aver danneggiato un’università occupata nel 2022”. Intervistato da Bbc mundo, Arévalo ha detto che è in corso un colpo di stato al rallentatore per evitare il suo insediamento.

Costa Rica Le autorità del paese hanno annunciato il 21 novembre di aver arrestato quattro persone – due costaricani e due colombiani – accusati di far parte di un gruppo criminale che produce e traffica fentanyl, l’oppioide sintetico che negli Stati Uniti sta uccidendo migliaia di persone. L’operazione, che è stata condotta in tre città della Costa Rica, è stata sostenuta dalla Drug enforcement administration, l’agenzia antidroga statunitense. All’inizio di novembre in Honduras sono stati sequestrati più di quattrocento chili di pillole di fentanyl.

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1539 - 24 novembre 2023
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