16 gennaio 2019 17:38

1. Mercalli, Ciclisti
“Dove lavori adesso? Io solo storie di sesso”. Ormai è di nuovo un filone, chiamiamolo neo Romantic Italia: quando il testo sembra di un Mogol sotto Lexotan e la musica ha i colori sintetici di una sigla di Rai Due degli anni ottanta. Di questo sottogenere, è un azzeccato addendum la band irpina intitolata al padre della sismografia, del cui nuovo album Una casa stregata si apprezza il tocco narrativo, come in questo ritratto di perduto amore di provincia. Lui è andato a Roma e lei è caduta in trappola matrimoniale. “E intanto passa il tempo”.

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2. La Rappresentante di Lista, Giovane femmina
“Sei grande ormai, puoi restare a bocca aperta”. Il punto di vista queer sul romanticismo italiano di ritorno. Vita di una femmina “che desidera, che ingurgita, che ascolta, che vive e non è mai sazia”, creatura di Veronica Lucchesi, che canta, e Dario Mangiaracina. Una partnership in crime che nega il cantautorato come concetto, proprio mentre assembla teatro, racconto e canzone con un piglio autoriale che tra Palermo e Milano (via Marrakech Copenaghen e Viareggio) nell’album Go go diva trova una messa a fuoco più decisa.

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3. Ex, Gatto
Non c’è nulla di più invernale di un gatto sul davanzale, con un’intro di piano elettrico sullo sfondo e poi un blues pigrotto che si diffonde nella semioscurità. E per una questione di simpatia e serendipity congiunta si ritorna su un album, Bumaye, uscito a settembre: rieccoci in Irpinia con la band che può vagamente riportare alle scorribande dei Bud Spencer Blues Explosion. Degli Ex si ricorda un curioso singolo, Alta velocità, che cita i Tears for Fears di Pale shelter. Ma sono dettagli. Alla fine il bello che rimane è questo struggente blues italico.

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Questo articolo è uscito l’11 gennaio 2019 nel numero 1289 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero| Abbonati

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