Com’è nato il movimento?
Il movimento dei taliban (letteralmente “studenti”), per lo più appartenenti alla comunità pashtun (la più grande comunità etnica dell’Afghanistan, che storicamente ha rivendicato il diritto di governare il paese), è stato fondato agli inizi degli anni novanta nella città di Kandahar, nel sud dell’Afghanistan, dal mullah Mohammad Omar. Formati nelle madrase (scuole coraniche), questi islamisti sunniti promettevano a una popolazione stremata da anni di guerra civile di combattere l’instabilità, la corruzione e la criminalità. Hanno preso il potere nel 1996 per poi essere cacciati, cinque anni dopo, da una coalizione militare guidata da Washington, a causa del loro rifiuto di consegnare il leader di Al Qaeda, Osama bin Laden, dopo gli attentati dell’11 settembre. Dal 2001 i taliban si sono trincerati in aree remote da dove hanno lanciato un’insurrezione contro il governo. Secondo le stime della Nato, il gruppo potrebbe ora contare fino a 85mila combattenti.

Chi è il leader principale dei taliban?
Il candidato più probabile a guidare il governo taliban è l’attuale leader supremo Haibatullah Akhundzada, uno studioso di diritto islamico di 60 anni che è subentrato quando il suo predecessore, Akhtar Mansour, è stato ucciso in un attacco di droni statunitensi vicino al confine afgano-pachistano nel 2016, scrive Jason Burke. Come la maggior parte degli alti leader taliban, è pashtun. Negli anni ottanta Akhundzada ha combattuto i sovietici e i loro alleati locali con brigate di giovani studenti religiosi che in seguito hanno formato il nucleo dei taliban. Ha anche studiato nelle scuole religiose in Afghanistan e nel vicino Pakistan, è stato il principale consigliere religioso del mullah Omar e alla fine ha raggiunto lo status di sheikh ul hadith in quanto studioso eccezionale. Negli ultimi decenni, Akhundzada è stato il massimo giudice religioso dei taliban, risolvendo questioni spinose come la legittimità degli attacchi suicidi o se fosse giusto combattere il gruppo Stato islamico, che cercava di stabilire una presenza in Afghanistan. Ha tre vice: il mullah Ahmed Ghani Baradar, uno dei fondatori dei taliban; il mullah Mohammad Yaqoob, figlio del mullah Omar; e Sirajuddin Haqqani, figlio di un comandante mujahidin.

Qual è la sua ideologia?
Gli insorti vogliono imporre una versione ultra rigorosa della legge islamica. Si vedono come un movimento di resistenza di fronte all’invasore. A differenza di organizzazioni come Al Qaeda e il gruppo Stato islamico, il gruppo non cerca di esportare se stesso.

Come si vive sotto il regime taliban?
I taliban si considerano il movimento politico meno corrotto del paese e impongono la loro visione molto rigida della società. Proibiscono alla popolazione di fare politica, ascoltare musica, andare al cinema. Le donne non possono lavorare o andare a scuola e devono indossare il velo integrale.

Come viene finanziato il movimento?
I taliban controllano gran parte dell’economia afgana. Sono fortemente dipendenti dal commercio illegale e dalla droga, imponendo tasse ai coltivatori di papavero e ai produttori di oppio, nonché tasse nelle aree che controllano. L’organizzazione riceve anche fondi da sostenitori con sede in Pakistan e nei paesi del golfo. La Nato stima che il movimento raccolga 1,6 miliardi di dollari (1,4 miliardi di euro) all’anno.

Chi sostiene i taliban?
Solo Pakistan, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti avevano riconosciuto il governo taliban quando era stato al potere negli anni novanta. La legittimità dei taliban è stata rafforzata dallo storico accordo firmato con gli Stati Uniti nel febbraio del 2020, che prevedeva il ritiro dei soldati americani in cambio di garanzie di sicurezza e colloqui di pace interafgani. Da allora anche la Cina, preoccupata per la sicurezza dei suoi confini, per pragmatismo si rivolge ai taliban, “forza politica e militare cruciale in Afghanistan”, ha dichiarato il 28 luglio il ministro degli esteri cinese, Wang Yi, incontrando il capo politico dei taliban.–Libération, The Guardian, Bbc

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