05 aprile 2024 15:59
Pierluigi Longo

Nel 1986 il celebre cantante Johnny Hallyday cantava il suo desiderio di desiderare su tutte le frequenze radio. Cosa rimane di questo desiderio nel 2024? Una recessione sessuale, secondo il sondaggio dell’Institut français d’opinion publique (Ifop) per l’azienda Lelo, i cui risultati confermano una tendenza in atto da decenni. La frequenza dei rapporti sessuali in Francia è diminuita del 26 per cento dal 1970. Così come il numero delle persone sessualmente attive (del 15 per cento in diciotto anni: a questo ritmo, l’apocalisse sessuale totale dovrebbe verificarsi intorno al 2115). Nel paese dell’amore, il 39 per cento delle donne e il 55 per cento degli uomini ritiene di non fare abbastanza sesso. Non è il colmo?

Se questo disinvestimento erotico vi fa disperare, consolatevi pensando che questa recessione sessuale non è una cattiva notizia, né qualcosa di inevitabile. Ogni crisi ci offre una possibile scappatoia, e può ispirarci a trovare delle soluzioni.

Andare oltre il coito tradizionale

Analizzando nel dettaglio le statistiche, salta agli occhi un dato: il fattore principale in questo tracollo della libidine è essere donne. Che si tratti di cause naturali (meno testosterone) o culturali (eccessivo carico mentale), è ragionevole considerare questo parametro quando una coppia va a convivere. Ancora oggi si chiede alle donne di allinearsi alla libido maschile per “stare al passo” con gli uomini. È una cosa auspicabile? Dipende dalla coppia e dalle singole persone.

In ogni caso, quando l’asimmetria del desiderio va a svantaggio delle donne, è necessario porsi domande scomode: cos’è che nella nostra psiche, nei nostri corpi, nelle nostre abitudini quotidiane, nel nostro modo di organizzarci, produce questo scarto, presente in tutte le categorie sociali? In un’epoca di maggior considerazione per gli aspetti intimi della femminilità, non è logico che a perdere terreno sia proprio il coito tradizionale (cioè la penetrazione), quando tutti gli studi dimostrano che non è molto efficace per far raggiungere l’orgasmo alle donne?

Fare i conti con il passare del tempo

Quando si parla di declino dei rapporti sessuali entrano in gioco due parametri fondamentali: l’età delle donne e quella della coppia. In entrambi i casi, più passa il tempo, più subentra una crisi del desiderio, specialmente nelle donne. Gli uomini cominciano a disinteressarsi al sesso dopo soli dieci anni in coppia.

La stanchezza delle donne è già stata dimostrata da altri studi, che suggeriscono un’idea tanto destabilizzante quanto poco ovvia: le donne non sono fatte per la monogamia. Possiamo usare questa informazione per fare la pace oppure la guerra.

Una cosa è certa: statisticamente, sono molto rare le coppie che non sentono il peso degli anni. Non è colpa di nessuno. Non è un fallimento. A forza di mangiare mille volte lo stesso piatto, ve ne stufereste anche voi. Dobbiamo poter rinnovare la nostra sessualità allo stesso modo in cui rinnoviamo una dieta o una libreria, cioè aprendola a influenze esterne, che si tratti di fantasie o di nuove pratiche.

Restituire leggerezza alla sessualità

Se la vostra relazione è impantanata nella routine, sappiate che esistono persone ancora più sfortunate di voi: i single. Ci era stato promesso che, nell’epoca delle app d’incontri, i single ne sarebbero usciti come dei vincenti, ma era un inganno. Oggi il miglior indicatore dell’attività sessuale è la coppia. Cos’è rimasto delle sirene del sesso senza impegno, della cultura del mordi e fuggi? A quanto pare ben poco.

In questo senso ai single aiuterebbe senz’altro riscoprire il piacere dei nuovi incontri: quelli che vanno a buon fine (con i fuochi d’artificio), ma anche i flop clamorosi (che forniscono ottimi aneddoti da raccontare agli amici). Sta a noi vincere la pigrizia e ritrovare la febbre del sabato sera!

Limitare i passatempi digitali

Osservando la curva della frequenza sessuale in Francia, si nota che il calo ha coinciso con l’arrivo degli smartphone nelle case (dopo il 2007). Sarà una coincidenza? Ovviamente no. Netflix, videogiochi e social media stanno divorando il tempo che prima era dedicato al sesso. Questa tendenza è particolarmente diffusa tra gli uomini sotto i 35 anni: due su cinque hanno già evitato di fare sesso per giocare alla Playstation, stare su Instagram o guardare la serie preferita. In attesa del giorno in cui potremo fare sesso indossando i visori per la realtà virtuale, spegnete quei maledetti telefoni.

Rivedere le proprie armi di seduzione

Sono molte le ragioni per cui si perdono le occasioni di fare sesso, ma tra le più citate ci sono due forme diverse di rapporto conflittuale con la seduzione. O non si trova nessuno che ci seduca (perché si hanno aspettative troppo alte), o non si riesce a sedurre nessuno (perché non si soddisfano le aspettative altrui: questa categoria è composta per la maggior parte da uomini).

Non esistono soluzioni facili all’innalzamento della soglia della desiderabilità. In ogni caso io non sono convinta che si tratti di una cattiva notizia. Potremmo forse immaginare un riequilibrio delle aspettative: da una parte incoraggiare gli uomini a essere più consapevoli del proprio potenziale erotico (la trascuratezza maschile è sicuramente tra le cause che più scoraggiano le donne), dall’altra alleggerire la pressione sulle donne, specialmente con il passare degli anni.

Ridare importanza al sesso

A partire dal 2006 il numero di donne non interessate al sesso è cresciuto del 20 per cento. Occorre dunque domandarsi seriamente com’è fatto il sesso stimolante. Qual è la priorità: il piacere, il contatto umano, la procreazione, la scoperta, il rischio?

Ciò che è stimolante per me non lo è necessariamente per voi. Un dato certo, però, è che il calo dei rapporti sessuali ha portato a un aumento di altre forme di sessualità: gli uomini, specie i più giovani, si astengono dai rapporti per dedicarsi più alla masturbazione. Anche in questo caso il dato va preso come un’indicazione e non come una brutta notizia. Se la masturbazione è più interessante dei rapporti, sarà forse perché abbiamo bisogno di ristabilire un legame con l’ego, con l’immaginario, o semplicemente con un tipo di maggiore efficienza.

Considerare il contesto

Stando a una famosa citazione attribuita a Oscar Wilde (1854-1900), ma probabilmente assai posteriore alla sua morte: “Tutto nel mondo è una questione di sesso, tranne il sesso, che è una questione di potere”. Dalle statistiche in effetti emerge che la sessualità è intrecciata a tutte le altre tensioni sociali: la recessione sessuale che viviamo colpisce più di tutti le vittime del nostro sistema economico, cioè gli uomini disoccupati. Per riportarli a fare sesso occorrerebbe una doppia rivoluzione, di tipo sociale e femminista. Ne siamo ben lontani. Ma si può già capire per chi votare alle prossime elezioni.

Uscire dal fatalismo

In questa grande recessione c’è ancora un gruppo che resiste: la fascia tra i 25 e i 35 anni, seguita in misura minore da quella fra i 35 e i 45. In questo vasto gruppo, il calo dei rapporti è quasi impercettibile, e parliamo comunque di una generazione figlia di internet, cresciuta in parte con il porno e travolta dalle tensioni successive al #metoo.

Se il calo del sesso fosse inevitabile, la fascia tra i 25 e i 45 sarebbe la più colpita, ma a quanto pare la potenza dei primi amori e l’impeto della gioventù sembrano sufficienti a motivare la ricerca del piacere (fino alla nascita del primo figlio, ma questa è un’altra storia).

Allora perché non cercare di ritrovare quella freschezza, uscendo di più, incontrando persone diverse, innamorandosi di nuovo?

Ripartire dalle coccole

Invece di voler fare sesso a ogni costo, si potrebbe ripartire dalle coccole. Il 92 per cento delle donne e il 78 per cento degli uomini sessualmente inattivi dichiara di soffrire di più la mancanza di affetto che quella di sesso.

L’ho scritto in passato e torno a farlo: finché la masturbazione non renderà sordi, la privazione sessuale resterà uno spauracchio. Per la prossima domenica vi raccomando coccole, e poi a nanna.

Diffidare delle statistiche

Uno dei dati più sorprendenti del sondaggio Ifop-Lelo è che, tra le persone sessualmente inattive, due terzi degli uomini e quattro quinti delle donne vivono questa condizione con serenità. Non si tratta dunque tanto di una situazione tragica, quanto di una pressione sociale a conformarsi alle statistiche.

Approfittiamone per ribadire che la libido varia a seconda delle persone, delle coppie e dei contesti, ma anche in base ai cicli mestruali, alle fasi della vita e alla direzione del vento. Per il fine settimana, quindi, vi lascio con un invito a vedere il bicchiere mezzo pieno: se la mancanza di sesso non è un problema, è davvero il caso di parlare di recessione, o dobbiamo semmai celebrare l’arrivo di una nuova forma di emancipazione sessuale?

(Traduzione di Francesco Graziosi)

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