21 giugno 2021 13:34

Everybody knows di Sharon Robinson è uno di quegli album che dovrebbero essere in ogni casa. Suonati e risuonati sera dopo sera, nei giorni belli e in quelli brutti. Soprattutto in quelli brutti. E invece è un disco praticamente sconosciuto che ha avuto discrete recensioni alla sua uscita solo perché Robinson era, dal 1978, la corista e la pianista di Leonard Cohen, nonché la coautrice di molti pezzi tardi della sua carriera. Quasi tutti i recensori paragonavano lo stile e il suono di Sharon Robinson a quello di Sade, mancando vistosamente il bersaglio. Le somiglianze ci sono ma sono tutte superficiali: Robinson è anzitutto una cantautrice e un’arrangiatrice e la sua musica, a differenza di quella di Sade, seduce per sottrazione più che per dispiego di morbidezza e sensualità. Everybody knows è un album delicatissimo, in cui la voce e i testi sembrano galleggiare nel vuoto e nel silenzio. Non è musica opulenta ma è musica ricca.

Il rapporto di amicizia e di collaborazione tra Sharon Robinson e Leonard Cohen è stato descritto nei dettagli da un lungo articolo del Financial Times uscito nel 2013. Robinson fu ingaggiata come corista per il tour che Leonard Cohen fece nel 1979, da cui fu estratto uno storico album live intitolato Field commander Cohen: tour of 1979, in cui le due coriste (Robinson e una musicista altrettanto notevole, Jennifer Warnes) erano molto presenti e spesso duettavano con Cohen.

Da quel momento Robinson ha collaborato sempre più strettamente con l’artista, scrivendo pezzi con lui e realizzandoci insieme un intero album di inediti firmati da entrambi (lo splendido Ten new songs del 2001). Robinson continuava anche a scrivere canzoni per altri: ha vinto un Grammy nel 1985 per New attitude di Patti LaBelle (diventata una hit nella colonna sonora della commedia Beverly Hills cop) e ha firmato The high road per il grande ritorno sulle scene della cantante soul Bettye LaVette nel 2005. Nel 1986, insieme a Leonard Cohen, ha anche scritto una canzone per Diana Ross intitolata Summertime.

Everybody knows è dunque l’album di debutto di Sharon Robinson come cantante solista, ma non certo come autrice. Con voce inconfondibile e fraseggio perfetto, Robinson ripercorre una serie di canzoni che ha scritto negli anni, assaporandone con calma il suono e la parola. Invisible tattoo è un’apertura memorabile, forse il pezzo che più giustifica i paragoni con la Sade indolente e rarefatta di Love deluxe. E poi scorrono i pezzi scritti con e per Leonard Cohen, Everybody knows e Alexandra leaving, fino ad arrivare a una diafana e minimale versione di Summertime, il pezzo che aveva scritto con Cohen per Diana Ross. Ovviamente c’è anche The high road, il pezzo che aveva scritto per Bettye LaVette, che ripresa da lei perde ogni spigolo ma rimane un potentissimo inno di autoaffermazione e di amore per se stessi.

Sharon Robinson
Everybody knows
Floating world, 2008

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it