05 novembre 2015 17:08

La corte suprema del Messico ha emesso una sentenza che potrebbe aprire la strada alla legalizzazione della cannabis per scopo ricreativo. La decisione è arrivata in seguito a un ricorso presentato da quattro attivisti appartenenti a due associazioni, la Sociedad Mexicana de autoconsumo responsable y tolerante e la México unido contra la delincuencia.

Gli attivisti avevano chiesto al ministero della sanità una licenza per l’uso di cannabis a fine ricreativo, che gli avrebbe permesso di coltivare, trasportare e possedere cannabis per uso personale (in Messico il consumo di cannabis è già depenalizzato se una persone possiede una quantità inferiore ai cinque grammi). La proposta delle due organizzazioni è stata respinta dal ministero della sanità e a quel punto le associazioni hanno fatto ricorso alla corte suprema.

Il governo di Peña Nieto frena. Con quattro voti a favore e uno contro, i giudici hanno dato ragione agli attivisti. La sentenza non riguarda la vendita e la distribuzione di cannabis, che restano illegali. Inoltre ha effetto solo su questo singolo caso e non cambia le leggi messicane sugli stupefacenti.

Secondo i sostenitori della legalizzazione però la decisione della corte suprema messicana crea un precedente importante in grado di influenzare tutti i ricorsi futuri.

Il governo di Enrique Peña Nieto, da sempre contrario alla legalizzazione, ha accolto la sentenza con freddezza e per il momento ha escluso una riforma delle leggi sul traffico di stupefacenti. “Il provvedimento riguarda solo quattro persone e quindi non cambia la politica di chi combatte contro il crimine organizzato e il commercio di droga”, ha dichiarato il portavoce del governo Eduardo Sánchez.

Per sconfiggere i cartelli serve di più. Secondo una parte della stampa messicana, il via libera alla cannabis per scopo ricreativo sarebbe una decisione giusta ma non avrebbe alcun effetto nella lotta contro la criminalità organizzata.

“La depenalizzazione porta più benefici che rischi e sarebbe giusto che i nostri giudici affrontassero la questione senza pregiudizi”, scrive Sinembargo, “ma naturalmente tra i benefici non ci sarebbe l’indebolimento della criminalità organizzata, che gode di ottima salute grazie ad altre attività”.

L’opinione pubblica invece sembra avere posizioni più conservatrici sulla materia, visto che solo il 37 per cento dei messicani è favorevole alla cannabis libera, secondo un recente sondaggio del centro studi latinoamericano Asuntos del Sur.

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