26 giugno 2015 19:42

Prosegue l’offensiva del gruppo Stato islamico in Siria. A Kobane le milizie curde Unità di protezione del popolo (Ypg) si sono scontrate per il secondo giorno di seguito con i jihadisti, che ieri hanno attaccato la città liberata a gennaio. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha denunciato l’uccisione di almeno 145 civili a Kobane e nel vicino villaggio di Brak Bootan. Si tratta della strage più grave compiuta nel paese dall’uccisione di circa settecento persone appartenenti alla tribù arabo sunnita di Al Sheitaat, ad agosto dello scorso anno.

L’attacco alla città nordorientale di Al Hasaka ha costretto sessantamila persone ad abbandonare le loro case. I jihadisti hanno annunciato di avere liberato i prigionieri che si trovavano nel carcere della città. Il governo siriano ha esortato i cittadini di Al Hasaka a imbracciare le armi per difendere la città dall’attacco del gruppo Stato islamico.

Ecco la situazione nelle varie città siriane e le conquiste e le perdite dei vari gruppi armati che si contendono il territorio.

Gruppo Stato islamico:

  • Al Hasaka. Il 25 giugno, dopo vari tentativi, il gruppo Stato islamico ha conquistato alcuni quartieri del capoluogo della provincia di Al Hasaka. La città adesso è controllata in parte dalle truppe del presidente Bashar al Assad e in parte dai jihadisti. L’attacco ha costretto alla fuga sessantamila persone, hanno riferito le Nazioni Unite. I combattimenti nella città sono ancora in corso. I jihadisti hanno annunciato la liberazione di alcuni prigionieri che si trovavano in carcere, mentre il governo siriano ha chiesto alla popolazione di unirsi ai combattimenti per difendere la città.
  • Kobane. La città era stata conquistata dai peshmerga curdi il 27 gennaio scorso, dopo un lungo assedio. I jihadisti hanno però condotto un’offensiva a sorpresa nella città simbolo della resistenza curda, compiendo tre attentati suicidi. Secondo fonti curde i jhadisti indossavano uniformi di soldati dell’Esercito siriano libero e si sarebbero infiltrati all’alba dalla Turchia: il governo Ankara ha tuttavia smentito che siano passati attraverso il proprio territorio. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, almeno 145 civili sono stati uccisi a Kobane e nel vicino villaggio di Brak Bootan. Si tratta di uno dei più grandi massacri nel paese dall’inizio dell’avanzata dei jihadisti la scorsa estate.
  • Palmira. Il 21 maggio il gruppo Stato islamico ha conquistato l’antico sito archeologico patrimonio dell’umanità dell’Unesco e la città moderna di Tadmor, che erano sotto il controllo delle forze del regime. La posizione strategica della zona consente di avere uno sbocco sul deserto al confine con la provincia irachena di al Anbar, dove i miliziani controllano ampie fasce di territorio.
  • Al Tanf. Il 21 maggio i jihadisti hanno conquistato l’ultimo valico di frontiera tra Siria e Iraq ancora nelle mani del regime. Il valico, noto in Iraq come al Waleed, si trova nella provincia di Homs.

Milizie curde:

  • Tal Abyad. Il 16 giugno i combattenti curdi dell’Unità di protezione popolare (Ypg) hanno preso il controllo della città di Tal Abyad, al confine con la Turchia, dopo un’offensiva lanciata l’11 giugno. Tal Abyad si trova circa 80 chilometri a nord da Raqqa, la roccaforte dello Stato islamico in Siria ed era una strategica via di approvvigionamento dei jihadisti per far entrare nel paese combattenti e rifornimenti.

Regime siriano:

  • L’esercito di Bashar al Assad non ha realizzato alcuna nuova conquista negli ultimi mesi e ha dovuto affrontare perdite e sconfitte su tutto il territorio siriano.

Ribelli siriani e Fronte al nusra:

  • Bosra al Sham: il 25 marzo i ribelli hanno conquistato la città di Bosra al Sham, con il sostegno degli alleati regionali, Arabia Saudita, Turchia e Qatar.
  • Idlib: Il Fronte al nusra, ramo di Al Qaeda in Siria, ha conquistato il 28 marzo la città di Idlib, capoluogo della provincia omonima.
  • Jisr al Shughour: il 25 aprile i ribelli hanno conquistato la città di Jisr al Shughour, una delle ultime roccaforti del regime nella provincia di Idlib. La sua posizione ha un’importanza strategica perché si trova vicino alla Turchia, e alla provincia costiera di Latakia, roccaforte storica del regime di Assad.

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