16 dicembre 2021 16:23

Glass life
Sara Cwynar, Aperture
Nel suo nuovo libro, Sara Cwynar crea una vertiginosa confusione nel caos del nostro mondo visivo consumistico per portarci faccia a faccia con il complesso rapporto che abbiamo con le immagini. Il volume riunisce i ritratti multistrato di Sara Cwynar fatti di fotografie e oggetti di consumo accumulati, e immagini dei film Soft Film (2016), Rose Gold (2017) e Red Film (2018). È un libro saturo d’immagini e ogni immagine è piena di colori sgargianti, al limite della sopportazione, quasi a generare una reazione del lettore spinto a riflettere sulla cultura consumistica e sul ruolo che la fotografia ha avuto nel plasmarla. (Veronica Daltri)

Happy pills
Arnaud Robert e Paolo Woods, Delpire & co
La chimica può migliorare la condizione umana? Dal Niger agli Stati Uniti passando per la Svizzera, l’India, Israele e l’Amazzonia peruviana il giornalista Arnaud Robert e il fotografo Paolo Woods hanno girato il mondo alla ricerca delle happy pills, quelle medicine che promettono la guarigione e migliori prestazioni fisiche e mentali. “L’obiettivo di questo lavoro”, spiegano gli autori, “è riflettere sul modo in cui l’industria farmaceutica usa la scienza, il mercato e la comunicazione per offrire una risposta standardizzata alla ricerca della felicità, che è stata a lungo una prerogativa delle religioni, delle filosofie e della politica”. (Elena Boille)

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The poverty line
Chow e Lin, Lars Müller Publishers
Tre cavoli, un pesce, sei banane: cosa può comprarsi da mangiare una persona che vive in povertà? In circa dieci anni il fotografo Stefen Chow e l’economista Huiyi Lin hanno attraversato 36 paesi o territori per fotografare gli alimenti acquistabili con una cifra quotidiana pro capite basata sulla definizione di soglia di povertà di ogni paese e sulle statistiche nazionali ufficiali. Quest’anno il loro lungo lavoro è diventato un libro in cui ogni sfoglio è allo stesso tempo una sorpresa e una denuncia delle disuguaglianze. (Elena Boille)

Holy
Donna Ferrato, PowerHouse books
Cinquant’anni dedicati al racconto delle donne, alle loro battaglie, alle discriminazioni e alle violenze che subiscono ma anche ai modi in cui pensano e desiderano. Il corpus dell’opera della fotoreporter statunitense è condensato in questo libro, che raccoglie le sue serie più famose, su tutte Living with enemy, lavoro seminale sulla violenza domestica del 1991. Holy ci ricorda per cosa le donne hanno lottato e perché bisogna continuare a farlo. (Giovanna D’Ascenzi)

Soweto, Sudafrica, 1998. (Donna Ferrato)

Scalandrê
Marco Zanella, Cesura Publish
Il progetto di Marco Zanella su Cotignola, un piccolo paese romagnolo di tradizione agricola, indaga lo sfasamento generato dalla fine della civiltà contadina e l’incedere della nuova società tecnologica. Testimonia l’impegno di una comunità ad andare al proprio passo, preservando tradizioni antiche e memorie collettive dal cambiamento accelerato. (Veronica Daltri)

Archive
Bertien van Manen, Mack Books
Bertien van Manen ha attraversato la storia degli ultimi cinquant’anni con le sue fotografie: dall’Europa alla Cina passando per l’ex Unione Sovietica, ha raccontato le macro vicende e la complessità del mondo attraverso storie empatiche, piene di rispetto per la vita quotidiana dei suoi soggetti, per lo più persone comuni incontrate in viaggio. Il libro, curato dal designer Hans Gremmen, raccoglie vari lavori della fotografa olandese tra cui sezioni inedite del suo archivio e alcune pagine del suo diario. (Veronica Daltri)

What they saw: historical photobooks by women, 1843–1999
A cura di Russet Lederman e Olga Yatskevich, 10×10 Photobooks, NYC
Un volume essenziale nato dall’esigenza di colmare una lacuna nel racconto della storia delle pubblicazioni fotografiche realizzate da donne: non solo libri editi ma anche fanzine, album personali, ritagli e portfolio di ogni provenienza geografica, per un totale di 250 lavori. Una ricerca che non finisce qui, ma vuole porre l’accento su cosa è stato escluso in passato e quello che potrà essere incluso in futuro. (Giovanna D’Ascenzi)

Video for the 2021 Paris Photo–Aperture Foundation PhotoBook Awards, courtesy of Aperture


American geography
Matt Black, Contrasto
Il fotografo statunitense si è posto un obiettivo straordinario: mappare le comunità del suo paese che vivono al di sotto della soglia di povertà. Nel 2015 intraprende un viaggio lungo 160mila chilometri, partendo dalla Central Valley, in California, dove è nato, e prosegue per sei anni, spogliando, una foto dopo l’altra, il sogno americano del suo mito. Obiettivo raggiunto. (Giovanna D’Ascenzi)

The San Quentin project
Nigel Poor, Aperture
Questo lavoro raccoglie un’inedita documentazione della vita all’interno di una delle prigioni più antiche e più grandi d’America, San Quentin state prison in California, dove l’autrice Nigel Poor ha iniziato a insegnare storia della fotografia ai detenuti nel 2011 senza avere a disposizione macchine fotografiche o libri. Li ha invitati a comporre “fotografie verbali” delle proprie esperienze. Ha poi fornito loro copie d’immagini famose e i detenuti vi hanno scritto sopra i propri ricordi, pensieri ed elaborazioni. Ha anche avuto accesso all’archivio fotografico del carcere che è stato in seguito utilizzato nei laboratori con i suoi studenti. La sua opera viene ora usata per insegnare l’alfabetizzazione visiva ed elaborare l’esperienza dell’incarcerazione. (Veronica Daltri)

Powwow, n.d., mapped by George Mesro Coles-El, da The San Quentin project. (George Mesro Coles-El, San Quentin state prison/Aperture, 2021)

I made them run away
Martina Zanin, Skinnerboox
Un libro in prima persona, che usa testi e fotografia per rielaborare e superare ricordi pieni di rabbia e dolore. Zanin, friulana nata nel 1994, ricerca una catarsi attraverso la fotografia accostando l’album di famiglia e lettere della madre a scatti più recenti in cui procede per associazioni mentali e visive. (Giovanna D’Ascenzi)

As we rise: photography from the black Atlantic
Autori vari, selezionati dalla Wedge Collection, Aperture
Un percorso di riappropriazione culturale all’interno della diaspora africana, dove trovano spazio più di cento fotografie realizzate da artisti neri provenienti da entrambe le sponde dell’Atlantico. “Troppo spesso abbiamo visto immagini di neri immortalati nel proprio dolore, nella disperazione o in un isolamento brutale. As we rise preferisce presentarli come esseri umani, protagonisti del loro mondo”, scrive Teju Cole nell’introduzione. Un libro che restituisce potere e dignità. (Giovanna D’Ascenzi)

Dal libro England!? les anglais ont débarqué!. (Robin Maddock)

England!? les anglais ont débarqué!
Robin Maddock, Fire/Hole
Questo libro è il risultato di cinque anni passati a fotografare il Regno Unito, paese natale del fotografo, dopo il voto sulla Brexit. Il lavoro esplora un paese lacerato da questioni d’identità, disuguaglianza sociale e dal peso della propria storia. Lo fa in un turbine d’immagini, stili e mezzi diversi: collage, fotografia documentaria più classica e interventi di manipolazione e pittura sulle immagini, a dimostrazione dell’amore e odio e della frustrazione dell’autore verso il proprio paese. Il lavoro è accompagnato da un saggio di Johny Pitts e ogni copia è rifinita a mano con una copertina originale dipinta. Interessante: se 47 sterline sono troppe, sul sito è possibile scaricare il pdf per 1,75 sterline, con i proventi destinati a Save the children. (Veronica Daltri)

Photo no-nos: meditations on what not to photograph
A cura di Jason Fulford, Aperture
“Da quando ho cominciato a scattare foto a colori negli anni settanta provo una profonda ambivalenza verso i tramonti”, scrive il fotografo Alex Webb. “Da un lato sono molto seducenti, dall’altro vorrei resistere alla loro bellezza stereotipata. Mi ricordo che una volta feci vedere a Josef Koudelka una delle mie prime foto. Era un gruppo di ragazzi durante un concerto di Bob Marley, in Giamaica. Li avevo ritratti in silhouette contro un cielo arancione. Koudelka mi disse: ‘Troppo zucchero’. Aveva ragione, non era solo troppo dolce, era anche troppo facile. Ogni tanto, però, trovo qualcosa che distingue quel sole al tramonto dagli altri. E allora metto da parte la mia ansia, e mi concedo di fargli una foto”. Webb è solo uno dei più di duecento fotografi e fotografe che hanno risposto alla richiesta di Jason Fulford di raccontare quali sono i loro argomenti tabù: soggetti e temi che cercano di evitare, ma da cui sono attratti e di cui svelano le insidie. Dalla A di astrazione alla Z di zoom screenshot, il risultato è un’originale e spesso divertente serie di riflessioni personali sul senso della fotografia. (Elena Boille)

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Les oubliées
Anaïs Boudot, Pablo Picasso, Brassaï, The Eyes
La giovane Anaïs Boudot dialoga con Picasso e Brassaï che avevano a loro volta avuto degli scambi intorno a delle lastre di vetro incise, e usate come matrice e negativo. Usando immagini ritagliate di donne dell’epoca e lastre di vetro dipinte d’oro, Boudot ricorda in maniera sottile che Picasso fu molto duro con loro. Il libro restituisce in maniera colta e intelligente la complessità di questo scambio. (Christian Caujolle)

Me kaksi (Nous deux)
Pentti Sammallahti, Atelier EXB/Éditions Xavier Barral
Da uno dei più grandi fotografi finlandesi ecco la sua prima monografia, che attraversa un’opera in bianco e nero di pura poesia. L’incredibile complicità con gli animali, l’attenzione continua ai dettagli, la disponibilità permanente nei confronti del mondo consentono a Sammallahti di trovare degli instanti di grazia nella costruzione degli spazi, sempre eleganti e sorprendenti. (Christian Caujolle)

Dal libro Amma. (Vasantha Yogananthan)

Amma
Vasantha Yogananthan, Chose Commune
A myth of two souls (2013-2021) propone una rilettura contemporanea del poema epico Rāmāyaṇa, un viaggio nel tempo e nello spazio. Amma (che significa madre in tamil) è l’ultimo capitolo di un progetto composto da 437 foto, pubblicate in sette libri. Per celebrare questa epopea, Chose Commune pubblica, in stretta collaborazione con l’artista, un libro in cui tutte le sessanta fotografie sono incollate a mano. (Christian Caujolle)

Passenger
Martin Bogren, Éditions lamaindonne
Un oggetto magnifico, sensibile e fragile, in linea con le parole e i sentimenti dell’autore. Un modo poetico di attraversare il mondo, pieno di relazioni con l’incomprensibile e dolci stupori davanti ai dettagli, alle forme e agli instanti. (Christian Caujolle)

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The idiots delight
Duane Michals, Éditions Pierre Bessard
Premiato a Les rencontres d’Arles come migliore libro nella categoria Photo-texte, questo volume intelligente, tanto quanto l’autore è faceto, è capace di inventarsi una forma nuova per nascondere e rivelare i testi che giocano, come sempre in Michals, con le immagini. Un libro tra risate, poesia, provocazioni gentili e quella piccola filosofia del tempo tipica dell’inventore della sequenza, che pratica ormai da cinquant’anni (in attesa della pubblicazione, in ritardo come sempre, di un’opera completa per Steidl). (Christian Caujolle)

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