07 luglio 2020 14:56

La storia ricorderà il vertice tra il Messico e gli Stati Uniti previsto per l’8 e il 9 luglio come uno dei più strani. Sarà uno dei rari incontri faccia a faccia dell’era covid-19, e riunirà due leader notoriamente poco inclini a promuovere il distanziamento sociale (il risultato è che i loro paesi hanno un numero maggiore di casi).

Il presidente Donald Trump ha spesso agito con prepotenza nei confronti del Messico, da quando ha annunciato la sua candidatura nel 2015. Eppure, Andrés Manuel López Obrador, spesso chiamato Amlo, ha deciso di fare della Casa Bianca la prima destinazione estera da quando è salito al potere, 19 mesi fa.

Il pretesto è celebrare l’entrata in vigore, il 1 luglio, dell’accordo Stati Uniti-Messico-Canada (Usmca), una versione leggermente modificata del patto di libero scambio che Trump aveva dichiarato di detestare. Non è tuttavia chiaro se Justin Trudeau, il primo ministro canadese, si unirà ai festeggiamenti.

Gratifiche reciproche
Un incontro tra presidenti di Stati Uniti e Messico normalmente rafforza una relazione vitale per entrambi i paesi, soprattutto in settori come commercio, immigrazione e criminalità. Ma è improbabile che questo accada con l’incontro tra Trump e Obrador. Non è chiaro cosa Amlo possa ottenere da questo vertice a parte le miglia del programma frequent flyer (viaggia infatti su voli commerciali e dovrà effettuare uno scalo per raggiungere Washington).

Il principale obiettivo di Trump sarà probabilmente sviare l’attenzione dalla pandemia e dalla recessione che hanno indebolito le sue possibilità di rielezione a novembre. L’incontro gli fornirà l’occasione di vantarsi di aver ottenuto molto di quel che voleva dal suo ospite messicano. Nonostante la pandemia abbia fatto calare di metà il commercio bilaterale tra il maggio 2019 e quello di quest’anno, non c’è dubbio che definirà l’Usmca una grandissima vittoria (e lo stesso farà Amlo). La commissione internazionale del commercio degli Stati Uniti prevede però che l’Usmca aumenterà il pil degli Stati Uniti di appena lo 0,35 per cento.

Per il Messico l’accordo è meglio di niente, ma è improbabile che contribuisca a tenere a galla un’economia in affanno

Amlo ha gratificato Trump inviando truppe armate al confine meridionale del Messico per bloccare i migranti centroamericani, e cooperando con la sua politica remain-in-Mexico (restate in Messico), che obbliga i richiedenti asilo ad attendere le udienze relative ai loro casi nel lato meridionale del confine con gli Stati Uniti. A maggio gli Stati Uniti hanno arrestato 23.000 migranti al confine, un sesto rispetto ai numeri dell’anno precedente (la pandemia ha indubbiamente giocato un ruolo in questo calo). Su richiesta dell’amministrazione Trump, Obrador ha riaperto le fabbriche di proprietà straniera che erano state chiuse durante la pandemia.

L’amministrazione statunitense ha inoltre contribuito a organizzare la vendita di 211 ventilatori polmonari al Messico. A parte questo, non c’è stata grande reciprocità. Dal punto di vista del Messico l’Usmca è meglio che non avere alcun accordo, ma è improbabile che fornisca le certezze necessarie a tenere a galla un’economia che annaspa. Gli Stati Uniti minacciano di reintrodurre i dazi sull’alluminio canadese per evitare un aumento delle importazioni.

Spiriti simili
Ci saranno tensioni tra le amministrazioni Trump e Amlo su come far rispettare gli standard sulla forza lavoro definiti nel nuovo trattato. I democratici, pur essendo in conflitto con l’amministrazione Trump su quasi tutto, generalmente simpatizzano con la sua linea dura in ambito commerciale.

Finora, un accordo di ottobre tra i due presidenti per ridurre l’ingresso di armi illegali dagli Stati Uniti in Messico, ha prodotto scarsi risultati. Nonostante Amlo sia un fervente nazionalista, la sua priorità in politica estera è stata di tenere il Messico al riparo dall’ostilità di Trump. Il vertice gli permetterà di esibire il suo successo. I due leader sono ideologicamente avversari ma, in un certo senso, sono spiriti simili: populisti la cui forza sta nel mondo dei simboli più che nella sostanza di governo.

Ma a fare le spese dell’amicizia di Obrador con Trump potrebbero essere le relazioni con Joe Biden che, a oggi, sembra avere nuove probabilità di ottenere la presidenza a novembre. Si ritiene che i democratici siano delusi dalla subordinazione di Amlo nei confronti di Trump. Quando Biden ha visitato il Messico come vicepresidente, nel 2012, ha incontrato tutti e tre i candidati dell’elezione presidenziale locale, tra cui Obrador. Il presidente messicano non prevede di restituire il favore durante la sua visita. I suoi consiglieri sostengono che la cosa rischierebbe di politicizzare il vertice.

Alcuni componenti della squadra di Biden ritengono che Amlo stia cercando di aiutare Trump a essere rieletto. Se vincerà Biden, il presidente messicano rischia di dover fare un bel lavoro di riappacificazione.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Questo articolo è uscito sul settimanale britannico The Economist.

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