10 marzo 2021 15:54

Emanuela Griglié, Guido Romeo
Per soli uomini
Codice, 145 pagine, 15 euro

Quando la Nasa ha deciso d’includere le donne nei suoi programmi spaziali si è trovata di fronte all’ostacolo che esistevano solo tute da uomo. Quando l’esercito tedesco ha cercato d’incentivare la parità nei suoi ranghi declinando al femminile i gradi, le soldate hanno fatto osservare che non esistevano stivali della loro taglia.

Questi esempi mostrano la distanza che corre tra l’impressione di una trasformazione epocale nei rapporti tra i generi e i tanti passi che restano ancora da fare. Sono tratti dall’introduzione di questo saggio utilissimo che spiega, statistiche alla mano, quanto il mondo che abitiamo “consideri ancora la maggioranza della popolazione solo una nicchia”. Non solo vestiti, accessori e utensili femminili sono più rari e più costosi, ma le città sono progettate per gli uomini e la medicina considera per lo più le donne come la variante di un paziente standard di sesso maschile a cui dedica la maggior parte dell’attenzione.

L’intelligenza artificiale, procedendo per algoritmi, invece di correggere i pregiudizi li moltiplica. Alla base di tutto questo c’è un dato inequivocabile: nella produzione culturale in senso ampio (dalla ricerca al giornalismo) le donne sono nettamente sottorappresentate. Certo oggi, anche grazie alla massa di dati disponibili, cominciamo a rendercene conto. Può essere l’inizio di una rivoluzione, ma c’è ancora molto da fare.

Questo articolo è uscito sul numero 1399 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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