21 giugno 2020 10:02

I governi di tutto il mondo stanno reagendo con forza alla crisi del covid-19, con politiche di bilancio e monetarie combinate che sono già pari al 10 per cento del pil globale. Secondo l’ultima valutazione del dipartimento degli affari economici e sociali delle Nazioni Unite, tuttavia, queste misure forse non basteranno a stimolare i consumi e gli investimenti come sperano i politici. Il problema è che buona parte del denaro è incanalata in riserve di capitale, portando a un aumento degli accantonamenti per rischi futuri.

La situazione è simile alla “trappola della liquidità” che preoccupava Keynes durante la grande depressione. Comprensibilmente, le misure di stimolo sono state varate quasi in preda al panico per arginare le ricadute economiche della pandemia. Questa strategia, dettata dall’esigenza di spegnere l’incendio, non è stata né mirata né precisa, ma secondo molti commentatori era l’unica possibile. Senza un’enorme iniezione di liquidità d’emergenza probabilmente avremmo avuto fallimenti a catena e una ripresa ancora più difficile. Ma ormai è chiaro che la pandemia durerà molto di più di alcune settimane, come invece era stato ipotizzato quando le misure d’emergenza sono state adottate. Quindi tutti i programmi devono essere valutati più attentamente.

Durante i periodi d’incertezza, il risparmio precauzionale in genere aumenta, perché le famiglie e le aziende non investono. L’attuale crisi non fa eccezione. Gran parte del denaro che le famiglie e le aziende stanno ricevendo sotto forma di sovvenzioni resterà fermo nei conti in banca, in parte per l’ansia per il futuro e in parte perché in generale si sono ridotte le opportunità di spenderlo. Al tempo stesso le banche dovranno gestire un eccesso di liquidità per mancanza di investitori. Non è un caso che tra febbraio e aprile le riserve in eccesso in mano alle banche statunitensi siano quasi raddoppiate, passando da 1.500 a 2.900 miliardi di dollari. Per fare un confronto, le riserve in eccesso detenute dalle banche durante la crisi economica del 2007 arrivarono al massimo a mille miliardi. Questo aumento delle riserve bancarie indica che le politiche di stimolo attuate finora hanno avuto un basso effetto moltiplicatore.

La trappola della liquidità
Chiaramente, il credito bancario da solo non ci porterà fuori dallo stallo economico.
Inoltre l’eccesso di liquidità rischia di avere un alto costo sociale. Oltre alle preoccupazioni legate al debito e all’inflazione, ci sono buoni motivi per temere che avere troppe riserve nelle banche possa alimentare la speculazione finanziaria. Le borse vanno su e giù e questa volatilità potrebbe aumentare l’incertezza, portando a un atteggiamento ancora più prudente e scoraggiando consumi e investimenti. Allora ci troveremmo di fronte a una trappola della liquidità: un aumento dell’offerta di moneta e un uso limitato da parte di famiglie e imprese. Alcune misure di stimolo potrebbero essere d’aiuto quando il covid-19 sarà sotto controllo. Ma finché non sarà finita la pandemia, sarà impossibile tornare alla normalità. La soluzione, per ora, è ridurre il rischio e incentivare la spesa. Finché le aziende penseranno che l’economia è debole, rimanderanno gli investimenti, ritardando la ripresa.

Solo lo stato può spezzare questo circolo vizioso. I governi devono assicurarsi contro i rischi di oggi, offrendo un risarcimento alle aziende nel caso in cui l’economia non dovesse riprendersi entro una data stabilita. C’è già un modello per questo: l’emissione di “titoli Arrow-Debreu” (dai nomi degli economisti Kenneth Arrow e Gérard Debreu), pagabili a determinate condizioni. Per esempio lo stato potrebbe garantire che se oggi una famiglia compra un’auto, avrà la sospensione delle rate se nell’arco di sei mesi la curva della pandemia non scende. Oppure l’erogazione di prestiti e mutui condizionati al reddito potrebbero essere usati per favorire l’acquisto di una casa. I governi inoltre dovrebbero prendere in considerazione l’emissione di voucher per stimolare i consumi, come in Cina, dove le amministrazioni locali di cinquanta città stanno emettendo coupon digitali che si possono usare per comprare beni e servizi entro un determinato periodo di tempo. La data di scadenza è un forte incentivo ai consumi.

Visto che la pandemia durerà più del previsto, serviranno ulteriori stimoli. Gli Stati Uniti hanno già stanziato tremila miliardi di dollari, ma senza altre misure questi soldi non serviranno a salvare le aziende. Alcuni paesi hanno fornito assistenza alle imprese purché non licenzino, e sta funzionando.

I programmi di stimolo mal congegnati invece sono potenzialmente pericolosi. Le cattive politiche possono contribuire alla disuguaglianza, a seminare instabilità e a far mancare il sostegno politico ai governi proprio quando servirebbe di più per impedire all’economia di cadere in una recessione prolungata. Per fortuna ci sono delle alternative. Resta da vedere se i governi le prenderanno in considerazione.

(Traduzione di Fabrizio Saulini)

Questo articolo è uscito sul numero 1362 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it