21 febbraio 2018 17:19

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono una ventisettenne che è appena stata lasciata dal fidanzato. Oltre alla sensazione di dolore e al cuore spezzato, provo anche molti sensi di colpa per come ho gestito la nostra vita sessuale, tra le cause principali della rottura. Al mio ora ex fidanzato interessavano il bdsm e altre pratiche kinky, cose che per lui io ho sperimentato. Ho partecipato a diversi eventi a tema, l’ho accompagnato a un campeggio kinky di cinque giorni e provato tante delle sue fantasie. Il problema era che, per quanto mi sforzassi, quello stile di vita non mi interessava e alcune cose mi mettevano davvero a disagio. Ero disponibile a quelle più soft (sculacciate, bondage), ma con le più estreme proprio non ce la facevo. E così l’ho deluso, perché sono “stata al gioco” solo per poi decidere che non mi piaceva e non sono stata sincera quando ho espresso interesse per il suo stile di vita. Ho sbagliato? Cos’avrei dovuto fare?

–Basically A Little Kinky

L’unica colpa che hai, BALK, è quella di aver fatto esattamente ciò che tutti gli amanti del bdsm e di altri kink sperano di vedere fare ai partner dai gusti più soft. Ci hai provato: sei stata così disponibile, generosa e aperta da esplorare il bdsm con lui e per lui. A volte funziona, per esempio nel caso di una persona che si è sempre considerata soft, dopodiché va a una serata o a cinque giorni di campeggio kinky e si accorge di colpo che quella roba le piace un sacco. Ma non funziona sempre. Siccome l’alternativa a “stare al gioco” era “non provarci nemmeno”, BALK, il tuo ex dovrebbe riconoscerti il merito di averci provato, anziché darti il tormento per averlo presumibilmente ingannato.

Illustrazione di Francesca Ghermandi

Sono una ragazza di 18 anni. Cisgender e bisessuale. Sto con il mio ragazzo, cisgender e bisessuale anche lui, da un annetto e abbiamo una relazione monogama. Sono alle prese con una grande bifobia interiorizzata e altri intoppi legati alla sessualità del mio ragazzo. Non so se sono io che proietto i miei problemi su di lui o se ho un pregiudizio nei confronti degli uomini bisessuali. Comunque sia, mi sento in colpa. Ma quando penso che lui è bisessuale ed è attratto dagli uomini divento gelosa e ho paura che mi lasci per un uomo, o che preferirebbe stare con un uomo (io in passato sono stata sia con uomini sia con donne, lui con un uomo mai). So che non è giusto da parte mia provare certe cose e lui non mi ha mai dato alcun motivo per preoccuparmi. La nostra vita sessuale è intensa, fantasiosa e appagante! Ma ho paura che in realtà lui voglia altro.

A complicare la situazione sono quasi certa che il mio ragazzo soffra di un qualche disturbo ormonale. Per i suoi diciott’anni ha un viso giovanissimo, un corpo femmineo e pochissimi peli. L’orgasmo lo raggiunge, ma senza eiaculare; e pur avendo un pene notevole, i suoi testicoli sembrano più acini d’uva che uova. Soffre molto perché si sente anormale e poco mascolino. Io cerco di sostenerlo più che posso, gli dico che sono attratta da lui e che supererà tutto. Ma lui capisce che il suo essere bisessuale mi agita e mi mette a disagio.

Visto che ha un aspetto più femminile degli altri uomini e riceve più spesso attenzioni dagli uomini che dalle donne, il mio timore è che possa sentirsi più a suo agio o “normale” con un uomo. Non voglio contribuire al suo sentirsi anormale o in colpa per com’è fatto. Come faccio a smetterla di preoccuparmi che sia gay o che potrebbe essere più felice con un uomo? Queste ansie mi fanno sentire in colpa, visto che io per prima sono bisessuale, e certe cose dovrei essere in grado di evitarle.

–Anonymous Nervous Girlfriend Seeks Tranquility

“Molte persone, quando incontrano noi gente bi+ allo stato brado, ci proiettano addosso le loro insicurezze per poi darcene la colpa”, dice RJ Aguiar, attivista bisessuale e autore di contenuti per BuzzFeed, Huffington Post, Queery e altri siti. “Visto che anche io sono bisessuale, sono certo che ANGST sappia fin troppo bene di cosa parlo”. Ma se anche a te è capitato di essere oggetto di bifobia – come a quasi tutte le persone bisessuali – perché fai lo stesso al tuo fidanzato?


“La possibilità che tal dei tali ti lasci per qualcuno di più fico vale per chiunque, indipendentemente dall’orientamento sessuale”, prosegue Aguiar. “O forse, dal momento che per noi bi+ il ‘bacino’ a cui attingere è potenzialmente il doppio, ci ritroviamo a subire il doppio di queste paure irrazionali? Non lo so. So però che: di solito la bifobia, e in generale anche la gelosia, è sempre una proiezione d’insicurezza. Nella paura che una persona ti lasci perché x o y le/gli piace di più c’è la convinzione di non valere abbastanza”.
 E se è vero che insicurezze e gelosie possono minare un rapporto, ANGST, non deve succedere per forza. Tutto dipende da come le si affronta nel momento in cui si presentano.

“Abbiamo tutti dei momenti difficili!”, dice Aguiar. “Ma possono trasformarsi in occasioni di comunicazione, apertura e intimità, anziché di isolamento e vergogna. Così si finisce per avvicinarsi, invece di introdurre una barriera invisibile tra noi e l’altra persona. La chiave di tutto è capire che non sempre i sentimenti sono razionali. Ma se questi sentimenti riusciamo a condividerli con la persona che amiamo senza paura di essere giudicati o rimproverati, è possibile creare uno spazio di conforto e intimità con il quale nessuno gnocco o gnocca potrà mai competere, indipendentemente da quanto sia attraente o da quello che ha tra le gambe”.

Quanto ai motivi per cui ti senti insicura – ovvero il timore che il tuo ragazzo possa essere gay e/o più felice con un uomo – sarò sincero, ANGST: è possibile che il tuo ragazzo sia gay (ci sono persone non bisessuali che si definiscono bi prima di dichiararsi gay o lesbiche), e/o che un giorno possa accorgersi che sarebbe più felice con un uomo (proprio come un giorno tu potresti accorgerti che saresti più felice con una donna). Ma la vostra splendida vita sessuale, intensa, fantasiosa e appagante, una prova del fatto che il tuo ragazzo non è gay (io sono stato uno di quelli che prima di dichiararsi gay si definiscono bisessuali, ho avuto delle fidanzate e il sesso era tutt’altro che splendido).


E adesso ti dirò una cosa che di sicuro saprai già: pochissimi finiscono per passare la vita con la persona che frequentano a diciott’anni. Sia tu sia il tuo ragazzo state cercando di capire chi siete e cosa volete. Lui potrebbe rendersi conto che non sei tu la persona con cui vuole stare, ANGST, così come tu potresti capire che la persona con cui vuoi stare non è lui. Smettila di pensare ai prossimi sessanta o settant’anni della tua vita – smetti di preoccuparti del “per sempre” – e goditi questo momento, questo ragazzo e questa relazione per tutto il tempo che durerà.

Da ultimo, ANGST, nella remota possibilità che il tuo ragazzo non abbia mai parlato con un medico dei suoi sintomi – perché è un americano senza assicurazione sanitaria/con un’assicurazione insufficiente/sfortunato, o perché lo imbarazza troppo parlare delle dimensioni delle sue palle e della qualità delle sue eiaculazioni con i genitori e/o il medico – ho fatto leggere la tua lettera al dottor John Amory, docente di medicina all’università di Washington.

“Per un maschio diciottenne, avere testicoli grandi come ‘acini d’uva’ è segno di problemi nello sviluppo genitale”, spiega il dottor Amory. “Oltre al volume ridotto dei testicoli, anche altre caratteristiche, come il volto femmineo e la scarsità di peli corporei, fanno pensare a un problema di funzione testicolare”.
 Potrebbe essere un semplice ritardo nella pubertà (c’è chi all’università cresce di colpo di venti centimetri) oppure una cosa chiamata sindrome di Klinefelter.


“La sindrome di Klinefelter interessa un maschio su 500 e presenta tra i sintomi un ridotto volume testicolare e bassi livelli di testosterone”, dice il dottor Amory. “Spesso non viene diagnosticata perché il pene è di dimensioni normali, così com’è normale il soggetto in quasi tutto il resto, anche se circa la metà degli uomini affetti da sindrome di Klinefelter (SK) possono presentare un eccessivo sviluppo delle mammelle (ginecomastia) che può conferire un aspetto femminile. Conclusione: avere dei testicoli piccoli a 18 anni significa che è ora di andare dal dottore – direi un endocrinologo o un urologo – indagare eventuali precedenti familiari, sottoporsi a un esame e valutare una misurazione del testosterone e di altri ormoni. Questo lo aiuterà a capire se è solo ‘il caso di aspettare’ o se ha in effetti un disturbo che si può trattare. Esiste una possibilità concreta che questo ragazzo sia affetto da KS, che di solito si cura con il testosterone per aumentare la massa muscolare, la densità ossea e la funzionalità sessuale”.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger.

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