27 gennaio 2023 12:42

È uscito da poco su Netflix The pale blue eye - I delitti di West Point, film di Scott Cooper con Christian Bale nel ruolo di Augustus Landor, un ex poliziotto che deve trovare il colpevole di un omicidio nell’accademia militare di West Point, nel 1830. Nella sua indagine è aiutato da un giovane cadetto che è anche un poeta, Edgar Allan Poe, interpretato dall’attore Harry Melling. La parte su Poe è forse la migliore del film, ed è anche l’unica vera.

Prima di diventare famoso negli Stati Uniti e nel mondo, di creare il genere della narrativa poliziesca e di dare un contributo importante alla nascita della fantascienza, Poe fu un cadetto che, secondo i rapporti dell’epoca, avrebbe potuto fare una carriera importante nell’esercito, non fosse stato per alcuni tratti caratteriali poco compatibili con la disciplina militare e per una serie di eventi casuali.

Era nato a Boston nel 1809, e visse in uno dei periodi più difficili della storia americana, segnato da due grandi crisi finanziarie, quella del 1819 e quella del 1837. Quando aveva un anno il padre abbandonò la famiglia, e quando ne aveva due la madre, un’attrice di talento, morì di tisi. Il bambino andò a vivere in Virginia con John e Frances Allan (da cui il secondo nome del poeta), che cercarono di farlo diventare una persona disciplinata e rispettosa. Non ci riuscirono.

Crescendo, Poe sviluppò una passione per l’alcol, il gioco d’azzardo e le donne. Senza un progetto di vita e pieno di debiti, decise di entrare nell’esercito a Boston nel 1827. Sui moduli d’arruolamento scrisse che aveva 21 anni (in realtà ne aveva 18) e disse di chiamarsi Edgar A. Perry. La decisione di non usare il suo vero cognome fu dovuta probabilmente al timore di essere arrestato a causa dei debiti.

Scalò rapidamente le gerarchie, fino a diventare sergente maggiore, il più alto grado dell’esercito per un sottufficiale. Nel 1829 fu esonerato dall’arruolamento di cinque anni nell’esercito per poter diventare cadetto a West Point, la più importante accademia del paese, nello stato di New York, stavolta usando il suo vero nome. All’inizio Poe se la cavò bene, ma con il passare del tempo ripensò al suo percorso e si rese conto che non avrebbe potuto passare altri quattro anni a West Point. Così fece di tutto per farsi congedare. Smise di frequentare le lezioni e ignorò gli ordini dei superiori. La leggenda narra che una volta si presentò a un’esercitazione indossando solo un cappello e una cintura per le cartucce. L’autosabotaggio funzionò: fu cacciato dall’accademia il 6 marzo del 1831.

Andò a New York, dove pubblicò un libro di poesie in parte finanziato dai suoi compagni di West Point. “Al corpo dei cadetti degli Stati Uniti questo volume è rispettosamente dedicato”, recitava la dedica. Da quel momento in poi costruì un po’ alla volta la sua carriera letteraria, ma insieme alla fama come scrittore crebbe anche la sua dipendenza dall’alcol e da altri vizi. Fino al 1849.

Il 3 ottobre di quell’anno, giorno di elezioni, fu trovato in stato di semi-incoscienza, incapace di muoversi e con addosso vestiti non suoi, fuori da un seggio di Baltimora. Morì quattro giorni dopo, tra deliri e allucinazioni visive, senza poter spiegare come avesse potuto ridursi in quelle condizioni. Secondo il suo medico, prima di morire Poe pronunciò più volte il nome “Reynolds”, ma non è chiaro a chi si riferisse. Le cause del decesso rimangono sconosciute e negli anni tantissime persone, come protagonisti di uno dei racconti di Poe, hanno cercato di risolvere il mistero. Ecco le teorie più interessanti messe insieme dallo Smithsonian Magazine.

Aggredito e picchiato
Secondo una delle prime teorie, esposta nel 1867 da Elizabeth Oakes Smith, Poe fu picchiato da uno “sgherro” istigato da una donna, che sosteneva di essere stata aggredita dal poeta. Nel 1872 Eugene Didier scrisse che mentre era a Baltimora, Poe si imbatté in alcuni amici di West Point, che lo convinsero a unirsi a loro per bere qualcosa. Si ubriacò rapidamente e cominciò a vagare da solo per la città. “Fu derubato e picchiato da alcuni criminali e lasciato privo di sensi in strada per tutta la notte”. Questa teoria però non spiega la causa precisa della morte e nemmeno i suoi deliri prima di morire.

Frode elettorale
Altri pensano che Poe sia stato vittima di un tipo di frode elettorale molto diffusa all’epoca, chiamata coping: bande criminali che volevano influenzare un’elezione in una certa direzione rapivano una persona, la camuffavano e la costringevano a votare più volte per un candidato, usando ogni volta identità diverse. In quel periodo agli elettori veniva offerto dell’alcol dopo aver votato come una sorta di ricompensa. Poe potrebbe aver bevuto molto ed essere finito in stato di semi-incoscienza a causa dell’alcol e della stanchezza.

L’alcol
Secondo altri, il decesso fu semplicemente causato dall’alcolismo. A quanto pare Poe stava male dopo un solo bicchiere di vino. Mesi prima di morire si era ammalato gravemente, anche per gli effetti dell’alcol. Era guarito in modo miracoloso e il suo medico lo aveva avvertito che, se fosse stato di nuovo male, sarebbe quasi sicuramente morto. Così Poe aveva rinunciato a bere ed era anche entrato nel movimento per la temperanza. Alcune persone che gli furono vicine negli ultimi giorni di vita sostengono che non fosse riuscito a resistere alla tentazione di bere.

Ma alcune indagini fatte in tempi più recenti hanno messo in dubbio questa teoria: i campioni di capelli di Poe prelevati dopo la sua morte mostrano bassi livelli di piombo, e questo farebbe pensare che rimase fedele al suo voto di sobrietà fino alla morte.

Avvelenamento da metalli pesanti
Esami condotti sui capelli di Poe rivelarono livelli elevati di mercurio nell’organismo prima della morte, dovuti al fatto che nel 1849 un medico gli aveva prescritto il calomelano, o cloruro di mercurio. L’avvelenamento da mercurio potrebbe spiegare alcune allucinazioni e deliri di Poe prima della morte. Tuttavia, le quantità di mercurio trovate nei capelli di Poe sono trenta volte inferiori al livello compatibile con l’avvelenamento da mercurio.

La rabbia
Nel 1996 il cardiologo R. Michael Benitez fu messo davanti al caso di Poe senza sapere che si trattava del famoso scrittore, quindi senza pregiudizi di alcun tipo sul consumo di alcol. Concluse, sulla base dei sintomi e del decorso della malattia, che Poe fosse morto di rabbia. In seguito Benitez pubblicò un articolo sul Maryland Medical Journal, spiegando che senza la prova del dna è impossibile dire con certezza che Poe sia morto a causa del virus della rabbia. Tuttavia, dopo la pubblicazione dell’articolo Jeff Jerome, curatore del Poe House Museum di Baltimora, ha concordato con la diagnosi di Benitez.

Tumore al cervello
Una delle teorie più recenti sulla morte di Poe suggerisce che l’autore avesse un tumore al cervello. A dare credito a questa tesi c’è il fatto che quando il cadavere fu esumato, quasi trent’anni dopo la morte, un operaio notò una massa solida nel cranio. All’epoca i giornali sostennero che si trattasse del cervello. Ma in seguito gli scienziati hanno escluso questa possibilità, visto che il cervello è una delle prime parti del corpo a decomporsi. Di recente lo scrittore Matthew Pearl ha chiesto un parere a un patologo forense, che è arrivato a questa conclusione: la massa nel cranio potrebbe essere un tumore cerebrale che si è calcificato dopo la morte.

Influenza
Una teoria molto meno sinistra suggerisce che Poe sia semplicemente morto per un’influenza sfociata in una polmonite mortale. Pochi giorni prima di arrivare a Baltimora, Poe era andato da un medico lamentando un malessere. Una volta in città, trovò freddo e pioggia che potrebbero aver esasperato l’influenza e portato alla polmonite. La febbre alta potrebbe spiegare le sue allucinazioni e la sua confusione. Il freddo e la pioggia potrebbero spiegare perché Poe indossava vestiti apparentemente non suoi.

Omicidio
In un libro del 2000, lo storico e giornalista John Evangelist Walsh sostiene che Poe sia stato ucciso dai fratelli della sua ricca fidanzata, Sarah Elmira Shelton, che non vedevano di buon occhio il matrimonio tra i due. Usando prove tratte da giornali, lettere e memorie, Walsh afferma che i fratelli Shelton rintracciarono lo scrittore a Baltimora, lo picchiarono e lo costrinsero a bere whisky, sapendo che avrebbe potuto ucciderlo. La teoria di Walsh non convince gli storici di Poe.

Questo articolo è tratto da una newsletter settimanale, Americana, che racconta cosa succede negli Stati Uniti. Ci si iscrive qui.

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