04 giugno 2018 11:30

Con gazebo e tavolo pieghevole, facevano firmare una petizione all’ingresso di un mercato di Torino. Il giorno prima, il 1 giugno, la Lega (il loro partito) aveva formato il nuovo governo italiano con gli alleati del Movimento 5 stelle. Era la loro vittoria, ma il loro stand non attirava molte persone e anche loro non erano particolarmente sorridenti.

“Cosa vi aspettate ora? Qual è la prima cosa da fare?”, gli domando.

“I migranti!”, mi risponde il più giovane dei tre militanti. Chiederete una maggiore solidarietà da parte dell’Europa? Scoppiano a ridere. No, non si affidano all’Europa, ma chiedono di “fare differenza tra i profughi politici e i migranti economici”, mi spiega solennemente una signora bionda. Si alza, mi prende da parte e mi dice con tristezza “questo governo non durerà”.

Sfiducia condivisa
La signora appartiene all’ala thatcheriana della Lega. Per lei il problema sono i migranti – “In Italia abbiamo molti chilometri di costa, questo è il problema” – ma ancora più importante è ridurre la pressione fiscale: “O rinunciamo noi, la Lega, cosa che è esclusa, o devono essere i cinquestelle a rinunciare al reddito di cittadinanza di quasi 800 euro al mese. Solo che non lo faranno mai. A quel punto resterà solo un’alternativa: la bancarotta o lo scioglimento della coalizione”.

In tutte queste nuove forze nazionaliste emerge un mix tra Margaret Thatcher e il rifiuto dei vecchi partiti

L’Italia condivide questa sfiducia. Naturalmente ci sono molti entusiasti ai raduni della Lega e dei cinquestelle, ma la maggior parte della popolazione, a prescindere dall’orientamento politico, non crede che la squadra di governo avrà vita lunga.

L’Italia è in attesa della prossima puntata, ma ha davvero ragione a essere così stranamente calma? Forse sì. Questa coalizione, quest’alleanza di contrari, è chiaramente insostenibile, ma per esempio cosa fa Trump? Riduce le imposte per i più ricchi (i suoi simili) e tassa le importazioni di acciaio europeo per presentarsi come paladino degli operai americani e farsi rieleggere. In tutte queste nuove forze nazionaliste che hanno ovunque il vento in poppa emerge un mix tra Margaret Thatcher e il rifiuto dei vecchi partiti che non riescono più a difendere le conquiste sociali dei loro elettori e a proteggerli dal mondo esterno.

Queste nuove forze sono totalmente contraddittorie perché la riduzione delle tasse significa riduzione delle protezioni sociali e dei beni comuni. Eppure crescono, a scapito di partiti moderati di destra e di sinistra sempre più indeboliti. Come Trump, queste forze possono distruggere in pochi mesi equilibri fondamentali. Questo significa che la coalizione romana, a prescindere dalla sua solidità, non ha niente di aneddotico e potrebbe durare, provocando enormi disastri.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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