19 dicembre 2017 11:30

Per scatenare le prime polemiche il nuovo governo austriaco non ha atteso neanche il proprio giuramento, dichiarando la propria disponibilità a concedere la cittadinanza agli abitanti di lingua tedesca e ladina dell’Alto Adige/Südtirol.

Promessa alquanto vaga perché prima bisognerebbe esaminare i non pochi problemi giuridici e costituzionali di un simile gesto patriottico. Ma è bastato l’annuncio per scatenare polemiche che potrebbero danneggiare seriamente gli ottimi rapporti tra Roma e Vienna.

Basta ascoltare la dura reazione dell’ex presidente del consiglio Massimo D’Alema, in procinto di ricandidarsi al parlamento: “Sarà l’Austria a mandare alla provincia di Bolzano in futuro gli aiuti che ricevono da noi? Bisogna reagire con fermezza all’arroganza di una destra estremista antitaliana”.

Negativo anche il giudizio del presidente dell’europarlamento, Antonio Tajani: “L’Europa ha chiuso la stagione dei nazionalismi”. Preoccupata la risposta del sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova: “La promessa, anche se fatta con il guanto di velluto dell’europeismo, sembra avere il crisma del pugno di ferro etnonazionalista”.

Argomentazioni fantasiose e aspetti oscuri
Quella della doppia cittadinanza è una questione proposta già parecchie volte, innanzitutto dalla destra sudtirolese e austriaca. Un mese fa è stata ripresa con una mozione nel consiglio provinciale di Bolzano, firmata da 19 dei 35 consiglieri, sette dei quali della Südtiroler volkspartei (Svp), partito che governa la provincia da decenni, e uno addirittura dal Movimento 5 stelle (M5s). Da allora sui giornali e in rete infuriano le polemiche tra favorevoli e contrari con argomentazioni fantasiose e in parte surreali.

Perché nella questione della doppia cittadinanza ci sono molti aspetti complicati e tutt’altro che chiari: quali sarebbero i criteri? Chi ne avrebbe diritto? Tutti quelli che avevano familiari nella monarchia austroungarica? O solo quelli che appartengono al gruppo tedesco e ladino? E come si risolverebbero le questioni del diritto di voto e del servizio militare obbligatorio in Austria?

Il passo del governo austriaco rischia di peggiorare i rapporti tra i gruppi linguistici nella più ricca provincia d’Italia

Il nodo principale è stato posto dall’esponente del Partito popolare Andreas Khol, ex presidente del parlamento austriaco, che ha espresso il timore di un deterioramento dei rapporti con l’Italia: “È più importante mantenere i buoni rapporti di vicinato con l’Italia o concedere la cittadinanza agli abitanti tedeschi o ladini?”.

Una cosa è certa: il passo del governo austriaco rischia di peggiorare ulteriormente i rapporti tra i gruppi linguistici nella più ricca provincia d’Italia, dove il gruppo italiano è da decenni in calo, lamentando il proprio disagio e la cancellazione di molti toponomi italiani.

Altro aspetto bizzarro è che la Südtiroler Volkspartei a Roma e Bolzano è alleata del Partito democratico che in senato ha spesso bisogno dei voti del gruppo delle minoranze linguistiche. La questione della doppia cittadinanza non potrebbe che danneggiare i rapporti. Dice Francesco Palermo, parlamentare eletto dalla Svp e dal Pd: “Dati gli equilibri delicati, sarebbe come portare un elefante in un negozio di cristalleria”. Il costituzionalista critica anche l’Italia “per aver concesso la cittadinanza alle minoranze nazionali in Croazia e Slovenia, attirandosi proteste internazionali e andando avanti fregandosene”.

Già si agita la bolzanina Michela Biancofiore, deputata di Forza Italia, che chiede al governo di richiamare l’ambasciatore da Vienna: “Il governo riconsegna l’Alto Adige all’Austria”.

A questo punto nell’operetta austro-italiana un po’ di pace natalizia potrebbe rivelarsi utile a raffreddare gli animi. Non ultimo perché agli occhi di molti altoatesini (o sudtirolesi) esiste un motivo poco politico, ma molto concreto per rinunciare al secondo passaporto: il suo costo di 1.300 euro.

Da sapere

  • Il Trentino-Alto Adige/Südtirol è una regione italiana autonoma a statuto speciale. Ha un milione di abitanti.
  • Dal 1972 gran parte delle competenze sono state affidate direttamente alle province autonome del Trentino, corrispondente alla provincia autonoma di Trento e quasi completamente di lingua italiana, e dell’Alto Adige/Südtirol, corrispondente alla provincia autonoma di Bolzano e in maggioranza di lingua tedesca.
  • L’Alto Adige ha 520mila abitanti: il 70 per cento è di lingua tedesca, il 25 per cento di lingua italiana e il 5 per cento di lingua ladina, una lingua retoromanza nata durante la conquista delle Alpi da parte dei romani, nel primo secolo. Bolzano è la città altoatesina con il maggior numero di abitanti di lingua italiana, che qui sono il 70 per cento.
  • In Alto Adige la scuola ha tre diversi sistemi, uno per ogni gruppo linguistico presente sul territorio. Nella scuola in lingua tedesca l’italiano è insegnato come prima lingua straniera, e viceversa. Nelle valli ladine l’insegnamento si svolge in tutte e tre le lingue.
  • Secondo la proposta del nuovo governo di Vienna potranno chiedere il passaporto austriaco gli altoatesini che alla dichiarazione di appartenenza linguistica hanno optato per quella tedesca o ladina.

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