L’11 settembre, ognuno ha la sua storia

in casa, fuori, con un bicchiere di vino,

o a un passo dal suicidio

dopo l’11 settembre, la storia cambia

in casa con un bicchiere di vino

persi in quella grande nazione;

io parto per Lanzhou, sì, insieme a lui

interrogare il Tibet Express, il nostro sogno,

le steppe dell’Hoh Xil, magari vedere le antilopi!

Insieme a lui, poi…

spaghetti stracotti,

ed eccoci sul fiume Ulan Moron, il ponte nero fumo

guardiamo giù: le acque del fiume Azzurro

o forse del fiume Giallo

sulla strada per Shanghai, e poi fino a New York.

Wu Ang è una poeta e romanziera cinese nata nel 1975. Nel 2015 ha fondato il centro di scrittura Su, che sostiene autori e autrici agli esordi. Questa poesia è tratta dalla raccolta Gancui, wo lai shuo: Wu Ang shixuan 2007-2013 (“Basta, adesso parlo io: poesie scelte di Wu Ang, 2007-2013”, Beiyue wenyi chubanshe 2013). Traduzione dal cinese di Martina Benigni, nell’ambito dell’Officina di traduzione permanente dell’università di Milano Bicocca.

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Questo articolo è uscito sul numero 1496 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati