“Gli scudetti sono 30” (Andrea Agnelli). “È lo scudetto numero 30, non ci sono dubbi” (Luciano Moggi). “Potrei dire 28, purché l’Inter dica 17 anziché 18” (Sandro Veronesi). “Attribuirsi due scudetti revocati per frode sportiva non è solo un gesto di ‘orgoglio ritrovato’. È, a tutti gli effetti, un gesto che sconquassa dalle fondamenta le istituzioni del calcio, le sconfessa, le rifiuta” (Michele Serra). “Gli scudetti restano sempre 30, di cui 28 validi” (Mario Sconcerti).
Due verità. Due versioni del passato. Tanti processi (alcuni ancora in corso) sportivi e giudiziari, Coni, Figc, arbitraggi, radiazioni, tentati suicidi, addirittura un tavolo della pace. La vittoria della Juventus nel campionato 2011-2012 è stata accompagnata da polemiche infinite. Polemiche sul numero di scudetti vinti dalla Juventus (28? 30?) e, ancora una volta, sul significato stesso di calciopoli/farsopoli. Si sperava che il trionfo della Juve, meritatissimo, avrebbe placato un po’ gli animi. E invece no. Anzi, si sono scaldati ancora di più. Si è parlato ancora delle telefonate di Moggi e di Facchetti, del gol di Turone, di rigori dati e non dati, di gol fantasma, di arbitri e di dirigenti. E, poco dopo la vittoria sul campo, la Juventus ha messo un enorme 30 sopra il tetto del suo nuovo e bellissimo stadio. Per sempre, o almeno fino al prossimo scudetto.
Il terzino Paolo De Ceglie ha dipinto sulla sua auto tre stelle e un altro 30. I numeri stessi (28, 30) sono diventati dei segni d’identità. Si aspetta con ansia la prossima maglia della Juventus (tre stelle? due stelle?) e possibili sanzioni della Lega o della Figc. E nella stessa settimana arrivano i primi deferimenti per lo scandalo del calcioscommesse: 52 giocatori, 22 società di calcio. Un sistema di trucchi e truffe. Sarà un’estate di processi sportivi, proteste dei tifosi (e dei politici), penalizzazioni, classifiche riscritte. E questo è solo l’inizio, perché ci sono ben tre indagini in corso, e questi deferimenti riguardano solo la prima, quella della procura di Cremona.
Un altro colpo al cuore per il calcio italiano. Che si trascinerà per anni, con processi, appelli e dietrologia. Ogni volta, nel passato, è stata promessa pulizia. Ma il calcio è una farsa, in cui giocatori straricchi vendono partite di continuo. Ed è così da anni.
Correzione (13 maggio 2012) *Nella versione precedente c’era scritto che è stato Marchisio a dipingere sulla sua auto tre stelle, invece è stato il terzino Paolo De Ceglie. *
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