28 gennaio 2014 10:35

È un avvenimento finora oscurato dalle polemiche quotidiane sulla legge elettorale. Ma grazie ad un duello del tutto inedito le imminenti elezioni in Sardegna si annunciano come evento tutt’altro che secondario o rituale. Al contrario: è un appuntamento di notevole interesse politico. Perché sull’isola la scrittrice Michela Murgia sfiderà i partiti in una competizione che potrebbe sconvolgere i tradizionali equilibri politici.

Murgia è un personaggio poliedrico e anticonformista, i cui libri sono stati tradotti in venti lingue. Dal suo bestseller Il mondo deve sapere Paolo Virzì ha tratto il film Tutta la vita davanti. Per il romanzo Accabadora ha vinto il premio Campiello. In un quadro sconfortante di astensionismo e indecisione la scrittrice sarda è vista come una mina vagante: 46 ex consiglieri sono indagati per peculato, quattro sono agli arresti. Il governatore berlusconiano Ugo Capellacci si ripresenta con tre processi a carico. Il Partito democratico ha costretto al ritiro la vincitrice delle primarie, Francesca Barracciu, indagata per rimborsi sospetti. Beppe Grillo, dopo litigi interni, non ha concesso l’utilizzo del logo M5s, che alle politiche aveva sfiorato il 30 per cento: a pochi mesi dalle europee non voleva rischiare l’ennesima sconfitta alle regionali.

In questo contesto la scrittrice di estrazione cattolica con la sua coalizione Sardegna possibile potrebbe giocare un ruolo decisivo. Secondo un sondaggio Datamedia supera il 20 per cento, ma potrebbe pescare molti voti nell’esercito degli indecisi e degli astensionisti, che sfiora il 50 per cento. Irrituale la sua campagna elettorale, gestita con pochi soldi e molto entusiasmo.

“Nei mesi passati abbiamo ascoltato la gente e dai loro racconti è nato il programma”, riassume la 41enne di Cabras. In modo irrituale Murgia già a un mese dalle elezioni ha presentato gli 11 assessori della sua potenziale giunta e un programma dettagliato. Categorico il rifiuto di scendere a patti con il Pd: “In cinque anni vogliamo rifondare l’isola”. Se dovesse vincere, la sua casa editrice, l’Einaudi, si dovrà rassegnare a non vederla per cinque anni: “Non è mia intenzione trasformare i miei lettori in miei elettori”. La sua coalizione è formata dagli indipendendisti di Progetu republica de Sardigna e due liste civiche.

La battagliera scrittrice - che considera il suo lavoro come “dovere civile” - nella sua vita movimentata ha fatto di tutto: la cameriera, l’insegnante di religione, la portiera di notte, la venditrice di multiproprietà nonché la telefonista in un call center, il lavoro descritto nel tragicomico bestseller Il mondo deve sapere. Attende il 16 febbraio con fiducia: “La nostra vittoria non è più un azzardo, ma una necessità”. Uno degli slogan della scrittrice è “persone, non partiti”. E la sfida sta tutta lì. Molti guarderanno alla competizione sarda con interesse e curiosità perché il sogno della Murgia è condiviso da milioni di italiani: una vittoria della società civile sui partiti ingessati.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it