19 marzo 2024 12:24

Il 10 marzo 2024 nel Regno Unito si celebrava la festa della mamma. Proprio quel giorno sugli account ufficiali del principe e della principessa del Galles – qui su X, qui su Instagram – è stata pubblicata un’immagine che mostra Kate Middleton con i suoi tre figli. Nella descrizione testuale dell’immagine lo scatto è attribuito al marito di lei, il principe William.

Da gennaio 2024, dopo essersi sottoposta a un intervento chirurgico, Kate Middleton non è più apparsa in pubblico. Questa assenza prolungata ha generato pettegolezzi e speculazioni. La pubblicazione dell’immagine, accolta da milioni di visualizzazioni e commenti entusiastici, è stata interpretata come parte di una strategia di comunicazione ufficiale per spegnere le illazioni.

Le agenzie di stampa e i media di tutto il mondo hanno ripreso la foto, usandola come viene fatto abitualmente con gli scatti fotografici ufficiali proposti da uffici stampa e di pubbliche relazioni.

Ma poi sono arrivati i primi dubbi, finché la Associated Press ha annunciato di aver tolto dai propri archivi l’immagine, spiegando poi in maniera più approfondita le proprie ragioni. Seguendo l’esempio della Ap anche la Getty, la Afp, la Reuters hanno seguito la medesima procedura. La foto non è stata ritenuta falsa ma manipolata digitalmente. Molte testate hanno pubblicato, a posteriori, le proprie analisi della foto. Molte persone si sono cimentate in teorie del complotto più o meno fantasiose.

Un’analisi

Seguendo una procedura inconsueta per i membri della famiglia reale britannica, sull’account X l’11 marzo è stato pubblicato un breve commento attribuito alla stessa Kate Middleton: “Come molti fotografi amatoriali, occasionalmente sperimento con l’editing. Volevo esprimere le mie scuse per l’eventuale confusione causata dalla fotografia di famiglia che abbiamo condiviso ieri. Spero che tutti coloro che hanno festeggiato abbiano passato una felice festa della mamma. C”.

Perché ci interessa questa storia? Perché è una straordinaria occasione per divulgare consapevolezza nell’analisi dei contenuti digitali nell’era delle intelligenze artificiali.

Purtroppo non abbiamo a disposizione il file originale della foto. I metadati, cioè le eventuali informazioni aggiuntive che un’immagine digitale può contenere – per esempio la data, l’ora, il luogo dello scatto –, anche se esistenti, vengono cancellati dalle piattaforme social. Quindi non possiamo verificare nemmeno quelli.

Per la mia analisi ho usato Invid: è uno strumento gratuito, a disposizione di tutti.

Negli ingrandimenti che ho fatto si nota che la manica della principessa Charlotte è quasi trasparente. Anche la decorazione del maglione del principe Louis, sulla sinistra, non è coerente. Ci sono altri dettagli nell’immagine che lasciano perplessi e fanno supporre che siano state operate manipolazioni digitali.

Quando si fanno queste analisi però, è molto importante non lasciarsi trasportare dagli entusiasmi e vedere conferme ovunque: fare un lavoro serio è diverso da riempire una foto di circoletti rossi evidenziando presunte stranezze. Il New York Times ha individuato almeno altri tre punti dubbi nella foto.

Invid offre anche la possibilità di fare un’analisi forense dell’immagine. Applica, cioè, alcuni filtri per evidenziare possibili manipolazioni con programmi come Photoshop. Bisogna sempre fare attenzione ai falsi positivi: per esempio, le aree sovraesposte (le più luminose) o quelle con una trama complessa possono ingannare lo strumento. Osservando l’immagine dell’analisi che ho fatto si nota, comunque, che i sorrisi dei bambini potrebbero essere stati manipolati. Anche altri filtri di Invid mostrano risultati simili.

La stessa foto con l’analisi forense di Invid. Le aree colorate chiare possono indicare manipolazioni o essere falsi positivi. (Dr)

Nella verifica di un singolo contenuto senza altre fonti a supporto, per esempio immagini scattate da altre angolazioni o testimonianze, non possiamo quasi mai trarre conclusioni definitive ma possiamo almeno farci venire dubbi. Anche perché le manipolazioni di cui stiamo parlando sono sempre più alla portata di tutti. In alcuni smartphone dotati di intelligenze artificiali è già presente una funzione che consente modifiche alle foto di gruppo: si fa uno scatto multiplo – cioè, diversi scatti in sequenza – e poi si può scegliere l’espressione migliore di ciascuna persona ritratta. È un’operazione che richiede pochi secondi di lavoro e quasi nessuna competenza specifica.

Anche l’eventuale sostituzione dei volti è relativamente semplice. C’è chi sostiene che la faccia di Kate Middleton sia in realtà quella di un vecchio scatto pubblicato in copertina della rivista Vogue. Può darsi, ma non c’è nemmeno bisogno di ricorrere a tanto: basta una buona intelligenza artificiale generativa, qualche immagine originale e qualche minuto a disposizione. Qui puoi vedere alcune versioni di Kate Middleton che ho fatto con Midjourney, chiedendo alla macchina di fare street photography simulando l’uso di uno smartphone.

Con un po’ di tempo a disposizione e un paio di software già disponibili sul mercato a costi bassissimi potrei ottenere diversi primi piani di Kate Middleton o di chiunque altro, da inserire in qualsiasi scatto e in qualsiasi contesto. Facendo un lavoro accurato, anche strumenti come Invid potrebbero non portare ad alcun risultato certo nel rilevare queste manipolazioni.

La foto reale serve a ricordarci che ogni riproduzione della realtà è artificiale ed è sempre parziale.

Ci serve anche a ricordarci di non dare le cose per scontate: non è detto che un giornale debba per forza pubblicare una foto “ufficiale”; non è detto che un contenuto, anche se non artefatto, sia davvero rappresentativo della realtà; non è detto che un contenuto ufficiale sia autentico. Dovremmo poi metterci d’accordo anche su cosa intendiamo per “autentico”. Gli standard della Associated Press sono un ottimo punto di partenza su cui riflettere, anche se inizialmente sono stati disattesi.

Questo testo è tratto dalla newsletter Artificiale.

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