12 marzo 2020 17:00

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono una donna di 32 anni sposata con un uomo di 45. Stiamo insieme da dieci. Quando ci mettemmo insieme gli dissi che per me il fumo era un no assoluto. Lui era un ex fumatore. Ebbene, quest’anno lo stronzo ha ricominciato a fumare. Sono incazzata, e la cosa incide sul desiderio che ho per lui. A complicare il tutto c’è che da sempre abbiamo una libido molto diversa, nel senso che la mia è più forte. Mi ha sempre detto che posso soddisfare i miei bisogni altrove, visto che per lui il sesso non è così importante. Così l’anno scorso ho cominciato ad avere storie extraconiugali, e adesso ho un amante con cui ho tanta voglia di scopare. Indovinate a chi è venuta voglia di scoparmi? A mio marito, mister “Il sesso non è importante”. A quanto pare gli piace scoparmi dopo che ho scopato con un altro. Ma io di sesso ne voglio solo una certa quantità, e non mi va di scopare con un fumatore. Ma con mio marito mi sento in obbligo di farlo. La domanda è: lo sono? Per nove anni lui non si è sentito in dovere di fare sesso con me più di una volta al mese, facendomi sentire una merda indesiderabile (e abbiamo dei figli, il che spiega il matrimonio e perché non me ne vado)

– Seriously Hate Ash Mouth

Non hai l’obbligo di fare sesso con tuo marito. Non sei obbligata a fare sesso con nessuno, mai. Ma immagino che, oltre a non voler abbandonare, SHAM, tu non voglia nemmeno essere abbandonata. E se ti rifiuti di scopare con tuo marito perché ha infranto un patto di dieci anni fa – e perché dopo nove anni di indifferenza sessuale sei (legittimamente) incazzata – potrebbe essere lui a decidere di lasciarti. E quindi, se è vero che non sei tenuta a scoparti lo stronzo che sa di posacenere, forse ti conviene farlo. Finché non smette di fumare, però, hai tutto il diritto di non baciarlo o di non dormire nella stessa stanza (i fumatori non si rendono conto di quanto puzzano, né di quanto riescano ad appestare l’aria pur non accendendosi una sigaretta).

Domanda di approfondimento: tuo marito ha sempre saputo che il pensiero di te che vai con altri lo eccitava? O l’ha capito solo quando hai cominciato a scopare con l’altro? Se lo ha sempre saputo e il suo invito a “soddisfare i tuoi bisogni altrove” era un disonesto tentativo di manipolazione per importi le sue fantasie, hai ancor più diritto di essere incazzata. Se però l’ha capito solo quando hai cominciato a scopare con altri, se lo sblocco della libido che gli ha provocato il fatto che tu avessi un amante ha sorpreso lui quanto ha sorpreso e infastidito te, allora forse è il caso di perdonarlo.

Illustrazione di Francesca Ghermandi

Sono una bisessuale cis e faccio sesso soprattutto in presenza di pene. Mi scuso perché il mio problema è davvero schifoso. Ce l’ho da quando sono sessualmente attiva, ma negli ultimi anni è come peggiorato. Quando mi penetrano nella vagina, specie con una certa forza (come piace a me), e raggiungo l’orgasmo, a volte senza volerlo faccio la cacca. Se provo a stringere per evitarlo non funziona, e non arrivo all’orgasmo. Prima mi succedeva una volta ogni tanto, e solo con gli orgasmi molto intensi, ma adesso succede più spesso. E mi sto vedendo con una persona che ama molto il sesso anale, il che peggiora le cose. Chiariamo: io, nella mia vita sessuale, la cacca non ce la voglio. Mi fa schifo, mi imbarazza e non piace ai partner. Come non piace a me. Ho provato ad andare al bagno prima di fare sesso, ma evidentemente non mi svuoto del tutto. Mi sono perfino rivolta al medico, ma lui ha alzato le spalle e non mi ha dato consigli utili. Cercando in rete ho trovato delle discussioni, succede anche ad altre persone e a tutte ovviamente fa orrore, ma nessuno dice che è una cosa regolare. Che palle! Tu hai qualche consiglio? A parte “rinuncia al sesso”, che francamente preferirei di no.

– Necessary Objective: Soothe Her Intestinal Tract

“Certo che ne ho sentito parlare, e come lei stessa sa, avendo cercato su internet, NOSHIT non è sola e ha bisogno di aiuto”, dice la dottoressa Debby Herbenick. “Alzare le spalle non mi sembra un atteggiamento utile da parte di un medico a cui si chiede aiuto per districarsi in un problema sessuale complesso e pochissimo studiato, perciò particolarmente infido”.

La dottoressa Herbenick insegna all’Indiana university school of public health e ha scritto Because it feels good: a woman’s guide to sexual pleasure and satisfaction, oltre a molti altri libri. E quel che ti serve, secondo lei, è un dottore che abbia l’effettiva preparazione per aiutarti. Per cui hai presente l’imbarazzo che hai provato parlando con quel dottore? Dottore con il quale avevi di sicuro avuto paura di parlare? Ecco, NOSHIT: dovrai provarlo di nuovo, forse più di una volta, con altri dottori. Lo so, lo so: parlare col dottore di un problema sessuale – specie come questo – è difficile. E quando infine troviamo il coraggio di farlo, e il dottore non si rivela utile, il nostro comprensibile desiderio di non ripetere quell’imbarazzo può farci concludere che andare dal dottore sia una perdita di tempo. Ma non lo è, a patto che sia il dottore giusto.

“La tua lettrice deve chiedere al suo medico generico di consigliarle un uro-ginecologo”, dice la dottoressa Herbenick, “possibilmente uno che ami arrivare in fondo (senza doppi sensi) ai casi difficili”.

Se ti capita altre volte – se te la fai addosso quando scorreggi o starnutisci – ricordati di dirlo allo specialista.

“Ci sono molti esami che un medico può fare per controllare la funzionalità rettale”, spiega la dottoressa Herbenick. “Tra questi l’esplorazione rettale digitale, la sigmoidoscopia (l’inserimento di un tubicino con telecamera per cercare eventuali infiammazioni), la radiografia, l’ecografia anorettale, la colonscopia e altri. Insomma si può fare molto altro che alzare inutilmente le spalle. E a seconda di quello che emerge, lo specialista può consigliarti il biofeedback, la chirurgia, la fisioterapia o gli esercizi per il pavimento pelvico, e così via”.

Ciò detto, NOSHIT, i medici non sono individui onnipotenti, e a volte un problema si può solo gestire e non risolvere.

“Il fatto è che il corpo non rimane all’infinito nelle condizioni che vorremmo”, dice la dottoressa Herbenick. “E alcuni studi sembrano effettivamente suggerire una correlazione tra la frequenza dei rapporti anali e l’incontinenza fecale” (anche l’invecchiamento, il parto e la terapia ormonale sostitutiva sono spesso associati all’incontinenza fecale). Solo una piccola percentuale di donne che hanno rapporti anali regolari presenta una maggior incontinenza fecale, NOSHIT, per cui se non è un problema più generale – se lo è solo durante il sesso, per chissà quale sfortunata combinazione neurale – ti conviene rubare qualche trucco ai gay passivi amanti della pulizia. Anziché semplicemente “andare al bagno” prima di fare sesso e sperare di esserti svuotata, concediti una bella doccia anale per svuotarti come si deve (Alexander Cheves ha scritto un’ottima guida al sesso anale passivo su Out, 17 tips for happier, healthier ottoming. Cercatela su Google).

“Ma trovare un medico disponibile ad ascoltare le sue esigenze sul fronte sessuale è il primo passo”, prosegue la dottoressa Herbenick. “Un medico, probabilmente un uroginecologo o un proctologo, sessualmente progressista e disposto ad ascoltare può aiutarla a capire come muoversi. Si tratta di ascoltare in cosa consiste per lei la qualità della vita. E mi sembra che comprenda una vita sessuale attiva e piacevole, con la possibilità di avere rapporti vaginali/anali e raggiungere l’orgasmo senza farsela addosso, o molto meno spesso”.

Seguite la dottoressa Herbenick su Twitter: @DebbyHerbenick.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger.

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