04 luglio 2013 14:00

Robert S. C. Gordon, Scolpitelo nei cuori

Bollati Boringhieri, 345 pagine, 27 euro

All’inizio ci furono solo pochi testimoni, poi, dopo un decennio di silenzio, dagli anni sessanta è diventato un argomento importante per storici, politici, giornalisti, dilagando nella cultura di massa e attirando, alla fine del novecento, un larghissimo interesse pubblico, concretizzatosi infine nell’istituzione di un giorno della memoria celebrato e condiviso da tutte le forze politiche.

Questa la parabola dell’olocausto ebraico in Italia ricostruita da Robert Gordon nei diversi campi della storia istituzionale, del dibattito pubblico e della cultura di massa. Secondo la linea tracciata da Primo Levi, di cui Gordon è profondo conoscitore, si rivelano le contraddizioni di concetti (come “zona grigia”, “condivisione”, “eccezionalità”) che siamo abituati a dare per scontati e su cui invece vale la pena continuare a riflettere per capire la responsabilità degli italiani nelle tragedie del novecento e come farci i conti senza viltà.

Basta leggere il capitolo sulla stratificazione di villa Torlonia: nel 1918 vi furono trovate antiche catacombe ebraiche, in seguito diventò prima la residenza di Mussolini, poi la sede del comando militare alleato e infine, dopo una lunga fase di decadenza e un restauro, dal 2005 luogo deputato alla costruzione, non ancora avviata, di un museo della Shoah. Più ancora che di olocausto, questo libro parla di Italia.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it