Coppie di persone dello stesso sesso al Campidoglio, Roma, il 21 maggio. (Tiziana Fabi, Afp)

Per la prima volta a Roma sei coppie eterosessuali e undici coppie omosessuali hanno celebrato l’iscrizione sul registro delle unioni civili di Roma, in Campidoglio. Il registro delle unioni civili era stato istituito da una delibera consiliare dell’assemblea capitolina lo scorso 28 gennaio 2015. Altre 170 sono le coppie di conviventi sono in attesa che la loro unione sia iscritta nei registri dal sindaco Ignazio Marino. Tra i diritti, e i doveri, che le coppie di fatto potranno ottenere attraverso l’iscrizione al registro c’è l’accesso come famiglia alle graduatorie comunali per gli asili, le case popolari e il vincolo alla reciproca assistenza morale e materiale.

A fare le veci del sindaco in Campidoglio è stato l’assessora alle pari opportunità Alessandra Cattoi. “Riconosciamo il diritto di legalizzare un nucleo familiare se le persone che lo compongono lo desiderano. Tutti hanno pari dignità sociale”, ha detto Cattoi dando il benvenuto alle diciassette coppie nella sala della Protomoteca. I consiglieri capitolini delegati dal sindaco a celebrare e registrare le unioni civili sono stati Imma Battaglia, Giulia Tempesta, Svetlana Celli, Riccardo Magi, Massimo Caprari e Virginia Raggi già firmatari della delibera.

Il 18 ottobre scorso il sindaco di Roma, Ignazio Marino, aveva trascritto in un apposito registro i matrimoni contratti all’estero di 19 coppie gay. La trascrizione dei matrimoni omosessuali era in seguito stata annullata dall’ex prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, che aveva applicato le direttive del ministro dell’interno Angelino Alfano, ma il tar si pronunciò a favore del sindaco di Roma. Secondo il tribunale amministrativo del Lazio, infatti, né il prefetto né il ministro dell’interno avrebbero potuto disporre l’annullamento delle trascrizioni nei registri comunali, solo un tribunale civile avrebbe potuto farlo.

Questa volta, ha invece assicurato l’attuale prefetto Franco Gabrielli, si potrà stare sicuri che sulla questione delle unioni civili il prefetto non entrerà in contrasto con il sindaco.

Dal prossimo autunno sarà possibile richiedere la registrazione anche negli uffici dei 15 municipi di Roma capitale.

A livello nazionale solo quest’anno è stato avviato il dibattito parlamentare sulle unioni civili con il disegno di legge Cirinnà, in ritardo rispetto ad altri paesi europei. In Europa sono 14 gli stati ad aver approvato il matrimonio egualitario e 21 a riconoscere le unioni civili tra le persone dello stesso sesso.

Il registro delle unioni civili del comune di Roma rappresenta, per le autorità capitoline, un messaggio al governo e al parlamento per chiedere una legge a livello nazionale che riconosca le unioni civili delle coppie di fatto, omosessuali ed eterosessuali, e ne difenda i diritti.

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