Il parlamento canadese è pronto a varare una legge antiterrorismo che sta suscitando molte polemiche nel paese, perché rafforza i poteri di sorveglianza concessi alla polizia anche nei confronti di semplici cittadini.
La legge, nota come C-51, è stata voluta dal primo ministro conservatore Stephen Harper che spera in una vittoria facile il 6 maggio, quando alla camera dei comuni ci sarà il voto finale. Tuttavia alcuni sondaggi mostrano che la maggior parte dei cittadini è contraria alla proposta. Secondo un sondaggio diffuso da Vice Canada il 9 aprile, il 56 per cento dei cittadini canadesi disapprova la legge, mentre il 33 per cento si è espresso a favore.
Il primo ministro aveva presentato la riforma sull’onda emotiva, seguita agli attacchi terroristici avvenuti il 22 ottobre del 2014 contro il parlamento di Ottawa. La proposta aveva avuto un buon seguito all’inizio, ma nelle settimane successive il fronte della protesta si è allargato. “Mai nessuna legge finora ha unito un fronte così vasto di gruppi dell’opposizione”, scrive il Guardian. Il quotidiano Globe and Mail ha definito la legge “un piano per creare una polizia segreta”. In rete le proteste hanno usato l’hashtag #VoteAgainstC51 per organizzarsi.
Alla campagna per fermare il progetto di legge hanno partecipato gruppi di attivisti, politici, giuristi, giudici in pensione, scrittori, editorialisti e intellettuali canadesi tra cui la scrittrice Margaret Atwood.
#BillC51 about to be passed in Canada. See you in the slammer, kids, where I'll doubtless be put on suspicion of being reckless. Me + many.
— Margaret E. Atwood (@MargaretAtwood) 5 Maggio 2015
“L’ambito di applicazione dei nuovi poteri previsti dalla legge è troppo vasto, specialmente perché riguarderà anche i cittadini normali, e le garanzie contro la perdita della privacy sono scarse”, ha dichiarato Daniel Therrien, il commissario per la protezione della privacy del Canada. “Tutti i canadesi potrebbero finire in questa rete”.
Tra i sostenitori della proposta c’è il ministro della giustizia Peter MacKay che ha descritto la norma come una “risposta ragionevole e proporzionata alla minaccia jihadista”.
Tuttavia centinaia di migliaia di canadesi hanno firmato la petizione per chiedere di ritirare la proposta di legge. I critici sottolineano come questa norma, oltre a dare alla polizia nuovi poteri di indagine e spionaggio, non fa differenza tra complotti terroristici e manifestazioni legittime. E allo stesso tempo non prevede alcuna vigilanza sui servizi di intelligence e di sicurezza canadese (Csis).
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it