28 giugno 2016 18:34

Il leader del Partito laburista britannico Jeremy Corbyn è stato sfiduciato dal suo partito che lo accusa di aver condotto una campagna elettorale troppo tiepida in favore del remain (rimanere) nel referendum del 23 giugno.

La mozione di sfiducia è stata appoggiata da 172 parlamentari, mentre solo 40 hanno rinnovato il loro sostegno al leader laburista. L’81 per cento dei parlamentari del Labour ha votato contro Corbyn. Il leader del partito tuttavia ha rifiutato di dimettersi: “Sono stato eletto democraticamente dal 60 per cento degli iscritti al Labour e ora non li tradirò dimettendomi. Il voto di oggi non ha legittimità costituzionale”.

Ora dovrà essere convocato un congresso: Tom Watson e Angel Eagle potrebbero contendersi la leadership del Labour, non è chiaro se Corbyn potrà ricandidarsi in maniera automatica o avrà bisogno del sostegno di una parte dei deputati laburisti per farlo.

Chi è Jeremy Corbyn

Jeremy Corbyn, 67 anni, è stato eletto a capo del Labour il 12 settembre 2015 con il 60 per cento dei consensi. Pacifista e socialdemocratico, Corbyn è sempre stato un outsider nel suo partito e niente faceva pensare che potesse diventarne il leader. La sua vittoria lo scorso settembre (avvenuta dopo la débâcle dei laburisti alle elezioni di maggio), è stata sostenuta dagli iscritti, ma è stata osteggiata dalla dirigenza del partito.

Percepito come un ribelle, troppo velleitario, Corbyn ha fatto fatica a portare i dirigenti del Partito laburista dalla sua parte, malgrado abbia ottenuto risultati positivi alle elezioni locali del maggio del 2016. Nella sua carriera di parlamentare, cominciata nel 1997, Corbyn ha votato 533 volte contro la linea del partito alla camera dei comuni. È l’esatto opposto dell’ex primo ministro laburista Tony Blair.

Se Blair ha mandato le truppe britanniche in Iraq, Corbyn è stato il presidente di Stop the war, un’associazione pacifista. Blair era il massimo esponente del New Labour, Corbyn è un rappresentante dell’ala più radicale del partito. Dopo la sconfitta del remain, dodici ministri del governo ombra del Labour si sono dimessi, chiedendo a Corbyn di lasciare l’incarico, ma il leader laburista li ha sostituiti e ha accusato i dirigenti del Labour di avergli mosso un attacco approfittando del terremoto politico innescato da referendum del 23 giugno.

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