Africa e Medio Oriente

Dieci anni senza Mandela

“Dieci anni fa i sudafricani hanno pianto la morte di Nelson Mandela”, ricorda il settimanale . “La sua eredità è stata enorme, ma ancora più grande è il vuoto politico che ha lasciato”. Il suo partito, l’African national congress, guida il Sudafrica da trent’anni, ma con un bilancio impietoso: nel paese dilagano malgoverno e corruzione, le disuguaglianze sono tra le più alte al mondo e il tasso di disoccupazione è arrivato al 33 per cento. L’azienda energetica pubblica Eskom continua a programmare blackout perché non è in grado di soddisfare il fabbisogno elettrico nazionale. Secondo il politologo Richard Calland, il futuro dell’Anc è sconfortante anche perché “manca una squadra di giovani leader pronti a prendere il testimone della generazione del presidente Cyril Ramaphosa”. I sudafricani sono attesi alle urne all’inizio del 2024 e, secondo gli analisti, per la prima volta l’Anc potrebbe non ottenere i voti necessari per avere la maggioranza in parlamento, ritrovandosi a dover governare in coalizione con altre forze, cosa che segnerebbe l’inizio di un nuovo capitolo per la democrazia sudafricana. ◆

Regolamento di conti

Il 30 novembre la capitale della Guinea-Bissau è stata scossa da una serie di violenze scoppiate quando alcuni agenti della guardia nazionale hanno cercato di liberare il ministro dell’economia Suleiman Seidi e il segretario di stato al tesoro António Monteiro, che in quel momento erano sottoposti a un interrogatorio di polizia riguardo a un prelievo sospetto di 9,2 milioni di euro dalle casse dello stato. A quel punto è intervenuta la guardia presidenziale, che si è scontrata con i militari ribelli. I morti sono stati almeno due. Il presidente Umaro Sissoco Embaló al momento dei fatti si trovava a Dubai per la Cop28, ma ha presto annunciato che la situazione era tornata sotto controllo e che considerava gli scontri un “tentativo di colpo di stato”. Il 4 dicembre Embaló ha sciolto il parlamento, dominato dall’opposizione. Secondo El País, dietro questo scontro militare c’è una “feroce lotta per il potere, che va avanti da quattro anni, tra lo storico Partito africano per l’indipendenza della Guinea e di Capo Verde (Paigc) e il presidente Embaló”. Seidi e Monteiro sono esponenti del Paigc e l’ordine di indagare su di loro è arrivato dalla procura generale dello stato, che risponde al presidente. “Come la classe politica, anche le forze armate sono divise. Il 31 gennaio 2022 il paese aveva già vissuto una situazione simile, con l’irruzione di alcuni soldati nel palazzo presidenziale. In quell’occasione erano morti sei soldati”.

Finito l’embargo

Rafiq Maqbool, Ap/Lapresse

Il 1 dicembre il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha votato a favore della fine dell’embargo sulle armi alla Somalia, una misura in vigore dal 1992, quando il paese era caduto in balìa dei signori della guerra. Sono state mantenute le limitazioni alla vendita di armi ed equipaggiamenti al gruppo terroristico Al Shabaab. D’ora in poi il governo federale di Mogadiscio potrà ordinare e acquistare legalmente armi da qualsiasi venditore al mondo. La fine dell’embargo, spiega The East African, è stata fortemente voluta dal presidente Hassan Sheikh Mohamud (nella foto) per rafforzare con nuove dotazioni il suo esercito che, dopo il ritiro della missione di transizione dell’Unione africana in Somalia (Atmis), dovrà occuparsi da solo della sicurezza e della minaccia rappresentata da Al Shabaab. I primi contingenti dell’Atmis hanno cominciato a lasciare il paese a settembre scorso e la partenza degli ultimi soldati è prevista entro la fine del 2024.

Nelle fattorie in Israele

Chikwawa, Malawi, 2018 (Eldson Chagara, Reuters/Contrasto)

Alla fine di novembre dal Malawi è partito un volo diretto in Israele con a bordo 221 lavoratori agricoli. Altri viaggi sono attesi nelle prossime settimane. Come ha spiegato l’ambasciatore israeliano Michael Lotem in un’intervista al quotidiano di Blantyre The Nation, gli accordi che hanno portato a questi trasferimenti nascono dalla necessità di trovare manodopera per le fattorie in Israele, dove 350mila cittadini sono stati reclutati per la guerra contro Hamas. In cambio, precisa Lotem, “i malawiani guadagneranno 1.500 dollari al mese e acquisiranno competenze preziose”. L’iniezione di valuta straniera è particolarmente importante per il Malawi, uno dei paesi più poveri al mondo, attualmente alle prese con il carovita e la penuria di beni essenziali. Il governo del presidente Lazarus Chakwera però è stato criticato per aver tenuto segreto questo piano.

Egitto-Italia Il 4 dicembre i quattro agenti dei servizi segreti egiziani accusati dell’omicidio di Giulio Regeni sono stati rinviati a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare di Roma. L’inizio del processo è fissato per il 20 febbraio 2024.

Nigeria Il 3 dicembre almeno 85 civili che partecipavano a una festa religiosa musulmana sono stati uccisi per errore in un bombardamento con i droni a Kaduna, nel nordovest del paese.

Altro da questo numero
1541 - 7 dicembre 2023
Abbonati a Internazionale per leggere l’articolo.
Gli abbonati hanno accesso a tutti gli articoli, i video e i reportage pubblicati sul sito.