19 ottobre 2012 09:43

Mentre in Italia la legge anti corruzione sta compiendo i suoi primi (liberi?) passi tra camera e senato, in Israele un giovane “pentito”, ex consigliere politico e avvocato di professione, è pronto a distruggere i meccanismi del forte legame tra potere e denaro, già definiti dalla stampa locale la “Cosa nostra” della politica israeliana.

Si chiama Eldad Yaniv ed è un quarantenne di Tel Aviv che per anni si è aggirato in stanze e corridoi riservatissimi, curando relazioni pericolose tra miliardari israeliani e il mondo della politica. Tirare fuori scheletri dall’armadio (o meglio dal cassetto delle calze, come vedremo) è solo uno dei metodi usati per combattere “il sistema”, fatto di politici attaccati ai soldi e di soldi che si attaccano alla politica.

E che politici. Si tratta di personalità, come spiega Yaniv nel

primo filmato che ha lanciato lunedì online, “che abitualmente prendono decisioni strategiche come bombardare o meno l’Iran, che credono di stare in cima del mondo, che credono di meritare molto più del loro stipendio. Perché credono di dirigere il mondo”.

Il primo preso in mira nel filmato è ovviamente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che, sempre secondo Yaniv, qualora dovesse avvertire un prurito mentre decide se attaccare l’Iran o no non è certo per l’enorme responsabilità, ma piuttosto per colpa dei dollari nascosti sotto i calzini.

L’ufficio di Netanyahu minaccia querela, ma Yaniv – che si è autodefinito la “prostituta dei capitalisti” – non sembra preoccuparsi più di tanto e già prevede di lanciare un secondo filmato su Youtube.

Non manca chi accusa Eldad di esibizionismo e opportunismo demagogico, accusa rivolta anche contro il rinascente partito Eretz Hadasha (Nuova patria), con il quale vorrebbe candidarsi alle prossime elezioni politiche del 22 gennaio.

Segreti banalissimi legano uomini di potere ai soldi e soldi agli uomini di potere, in un valzer continuo nel gran teatro della corruzione. Yaniv, oggi nel ruolo dello spettatore, è determinato ad abbattere “il sistema” attraverso un processo mediatico (da fare online).

“Penso che in un futuro non lontano le persone coinvolte saranno incarcerate per quello che ho rivelato”, confessa Eldad in un’intervista ad Ha’aretz, mentre i politici, ovviamente, negano tutto.

Non è ancora chiaro come andrà a finire il viaggio del Don Chisciotte, anche se per ora tutto sembra un lavaggio di panni sporchi in pubblico.

Una cosa è certa: d’ora in poi Netanyahu dovrebbe ricordarsi di mettere in cassaforte i dollari prima di mettere le calze in lavatrice.

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