18 marzo 2022 14:25

La guerra segreta tra Iran e Israele è venuta allo scoperto. In Iraq.

Il 13 marzo Erbil, il capoluogo della provincia autonoma del Kurdistan iracheno, è stata sconvolta da dodici esplosioni. Questa volta gli autori degli attacchi non erano oscure milizie ma i guardiani della rivoluzione iraniani, che hanno lanciato dei missili balistici e hanno ufficialmente rivendicato l’aggressione.

L’ambasciatore iraniano in Iraq, Iraj Masjidi, in una conferenza stampa nella città santa di Kerbala ha dichiarato che gli attacchi iraniani non intendevano pregiudicare la sovranità dell’Iraq e ha precisato che l’obiettivo era una base israeliana dove, secondo Teheran, si pianificavano operazioni contro l’Iran. Le autorità curde hanno negato nel modo più assoluto la presenza di basi israeliane nella loro regione. La tv curda ha mostrato che i missili avevano colpito edifici residenziali.

Gli ultimi attacchi arrivano un mese dopo un presunto raid aereo israeliano, ancora oggi non confermato, che avrebbe colpito una base militare in Iran, nella provincia di Kermanshah. Il 7 marzo un altro attacco a una base iraniana alla periferia della capitale siriana Damasco aveva causato la morte di due ufficiali della repubblica islamica. A Baghdad crescono i timori di un’escalation che porti a una guerra aperta nella già infuocata regione che comprende Iraq e Siria. Muqtada al Sadr, il vincitore delle elezioni legislative irachene del 10 ottobre 2021, ha chiesto al governo di protestare presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Il parlamento iracheno ha convocato una sessione straordinaria per discutere i prossimi passi, per fare in modo che l’Iraq non sia coinvolto nelle rappresaglie dei due avversari.

(Traduzione di Francesco De Lellis)

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